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Roberta Ragusa: il Corpo è Stato Distrutto (l’Accusa si fa Pesantissima)

di Federica Federico

28 Maggio 2014

Il capo d’accusa con cui viene rubricato il caso dell’omicidio di Roberta Ragusa è gravissimo: omicidio e distruzione di cadavere.

A dichiararlo è una fonte ufficiale, forse la voce più preparata e competente a farlo:

<< Riteniamo che Roberta Ragusa sia stata uccisa ad Antonio Logli, suo marito.>>
<< Ma dal momento che il corpo della donna non è mai stato trovato, nonostante le ricerche siano state incessanti in tutto il territorio, abbiamo deciso di cambiare il capo d’accusa in distruzione di cadavere, ovvero la soppressione>>, queste dichiarazioni provengono da Ugo Adinolfi e sono letteralmente tratte dal settimanale Giallo (Cairo Editore n° 21 del 28 maggio 2014, citazione letterale da pagina 11).

L’ipotesi che Antonio Logli abbia distrutto letteralmente il corpo della sua povera moglie sembra essere stata completamente accolta dagli inquirenti.

Tuttavia il mancato ritrovamento delle spoglie di Roberta Ragusa rende il percorso giudiziario verso la verità molto più complesso e tortuoso.
E, oltretutto introduce due ulteriori problemi:
– il primo è intuitivo e quasi banale e si sintetizza in nella solo domanda che da subito tutti si sono posti senza trovare una soluzione: “l’assassino in che modo si è sbarazzato del corpo?”;
– il secondo nodo da sciogliere incide in maniera determinante sul processo e riguarda l’eventuale premeditazione del delitto:
se si ammette per assurdo che il marito abbia potuto uccidere Roberta distruggendone il cadavere, probabilmente si deve considerare anche l’eventualità logica che avesse già un piano per l’occultamento e quindi per la soppressione del corpo. E’ cioè poco plausibile che per mera fortuna, dopo un omicidio di impeto (e non premeditato), un assassino (che se fosse il marito sarebbe anche emotivamente legato alla vittima) abbia potato disfarsi del cadavere in maniera “perfetta”.

 

Il dismesso forno crematorio del cimitero di Pisa e la botola dell’ossario del cimitero di Orzignano sono state due delle ipotetiche tombe di Roberta più discusse ed argomentate.

Leggi cliccando qui i dettagli sull’ipotesi della distruzione del cadavere nel dismesso forno crematorio di Pisa.

Leggi cliccando qui i dettagli sull’ipotesi dell’occultamento del corpo nella botola del cimitero di Orzignano.

Accanto a queste due ipotesi gli inquirenti ne hanno vagliate anche altre due:
il cadavere di Roberta potrebbe essere stato gettato nel lago Massaciuccoli presso Torre del Lago Puccini (Lucca), non troppo lontano da casa Logli.
Ammettendo che tale lago sia la tomba dei poveri resti di Roberta certamente il luogo non potrebbe dirsi casuale, il lago è estremamente melmoso e grazie alla viscosità delle sue acque fangose potrebbe intrappolare anche un corpo umano senza mai liberarne le spoglie.
Ovviamente i sommozzatori hanno provato a scandagliare i fondali del lago ma la natura delle acque rende questo specchio d’acqua misterioso ed impenetrabile.

La seconda ipotesi è tra tutte quella meno plausibile, qualcuno ha ipotizzato che Antonio Logli, impiegato presso una società di servizi comunale, possa in ragione proprio del suo lavoro, avere avuto facile accesso all’inceneritore di Pisa. Avrebbe potuto gettare lì il corpo della moglie?
Poiché l’ingresso all’inceneritore è controllato da una guardia e giacche vi sono telecamere che monitorano costantemente le operazioni di dismissione dei rifiuti, questa ipotesi non è stata ritenuta plausibile.

In sede processuale, non trascurando mai il fatto che si tratterà di un processo indiziario e laddove Logli sarà di fatto sul banco degli imputati, prima di attribuire al marito di Roberta qualsivoglia responsabilità, bisognerà chiarire come e dove Antonio avrebbe ucciso la moglie e come e quando si sarebbe liberato del cadavere.

La gran parte del processo a cui Antonio Logli va incontro si giocherà sulle testimonianze di chi nella tragica notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012 ha visto qualche cosa di strano intorno a casa Logli.

Clicca qui per sapere cosa hanno visto e denunciato i testimoni.



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