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Vive per 47 anni con un feto nella pancia: ecco come è sopravvissuta (Foto e Video)

Una donna ha vissuto per ben 47 anni con il figlio morto nella pancia, una rara condizione nota come bambino di pietra (Lithopedion)

di Maria Corbisiero

14 Giugno 2022

Lithopedion storia di Zahra Aboutalib

Zahra Aboutalib è passata alla storia come il caso più noto e documentato di Lithopedion, una rara condizione conosciuta anche come “bambino di pietra”. La stessa è stata protagonista di uno degli episodi del programma inglese Extraordinary People, nello specifico quello intitolato “The 46-Year Pregnancy” (episodio 1, stagione 3) trasmesso su Channel 5 UK il 23 Marzo del 2005.

Lithopedion o bambino di pietra: la storia di Zahra Aboutalib

È il 1955, in un piccolo villaggio marocchino poco distante da Casablanca vive Zahra Aboutalib, 26 anni appena. La giovane è incinta del suo primo figlio, una gravidanza che non avrà l’esito tanto sperato. La donna infatti entra in travaglio ma, nonostante trascorra a casa 48 lunghe ore tra dolori e sofferenze, il suo bambino sembra non voglia nascere. Viene così trasportata d’urgenza all’ospedale locale.

“Il medico mi ha controllato e mi hanno detto che se non avessero fatto un taglio cesareo non avrei avuto il bambino” racconta la donna.

Ed è qui che subentra la paura! Nel reparto in cui è ricoverata, Zahra assiste all’orribile calvario di una donna che, tra atroci sofferenze, muore di parto. Spaventata, la giovane scappa dal nosocomio per fare ritorno al suo villaggio dove verrà affidata alle amorevoli cure della sorella.

Dopo ulteriori giorni di doloroso travaglio, il bambino non viene alla luce e smette di muoversi nel ventre materno.

“A un certo momento non lo sentivo più, fu allora che iniziò a dormire”.

È questa la spiegazione che Zahra si è data, frutto di una superstizione locale nota come “The sleeping child” ossia il bambino addormentato.

 

“Secondo la credenza popolare marocchina e magrebina, il bambino addormentato è un feto che è stato reso dormiente dalla magia nera o bianca e può eventualmente svegliarsi e nascere dopo il normale termine della gravidanza” (fonte Wikipedia).

 

Questa spiegazione viene utilizzata soprattutto per motivare i casi fortuiti di donne gravide nonostante la lontananza dei mariti, evitando loro l’accusa di adulterio.

Zahra Aboutalib ha usato questa credenza per spiegare la mancata nascita del suo bambino, un evento che con il tempo ha cercato di accantonare ed infine dimenticare.

Lithopedion storia di Zahra Aboutalib
Gravidanza ectopica tubarica, feto impiantato nella tuba di Falloppio – Foto diritto d’autore: donot6© 123RF.com – ID Immagine: 177151693 con licenza d’uso.

Zahra Aboutalib e la diagnosi di Lithopedion

Il tempo passa, Zahra diventa una mamma di cuore: la donna infatti decide di adottare 3 bambini che, crescendo, diventano a loro volta genitori. Solo 46 anni dopo il concepimento di quel figlio mai nato la donna iniziò ad accusare nuovamente dei fortissimi dolori.

Preoccupato per le precarie condizioni di salute della madre ormai 75enne, uno dei figli della donna decide di portarla da uno specialista a Rabat, capitale del Marocco.

“Ho aperto la porta e mi sono ritrovato davanti ad una donna anziana esausta e con il ventre sporgente, sostenuta da due persone”.

È quanto dichiarato dal professor Taibi Ouazzani che prende in cura la donna supponendo avesse un tumore alle ovaie, plausibile causa dei dolori e del gonfiore allo stomaco. Dopo aver effettuato un’ecografia e altri esami per approfondire quella strana massa, i medici giungono con stupore ad una diagnosi rara e al tempo stesso sorprendente: Lithopedion.

La massa rivelata nel suo addome altro non è che il bambino concepito quasi mezzo secolo prima e mai dato alla luce.

Lithopedion: una gravidanza extrauterina molto rara

La prima ed unica gravidanza di Zahra Aboutalib fu in realtà una gravidanza extrauterina: l’embrione non si era impiantato nella cavità dell’utero bensì in una delle tube di Falloppio. Questa inconsueta collocazione ha fatto sì che il feto si sviluppasse nella cavità addominale dove è riuscito a sopravvivere grazie alla placenta attaccata agli organi vitali situati nello stomaco della donna.

 

L’esito quasi sempre fatale di una gravidanza ectopica, soprattutto se non diagnosticata in tempo, ha portato alla morte del feto. Quest’ultimo, non potendo essere espulso o riassorbito dal corpo della mamma, si calcifica fino a diventare un bambino di pietra (Lithopedion).

articolo su cos’è

L’operazione di Zahra Aboutalib

Il lithopedion di Zahra ha rappresentato per i medici un’importante scoperta, tuttavia gli stessi hanno impiegato 5 giorni per decidere l’intervento più adeguato. Vi era infatti un alto rischio di morte per la donna.

“Non è stato facile per me – ha spiegato il professore Ouazzani – ho dovuto isolare un corpo all’interno di un altro corpo e rimuoverlo. Era attaccato alle vene dello stomaco, della vescica e degli organi interni. Tutto può succedere, soprattutto con una donna di 75 anni che ha scoperto di non avere il cancro”.

Dopo 4 ore di intervento, l’equipe medica è riuscita a rimuovere con successo il feto morto e calcificato. Il bambino di pietra rimosso dallo stomaco della donna pesava 7 libbre (poco più di 3 Kg) ed era lungo 42 centimetri.

Le immagini dell’operazione mostrate durante il documentario sono incredibili: il lithopedion conservava ancora alcune delle caratteristiche umane.

“Abbiamo riconosciuto la testa, il braccio destro è ben visibile, le dita sono perfette e qui si vede la parte lunga della coscia – ha spiegato il dottor Fouad Kettani – Sono rimasto sbalordito da quanto fosse ben conservato il feto anche dopo molti anni. La durata e la longevità della gravidanza sono un qualcosa di veramente straordinario per la ricerca”.

Il processo di calcificazione, peculiarità del lithopedion, ha creato un muro tra l’organismo di Zahra e il suo bambino, ciò ha permesso ad entrambi di sopravvivere nonostante l’innaturale “convivenza”.

 

Alleghiamo qui di seguito il video dell’episodio “The 46-Year Pregnancy” del programma Extraordinary People la cui visione è sconsigliata ad un pubblico sensibile o in presenza di bambini.

 
 

Articolo originario 7 Luglio 2014 – Aggiornamento 14 Giugno 2022 ore 16:10



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