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Perchè mio Figlio non Mangia Più: Inappetenza Infantile Estiva

di Alessandra Albanese

21 Luglio 2014

Nella stagione estiva, l’organismo umano necessita di introitare una quantità minore di calorie, poiché la temperatura esterna contribuisce a mantenere costante la temperatura corporea, diminuendo il fabbisogno giornaliero di calorie, e principalmente bruciando meno energie.

Questo è il motivo essenziale del calo dell’appetito che in genere si avverte in estate: le esigenze alimentari vengono meno, e questo si nota anche nei più piccoli.

Soprattutto quando il caldo è forte infatti, i bambini tendono in maniera inconscia e automatica, a mangiare meno.

Il meccanismo di autoregolazione nei bambini è un aspetto funzionale, e rende di più rispetto a quello degli adulti. L’inappetenza è una “difesa” al caldo dell’estate, e in genere transitoria (dunque cari genitori, non preoccupatevi se in questi giorni di caldo i vostri figli non mangiano tutta la pasta che la nonna ha messo loro nel piatto, ndr).

E’ vero, in alcuni casi la mancanza di appetito potrebbe essere un segnale che è in corso una qualche malattia come un’ influenza o un esantema, ma è sempre consigliato ai genitori di evitare ansie inutili, che potrebbero maggiormente condizionare il comportamento alimentare dei bambini.

Dopo avere scongiurato possibili patologie, è bene non forzare a mangiare i bambini, che come si è scritto in precedenza, si autoregolano perfettamente.

Certo, è importante controllare sempre i ritmi di crescita di nostro figlio, ma non si pensi che momenti di inappetenza estiva possano influire su di essi. Se si dovessero avvisare cali di peso eccessivi o rallentamenti repentini, allora quello è il caso di consultare il pediatra.

In alcuni altri casi poi, ma questo prescinde dalla stagione, l’inappetenza infantile può essere un segnale di un disagio che il piccolo sta vivendo: gelosia per il fratellino, rapporti burrascosi in famiglia, o altre condizioni psicologiche che devono essere scoperte e risolte, affinchè egli ricominci ad avere un rapporto sereno con il cibo, per evitare che questi si manifestino anche nel futuro prossimo con disturbi alimentari seri.

In tutti gli altri casi, per rimediare a questa mancanza di appetito, è bene seguire i gusti del bambino: i piccoli, già dall’età di tre anni infatti sviluppano un proprio senso del gusto, e sono capaci perfettamente di dichiarare i propri cibi preferiti, e quelli invece sgraditi.

Quale deve essere la dieta per l’estate dei nostri figli?

 

Vale per tutte le stagioni, ancor più in estate, seguire un’alimentazione sana e ricca di vitamine.

Con il caldo è bene preferire pasti leggeri e freschi: la pasta o il riso ben si adeguano a questa esigenza, serviti con verdure ricche di vitamine e Sali minerali, sotto forma di insalate.

La carne può essere diminuita a favore del pesce, dei formaggi e delle uova.

L’acqua poi è di fondamentale importanza in estate: il corpo necessita di essere idratato maggiormente, proprio per mantenere costante la temperatura.

L’idratazione passa anche da altri cibi ricchi d’acqua come i succhi di frutta, la verdura stessa, il latte (specialmente fresco, che è anche dissetante), lo yogurt, le bibite (non gassate) e i gelati.

Tutti questi alimenti costituiscono un’ottima scelta per gli spuntini di metà mattina o metà pomeriggio.

Come fare per invogliare il bambino a mangiare?

 

E’ importante che un bambino mangi, ma non bisogna forzarlo mai. Per invogliarlo uno stratagemma potrebbe essere coinvolgerlo nella preparazione del pasto.

O ancora puntare sui suoi piatti preferiti: certo la frittura non è mai salutare, ma con le dovute quantità, una crocchetta di pollo potrebbe essere l’alleata in cucina contro l’inappetenza di vostro figlio.

Infine, mai usare il cibo per far leva sui sentimenti del piccolo: “Se non mangi non fai questo” o ancora “Se mangi ti do un premio” sono frasi da non riportare mai.

Anche questo potrebbe infatti trasformare una ingenua e temporanea inappetenza in un circolo vizioso che sprofonda nel disturbo alimentare patologico come bulimia o anoressia: così come gli adulti, anche i bambini possono infatti riversare sul cibo i loro sentimenti inespressi.



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