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Bambino di 5 Anni Malato di Cancro “Rapito” dai Genitori: in Fuga per una Cura Migliore

di Alessandra Albanese

02 Settembre 2014

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Persino il premier britannico Cameron ha espresso affetto per i genitori del piccolo Ashya, e crede fortemente che il loro istinto voglia il meglio per il loro piccolo.

Brett e Naghemeh King, i genitori del piccolo Ashya di 5 anni, sono apparsi ieri davanti alla corte spagnola per essere estradati, dopo una due giorni di caccia all’uomo che ha portato la polizia a varcare il confine inglese, e seguire la famiglia fino in Spagna.

Ashya King è un bimbo malato di un raro tumore al cervello, che era stato ricoverato nell’ospedale di Southampton, dove vive con i genitori e il fratello.

La coppia però evidentemente non ha creduto che l’ospedale che aveva in cura il loro figlio stesse facendo di tutto per curare il piccolo, ed ecco che, senza l’autorizzazione di alcun medico, lo hanno preso e sono “fuggiti” fuori dal paese.

 

Sono arrivati in Spagna, dove sono stati raggiunti dal mandato di estradizione, mentre il bambino era stato ricoverato in un ospedale a Malaga.

I genitori hanno giustificato questa loro “fuga” sostenendo che in Inghilterra i medici non avrebbero permesso il trattamento che loro stessi, attraverso alcune ricerche avevano chiesto per il bambino, malato terminale.

Anche il figlio maggiore dei due, Naveed, ha postato un video su internet per spiegare il “rapimento” del fratellino da parte dei genitori.

Sembrerebbe infatti che il papà di Ashya abbia trovato una speciale borsa attraverso la quale nutrire con uno speciale cibo il bambino, ma che i medici all’ospedale di Southampton non avrebbero messo in pratica (sostenendo di non credere all’efficacia della terapia) , mentre, a quanto pare il trattamento è stato somministrato al piccolo in Spagna.

I miei genitori non sono rapitori – dice Naveed – vogliono solo il meglio per mio fratello Ashya. Può sembrare una pazzia quello che abbiamo fatto, ma non ha niente a che vedere con il fatto che siamo testimoni di Geova. Quando Ashya fu operato due mesi fa acconsentimmo a una trasfusione, che per fortuna non fu necessaria. Non sappiamo cosa succederà ai nostri genitori, ma speriamo che vengano rilasciati al più presto.”

Anche le nonne si sono scagliate contro le autorità, ree di non far tentare ogni possibile cura per un bambino che sta morendo.

Per parte sua Cameron, che ha a sua volta sofferto per la morte di un figlio di 6 anni, affetto da paralisi cerebrale, parla, per bocca del suo portavoce: “Penso che la gente di ogni parte del paese sia coinvolta da questa storia. La priorità adesso è che Ashya abbia le più appropriate cure che merita. L’istinto dei genitori è volere il meglio per i propri figli, ma è comprensibile che le autorità si siano interessate a questo caso”.

 

Fonte: The Telegraph



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