Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Si fa il Cesareo da Sola per Salvare Suo Figlio

di Gioela Saga

23 Settembre 2014

mamma decide di farsi da sola il cesareo

E incredibile cosa riesce a fare una mamma pur di riuscire a salvare la vita del proprio bambino.

La storia riporta cronache di madri che hanno dimostrato coraggio e anche una forza sovrumana pur di preservare dalla morte il proprio figlio.

Se le fonti di questa ennesima storia non fossero più che attendibili, sarebbe difficile davvero credere a cosa si sia spinta a fare una mamma messicana.

Il fatto risale al 2000 e allora Inés Ramirez Perez aveva 40 anni, già mamma di 7 figli. L’ultimo parto purtroppo aveva segnato un lutto e il piccolo che portava in grembo non è riuscito a sopravvivere a causa della difficoltà della donna a partorire naturalmente e la mancanza di soccorsi immediati.

Bisogna fin da subito sapere che Inés vive in un villaggio molto isolato di una zona rurale a Rio Talea, nel Sud del Messico, a ben 8 ore di macchina dal più vicino ospedale.

Inés era determinata a non rivivere la stessa esperienza precedente.

Era solo al settimo mese e non aveva avuto segni di travaglio quando, improvvisamente, capisce che era arrivato il momento e ha un terribile presentimento.

Il suo istinto di madre le fa capire che le circostanze che si stavano creando erano le stesse dell’ultimo parto. Dopo ben 12 ore di travaglio prende allora quella che secondo lei è stata l’unica ovvia decisione:

il bambino doveva nascere con un cesareo e doveva essere lei a praticarlo.

Ricorda: “Avevo avuto 7 bambini prima di Orlando tutti nati sani, ma l’ultimo è morto. Quando le acque mi si sono rotte ho capito che avevo bisogno di aiuto, ma erano tutti lontani, anche l’ospedale. Ho sentito il bambino lottare e poi smettere di muoversi. Sapevo di doverlo tirare fuori in qualche modo”

Cerca di farsi forte, si aiuta con due tazze di mezcal, il forte liquore messicano e, con un coltello lungo 15 centimetri che usa ancora oggi per tagliare frutta e verdura, e pratica un’incisione verticale di 17 centimetri sul proprio addome.

“La prima volta non ci sono riuscita – racconta in lingua indigena zapoteca – urlavo e gridavo dal dolore ma poi ho provato di nuovo e ce l’ho fatta.” “Ho aperto il mio ventre e ho tirato il bambino per i piedi, ha pianto subito e sono stata felice.”

Inés ha spostato con le sue mani gli organi interni per farsi spazio e poter prendere il figlio e ha poi tagliato il cordone ombelicale.

“C’era sangue dappertutto ma appena ho visto che il bambino era vivo mi sono detta che dovevo farmi forte e vivere per lui. Ho creduto che Dio ci avrebbe salvato entrambi.”

La mamma ha poi la forza di cucirsi alla bene e meglio la ferita con ago e filo.

Il figlio maggiore, Benito, intanto, chiama aiuto e una volta soccorsa e portata in ospedale, il ginecologo, il dottor Honorio Galvan, che l’ha assistita si è detto stupefatto dell’accaduto, che, malgrado tutto, la donna non fosse morta, non ci fossero infezione, né sanguinamento interno o lesioni.

Senza esserne consapevole Inés aveva praticato un cesareo mentre si trovava nella posizione conosciuta con il nome di nascita indiana, ovvero con l’utero che si trovava proprio sotto la pelle, rendendo così meno pericoloso il taglio di organi vitali.

Inoltre, probabilmente, anche la mancanza di conoscenze, di cultura della donna non le hanno dato modo di indugiare ulteriormente.

Dopo una settimana circa Ines è stata dimessa con il suo bambino, ha affrontato un viaggio in autobus di 12 ore sulle strade sterrate e una volta giunta sulle montagne vicino a casa sua ha preferito scendere, avvolgere il bimbo nel suo scialle e tornare a casa a piedi attraverso quella che lei chiama una “scorciatoia” di un’ora e mezzo!

Il caso di Inés è stato eclatante e per certi versi fortunato, la forza di una mamma è davvero stupefacente, come il suo istinto.

Certo i fatti fanno emergere però anche un’altra realtà estremamente lontana dalla nostra, dove è ancora possibile trovarsi in situazioni così estreme e dove per molte mamme la conclusione non è così felice.

Fonti: Journal of Gynecology and Obstetrics, DailyTelegraph, Theunnecesarian

Video:



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici