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Yara Gambirasio: è Morta a Chignolo D’Isola, il Cadavere Non è mai Stato Spostato

di Federica Federico

11 Novembre 2014

 

Yara Gambirasio

Massimo Giuseppe Bossetti è uscito dall’isolamento carcerario a cui stato costretto sin dal momento del suo arresto; il magistrato che da sempre segue il caso Gambirasio, Letizia Rugieri, ha dato ordine di spostare il detenuto in un’ala del penitenziario “abitata” da detenuti tutti condannati per reati gravi (come omicidio, stupro, violenza intima su minori).

Dallo scorso 28 ottobre, giorno del suo 44esimo compleanno, Bossetti divide la cella con 5 “compagni di viaggio”. Gli avvocati difensori temono il cosiddetto “codice carcerario” e, stando alle dichiarazioni riporatate dal settimanale “Giallo”, Cairo editore, nel n° 45 del 12 novembre 2014, non manifestano aperto entusiasmo per la nuova collocazione carceraria del loro assistito.

Qualcuno sussurra che dietro il “nuovo alloggio” concesso al detenuto ci sia la speranza che Massimo Giuseppe liberi qualche confidenza ai suoi compagni di cella.

Sta di fatto che, ad oggi, il carpentiere di Mapello, contro cui l’accusa sfodera molteplici indizi concludenti e la prova regina del DNA, continua, imperterrito, a dichiararsi innocente.

Nelle vesti di papà ed in occasione del suo compleanno, il presunto killer di Yara ha ricevuto in carcere i 3 figli accompagnati dalla moglie, per la prima volta le porte del carcere si sono spalancate dinnanzi alle due bambine di Massimo Giuseppe.

Il resto della famiglia avrebbe inviato al presunto killer di Yara un biglietto di auguri, non potendo Massimo Giuseppe ricevere tutti. Lo stesso numero di “Giallo“, appena citato, rivela un dettaglio relativo al biglietto di auguri che la famiglia avrebbe indirizzato a Massimo Giuseppe, si tratta di un dettaglio assolutamente “particolare”:

l’augurio che ha raggiunto il presunto assassino sarebbe stato firmato da mamma Ester, da suo marito Giovanni, dalla gemella di Massimo ma non dal fratello.

Al fratello Massimo Giuseppe si è “appoggiato” nella “manifestazione” del suo alibi, nel senso che lo ha apertamente chiamato in causa, infatti, avrebbe sempre dichiarato che nel giorno della scomparsa di Yara lui era a Brembate per andare a casa del fratello. Circostanza, questa, smentita da Fabio Bossetti. La mancata firma ha qualche cosa a che vedere con la posizione di Massimo Giuseppe? )

A questa domanda, e presupponendo che l’informazione contenuta nelle pagine di “Giallo” (e relativa al biglietto di auguri) sia vera, potrebbe dare risposta certa solo Fabio Bossetti.

Intanto dall’esame autoptico del cadavere arriva una notizia chave che segna una tappa importante dal punto di vista investigativo e nella ricostruzione precisa e certa della morte di Yara: Yara Gambirasio sarebbe certamente morta nel giorno della sua scomparsa e nel campo di Chignolo d’Isola.

Il luogo e la data della morte di Yara sono certi grazie alla scienza:

– l’autopsia ha chiarito che la digestione di Yara era in corso nel momento della morte e si è fermata per effetto del decesso. Ciò che la ragazzina stavo digerendo era corrispondente al pranzo consumato quel giorno a casa Gambirasio.

– Yara, nel momento del ritrovamento del cadavere, stringeva tra le mani terra ed erba del campo di Chignolo d’Isola, quella stretta poteva essersi chiusa solo mentre la giovane moriva né è pensabile che l’eba sia cresciuta attraverso le dita di Yara già morta e deposta nel campo.

Questo dato chiave esclude che la morte sia avvenuta altrove: fissa, all’opposto, il luogo del decesso nel campo ove il corpo fu rinvenuto circa tre mesi dopo.

– Le risultanze peritali dimostrerebbero anche che Yara tentò di fuggire al suo assalitore, probabilmente nel farlo si addentrò nel campo di Chignolo e raggiunse il punto dove fu assalita un’ultima volte e finita brutalmente.

Il cerchio del giallo Gambirasio si chiuderebbe dunque tutto su quel campo di Chgnolo d’Isola dove sarebbe stata ritrovata Yara, le tracce del suo assassino e il DNA?

 



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