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Influenza 2014-2015: Sintomi, Cura e Rimedi

di Federica Federico

26 Novembre 2014

 

Influenza 2014-2015: riconoscerla, curarla e prevenire il contagio

Influenza 2014 – 2015:

quando ci sarà il picco? Quali saranno i sintomi che caratterizzeranno questa influenza stagionale? Qual è la migliore cura e come si previene il contagio?

L’influenza è una malattia stagionale, comunemente arriva e si diffonde con la stagione fredda, l’inverno.

Anche per quest’anno (stagione 2014 – 2015) il picco della sindrome influenzale è previsto nel periodo in prossimità del Natale, cioè tra la fine dicembre e il principio di gennaio (anche se di influenza ci si può ammalare sino a marzo ovvero sino ai primi sensibili innalzamenti della temperatura che mettono Ko i virus influenzali).

Da un punto di vista squisitamente medico la sindrome influenzale rientra nella categoria delle infezioni respiratorie virali.

L’influenza è dunque un virus, ed il virus è un microrganismo capace di penetrare all’interno del nostro corpo conducendo nell’organismo malattie sintomatiche.

Quali sono i sintomi dell’influenza 2014 -2015?

Per definizione il virus influenzale è un’affezione delle vie respiratorie quindi mal di gola e tosse possono essere i primi campanelli di allarme, tuttavia la sintomatologia influenzale è ben più vasta, qui di seguito l’elenco dei più comuni sintomi influenzali:

 

  • febbre,

  • mal di testa,

  • malessere generale,

  • sudorazione,

  • inappetenza,

  • tosse,

  • mal di gola,

  • congestione nasale,

  • raffreddore,

  • dolori muscolari,

  • nausea,

  • vomito,

  • diarrea.

Attenzione: non è detto che il paziente affetto da influenza presenti tutti questi sintomi.

La comparsa dei diversi sintomi influenzali e la loro intensità dipende dalla virulenza della malattia (laddove il virus influenzale è più aggressivo nel periodo del cosiddetto picco) e dalla risposta soggettiva del corpo.

La febbre, in modo particolare, è un sintomo variabile che può non comparire affatto o essere alta, con picchi anche oltre i 38°.

Come si contrae l’influenza?

L’influenza è un virus che si trasmette per via aerea, ciò equivale a dire che il contagio avviene attraverso goccioline di muco e\o di saliva infette.

Va detto che la virulenza dei virus influenzali è facilitata e potenziata dalla semplicità con cui avviene il contagio:

basta parlare ad una distanza ravvicinata per essere colpiti dalla saliva infetta e basta condividere lo stesso ambiente per entrare in contatto con microgoccioline di muco e\o saliva infette.

Il virus influenzale è caratterizzato, infatti, da una buona resistenza all’ambiente esterno:

in situazioni di bassa temperatura e umidità il virus una volta liberato dal corpo dell’ammalato (per esempio attraverso uno starnuto o nella saliva espulsa parlando o tossendo) non muore subito né facilmente.

E’ per questa considerevole resistenza del virus che la sindrome influenzale si diffonde con semplicità e velocità, sopratutto negli ambienti promiscui o chiusi.

A scuola, per esempio, basta che i bambini si scambino oggetti o giocattoli oppure è sufficiente che condividano il banchetto per vivere un alto rischio di contagio.

Il malato affetto da influenza è contagioso già nelle 24 ore precedenti alla comparsa dei sintomi influenzali, ciò significa che il contagio può avvenire prima ancora che il paziente sospetti di avere l’influenza o scopra di essere stato colpito dal virus.

L’influenza ha un periodo di incubazione variabile da 1 a 4 giorni.

La malattia, che comunemente passa senza lasciare strascichi, ha una durata massima di 7\10 giorni e generalmente la guarigione dei bambini pretende qualche giorno di convalescenza in più.

Di influenza ci si può ammalare più di una volta nella stessa stagione. Ed in merito va detto che si possono ammalare anche i soggetti vaccinati, il virus influenzale è infatti un virus mutevole, capace di modifiche e mutamenti anche nel corso della cosiddetta stagione influenzale:

tecnicamente si dice che i virus influenzali sono in grado di modificare il loro assetto genetico per cui durante una stessa stagione fredda l’influenza è capace di “generare” sottotipi di virus nuovi, inaspettati e anche non coperti dal vaccino stagionale.

Quello influenzale è un virus mutevole e questo spiega perché la composizione del vaccino anti-influenzale è sempre diversa: il vaccino dell’anno precedente o degli anni passati non sarà mai uguale e ugualmente composto rispetto a quello del nuovo anno o degli anni futuri.

La composizione del vaccino contro l’influenza va aggiornata di anno in anno tenendo conto delle possibile evoluzioni e delle caratteristiche del virus stagionale. Ma, ad onor del vero, non è mai escluso che un ceppo influenzale si possa evolvere (nel corso della stagione invernale) anche in modo tale da generare sottotipi capaci di sfuggire alla copertura vaccinale.

Quali sono i soggetti più a rischio influenza?

I neonati e gli anziani al di sopra dei 65 anni di età sono i soggetti statisticamente più esposti al pericolo influenza non solo perché il loro corredo immunitario è debole (nei neonati non è del tutto formato e negli anziani è indebolito dall’età) ma anche perché, a causa del “deficit immunitario”, questi soggetti sono più esposti a complicazioni.

Comunemente l’influenza passa senza pregiudicare la salute complessiva del paziente che, una volta guarito dal virus, di norma torna sano e non risente di alcuna conseguenza fisica:

ma in alcuni soggetti più deboli alla sindrome influenzale possono sovrapporsi altri disturbi quali polmoniti batteriche (laddove l’aggressione batterica viene facilitata dalla debilitazione fisica); disidratazione; peggioramento di malattie persistenti o croniche; peggioramento di sinusiti o otiti ricorrenti o croniche.

L’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) e il Ministero della Salute consigliano il vaccino alle cosiddette categorie a rischio per esempio ai soggetti affetti da malattie croniche dell’apparato cardiovascolare o respiratorio.

Alcuni ginecologi consigliano la somministrazione del vaccino anche alle gestanti, la tendenza prevalente è quella di ammettere la vaccinazione della donna incinta dopo la 14esima settimana di gestazione e di valutare l’opportunità del vaccino per le donne che, nel periodo di maggiore incidenza dell’influenza, attraverseranno il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza.

Vaccino antinfluenzale in gravidanza:

Sfatiamo alcuni miti partendo dalla pericolosità del vaccino per il feto: il vaccino non è pericoloso per il bambino perché non inocula il virus vivo bensì porta nel corpo della donna il virus morto che garantisce l’immunizzazione. Ed anzi va precisato che l’effetto immunizzante si produce anche sul bambino.

A quelle mamme che decidano di non praticare il vaccino antinfluenzale va detto, per dovere di chiarezza informativa, che l’influenza comunemente passa senza nessuna conseguenza per la salute della mamma e del bebè.

Di norma l’influenza non è così virulenta da determinare complicazioni, tuttavia, per lo stesso dovere di correttezza informativa, va precisato che in teoria forti e aggressive sindromi influenzali possono fare insorgere il pericolo di parti pre termine.

Inoltre la gestante è più esposta a possibili e teoriche complicazioni a carico del sistema cardiocircolatorio nonché a complicanze respiratorie.

Attenzione: questa teoricamente maggiore esposizione a complicanze possibili e eventuali è di per sé determinata dal fatto che il sistema cardiocircolatorio e respiratorio della donna incinta è già naturalmente “sotto sforzo” per la gravidanza.

Durante la dolce attesa è possibile curare l’influenza farmacologicamente e con successo, esistono anche categorie di antibiotici somministrabili alle donne incinta e che non hanno alcun effetto negativo sul bambino.

La sola cosa fondamentale è non affidarsi mai a cure fai da te!

Se sei incinta e non ti senti bene, non prescriverti mai medicine da sola, ricorda che non sei un medico e consulta il tuo ginecologo prima di assumere qualunque farmaco.

Le donne incinta, così come le mamme per la cura dei bimbi piccolissimi o piccoli, devono sempre rivolgersi al pediatra per la prescrizione e la somministrazione dei farmaci anche di quelli antinfluenzali considerati più comuni, nessun farmaco è “banale”.

Come si cura l’influenza?

Le affezioni virali spesso fanno il loro corso e si risolvono spontaneamente senza il supporto di molti medicinali.

Attenzione: l’influenza non si cura con l’antibiotico (a cui si ricorre solo per le affezioni batteriche).

Gli antibiotici sono efficaci solo per contrastare le infezioni causate da batteri mentre non producono alcun effetto positivo contro le infezioni virali (influenza compresa).

  • Sotto stretto controllo medico si può ricorrere ad antipiretici ed analgesici per contrastare febbre alta e dolori (cefalea o dolori articolari);
  • i fermenti lattici, associati ad una buona alimentazione, sostengono il ripristino della flora batterica in caso di disturbi dell’apparato gastrointestinale;
  • in alcuni casi e per alcune fasce d’età gli espettoranti possono favorire l’espulsione dei muchi.

Attenzione: non somministrate mai espettoranti ai bambini senza aver consultato il pediatra. Ricordate che il miglior modo per liberare i bambini dai muchi (nonché per prevenirne la formazione) è costituito dalle docente nasali o dal rinowash praticato con regolarità.

influenza 2014-2015

Come si previene l’influenza?

Lavare spesso le mani è il primo argine all’aggressione batterica. Il lavaggio frequente delle mani è un’accortezza di cui chiunque può avvalersi per evitare il contagio influenzale.

Fuori casa è consigliabile fare anche uso delle soluzioni disinfettanti in gel o spray, laddove non sia possibile lavare con frequenza le mani.

E’ buona norma non scambiare con nessuno bottiglione d’acqua o stoviglie.

Dove possibile è preferibile evitare ambienti chiusi o promiscui in particolari modo quelli privi di una corretta areazione.

Areare gli ambienti è sempre utile e proficuo.

Infine chi si ammala di influenza dovrebbe rimanere volontariamente isolato per 7\10 giorni ovvero per tutto il corso della malattia in modo tale da evitare la diffusione del contagio, ciò vale sopratutto per i bambini che a scuola vivono in una condizione di promiscuità in cui la trasmissione del virus è semplicissima, trasmissione facilitata anche dalla ridotta cognizione del rischio che i bambini hanno rispetto alla malattia ed alla sua diffusione.

 



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