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Omicidio di Loris Stival: la Mamma e il Papà Condotti in Procura da un’Auto Civetta della Polizia

di Federica Federico

08 Dicembre 2014

La mamma di Loris prelevata da PS e CC

Veronica Panarello e suo Marito Davide Stival, madre e padre di Loris, il bambino di 8 anni ucciso in circostanze ancora da accertare lo scorso 29 novembre, hanno da poco lasciato la loro abitazione, sono saliti su un’auto civetta della polizia e sono stati accompagnati in Procura a Ragusa.

I genitori della piccola vittima sono stati prelevati dal loro appartamento e condotti a Ragusa nella sede della Procura probabilmente perché gli inquirenti sono vicini ad una svolta definitiva. Per ricomporre l’intero quadro investigativo e chiudere il cerchio non è escluso che gli investigatori abbiano necessariamente bisogno di sentire ancora una volta mamma Veronica.
La donna è stata sempre convocata ed ascoltata solo a titolo di persona informata dei fatti e continua a non essere indagata.
L’avvocato della mamma di Loris insiste nel sottolineare che la sua assistita è nella vicenda della scomparsa del bambino solo parte offesa, vittima sofferente di un’enorme ingiustizia che le ha inferto l’immenso dolore della perdita di un figlio.
Il Corriere di Ragusa. it, citato come fonte della notizia anche dall’ANSA, azzarda una possibilità importante e grave affermando che “in serata potrebbero essere resti noti i nomi degli autori del delitto, almeno due”.

Sull’ANSA.it Sicilia si legge, appunto, che “sarebbero almeno due i colpevoli dell’omicidio del piccolo Loris Stival” persone di cui il bambino si fidava e che conosceva.

E’ probabile che una delle due persone abbia materialmente tolto la vita al bambino e l’altra abbia, invece, provveduto all’occultamento del cadavere, in questo concorso e a fronte di questa complicità è plausibile che le due ipotetiche persone in questione si coprano a vicenda.

Ma questi “possibili e presunti colpevoli” chi sono e che ruolo avrebbe la mamma di Loris in tutta questa vicenda?

Secondo il legale di Veronica Panarello la mamma non ha alcun ruolo nella morte del figlio: la donna continua a sostenere di essere vittima di una tragedia; afferma di avere accompagnato suo figlio a scuola e di non averlo ritrovato all’uscita; ribadisce che le fascette elettriche rimesse nelle mani della maestra di scienze erano nella disponibilità del figlio perché il bambino aveva sostenuto che gli occorressero a scuola come materiale didattico per un esperimento; chiarisce di non avere mai tentato il suicidio in passato; e sostiene, per il tramite del suo legale, che la Polo nera (ovvero la vettura della signora Panarello, ndr) è rimasta nella sua esclusiva disponibilità per l’intera giornata della tragedia.

In realtà la posizione della madre è diventata oggetto di “attenzione” ed ha stimolato degli approfondimenti investigativi da parte degli inquirenti a causa di alcune incongruenze probabilmente rilevate nei racconti della donna: ad insinuare dubbi e ad aprire quesiti ancora non risolti sono state le immagini riprese dalle telecamere di Santa Croce Camerina.

I frame video in mano agli inquirenti hanno rilevato qualche cosa di nuovo?

Secondo le indiscrezioni giornalistiche, una telecamera di sorveglianza ha collocato la macchina della madre a pochi metri dal luogo del ritrovamento del cadavere del figlio, mamma Veronica si difende sostenendo che si era solo fermata a buttare l’immondizia e per questo avrebbe preso un strada diversa da quella comunemente impiegata per raggiungere il suo corso di cucina.

Quale sarebbe stato il movente del delitto?

Malgrado Loris sia stato trovato senza gli slip, sebbene vestito e forse solo con i pantaloni slacciati (e non calati) – dettaglio questo su cui la stampa non è univocamente d’accordo – non è stata confermata né smentita l’ipotesi di abusi pregressi alla morte: si sa per certo che nel giorno dell’omicidio Loris non è stato abusato mentre non si sa se abbia mai subito violenze in precedenza.

In assenza di segni di violenza evidenti e mancando la conferma di una pur paventata ipotesi di abusi resta il dubbio sul movente: perché un bambino così piccolo è stato ucciso?

Sono oggetto di approfondimento giudiziario anche le telefonate partite e ricevute dall’utenza telefonica intestata alla mamma di Loris:

nei 36 minuti che vanno tra le 8.49 e le 9.25 di sabato 29 novembre la donna riceve una sola telefonata a chiamarla è il marito e la conversazione dura solo due minuti. Ovviamente i tabulati registrano il contatto telefonico ma non la conversazione quindi non è dato sapere cosa si siano detti marito e moglie.

Secondo la ricostruzione di mamma Veronica Loris a quell’ora era già “teoricamente a scuola” e non in casa con lei.
Secondo la presunta smentita data dai frame delle telecamere cittadine Loris poteva essere nell’appartamento.

Ciò che appare non comune è che nella mattina della scomparsa partono dal cellulare di mamma Veronica e arrivano sul medesimo apparecchio molte chiamate, tutte dirette e provenienti a e da uno stesso ambito: la stretta cerchia familiare.

Secondo l’ANSA i tabulati registrano complessivamente una decina di chiamate e una mezza dozzina di sms, molti messaggi provenivano dal gestore telefonico, quindi indicavano che qualcuno aveva tentato di chiamare Veronica mentre il suo telefonin o era spento o non era raggiungibile o risultava occupato.



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