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Papà Arrestato perché ha Cercato di “Salvare” la Figlia di 2 Anni Malata di Cancro (Foto)

di Federica Federico

23 Gennaio 2015

 

Papa Arrestato perché ha Cercato di "Salvare" la Figlia di 2 Anni Malata di Cancro (Foto e Video)

La somministrazione di sostanze stupefacenti ai minori è un reato e tale regola vige in ogni società civilizzata.

In qualsiasi ordinamento normativo moderno si contempla, cioè, una norma che vieta di mettere in pericolo un bambino e\o un minore fornendogli o inducendolo ad assumere droghe.

La droga altera gli equilibri psicofisici, insiste sulle reazioni neurologiche e biologiche del corpo, può creare scompensi e disequilibri, induce stati di alterazione della realtà, ecc.

A fronte, però, della lunga lista di effetti negativi della droga e delle possibili complicazioni fisiche conseguenti all’uso di sostanze stupefacenti, va detto che alcune tipologie di droghe si fanno largo tra gli antidolorifici e in “protocolli di cura sperimentali” cominciano ad essere adoperate nelle terapie anti-dolore, è il caso, per esempio, della cannabis.

Posta la legge che vieta la somministrazione di sostanze stupefacenti ai bambini e contrapposta ad essa la natura “curativa” di alcune droghe,

cosa succede se un genitore disperato somministra un estratto di cannabis alla sua bambina affetta da tumore e lo fa per alleviare i dolori e le sofferenze di quel male minaccioso che piano piano sta portando via la vita della figlia?

Questa ipotesi di scuola è diventata un caso dibattuto dalla stampa internazionale perché nella realtà un papà australiano, Adam Koessler, è stato arrestato per aver provato a curare la figlia malata di cancro con dell’olio di cannabis.

Papa Arrestato perché ha Cercato di "Salvare" la Figlia di 2 Anni Malata di Cancro (Foto e Video)

Adam Koessler è il padre di Rumer, 2 anni, una principessa bionda divorata da un tumore, una bambina allegra che ha perso il sorriso perché il dolore del corpo le ha tolto l’appetito, l’ha costretta a rannicchiarsi in un letto senza forze, l’ha privata della speranza e le ha mostrato la disperazione della malattia.

Rumer ha conosciuto il lato peggiore della vita, ha, a soli 24 mesi di vita, incontrato ed affrontato la sofferenza e sta ancora combattendo contro la morte.

Adam ha cercato nell’olio di cannabis un rimedio che arginasse le sofferenze della figlia. In un’intervista rilasciata ad un quotidiano australiano e ribattuta dal Mirror, che sta seguendo da vicino la vicenda, Adam chiarisce le sue scelte:

  • senza negare di aver violato la legge, sostiene che la somministrazione della sostanza stupefacente aveva il solo scopo di permettere alla bambina di affrontare la malattia “libera” dal dolore, riprendendo a mangiare, riuscendo nuovamente a reagire agli stimoli e tornando a “sorridere”.

Stando alla versione dei fatti riportata da Adam ed ora oggetto dell’indagine a suo carico, Rumer avrebbe avuto dei benefici dall’olio di cannabis che oggettivamente avrebbe limitato il dolore e arginato le sofferenze. La “sostanza illegittimamente somministrata” avrebbe consentito alla piccola persino di tornare ad alimentarsi.

bambina malata papà arrestato

Il padre sostiene che la bambina, afflitta da dolori al ventre lancinanti, dopo la somministrazione della sostanza “pericolosa”, grazie al potente effetto anti-dolorifico, si sarebbe sentita meglio. Secondo le dichiarazioni di Adam, Rumer senza quello straziante dolore al pancino avrebbe ripreso a mangiare, recuperando persino qualche grammo di peso corporeo; laddove l’alimentazione, in un malato di cancro in stato avanzato, equivale a rimanere in vita, a combattere ed a sperare.

Il 2 gennaio Adam viene arrestato, a quanto pare la denuncia sarebbe partita dai sanitari del nosocomio ove Rumer è in cura, l’accusa è, appunto, quella di somministrazione di droghe ad un minore di anni 16.

 

bambina malata papà arrestato

Dietro la corresponsione di una cauzione Adam torna a casa, ma tra le condizioni della “sospensione della detenzione” ve ne è una gravosa più di una pena: al papà è fatto divieto di incontrare la figlia malata.

Adesso, dopo la vicenda e quindi dopo la sospensione dell’olio di cannabis, Rumer è ricoverata in terapia intensiva, in condizioni peggiori rispetto a quelle in cui si trovava alla data dell’arresto del padre.

Più di 38.000 persone hanno firmato una petizione per chiedere alle autorità competenti di garantire incontri costanti tra padre e figlia.

E’ disumano e ingiusto tenere un genitore, che ha agito per amore di suo figlio e con l’intento di prolungarne la vita, lontano dalla sua creatura durante tale grave malattia “, questo un a passaggio toccante e cruciale della petizione per Adam e Rumer.

Il 21 gennaio però Adam riesce a varcare la porta della stanza d’ospedale di sua figlia. Il personale sanitario ha allertato la polizia che, pur arrivando sul posto, ha atteso Adam fuori dalla stanza di Rumer, riconoscendo ill diritto morale di questo padre a prendersi cura di sua figlia e riconoscendo alla bambina il diritto a non subire una traumatica interruzione di quella importante visita col papà.

Anche quest’incontro, reso possibile grazie alla umanità ed al buon cuore degli agenti di polizia, è documentato sulla pagina Facebook di Adam.

E questa è la foto dell’incontro tra padre e figlia nella giornata del 21 gennaio, l’immagine è stata postata sulla pagina Facebook di Adam :

padre e figlia malata Adam

Inoltre su Facebook viene documentata l’intera vicenda giudiziaria: il papà adesso sarà chiamato a difendersi dall’accusa di illegale somministrazione di una droga ad un minore. E nella stessa pagina social si seguono i bisogni e i progressi di Rumer.

La legge nasce certamente per assicurare a tutti regole civili di sana convivenza ma Rumer ha solo 2 anni e il suo corpo combatte contro un neuroblastoma al 4° stadio, Adam, dunque, ha infranto sì una norma giuridica ma lo ha fatto mosso dal dolore e dalla rabbia. Del resto il destino si è accanito contro questa famiglia e la natura ha, in questo triste caso, infranto la più comune e innegabile speranza di ogni genitore: il benessere dei figli.

 



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