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Bambino Butta Oggetti Giù dal Balcone: Cosa Fare e non Fare

di Federica Federico

02 Febbraio 2015

 

bambino balcone

<<Aiuto mio figlio lancia dal balcone qualsiasi cosa gli capiti per le mani!>>

Qualche mamma ha perso decine e decine di mollette; qualche altra affacciandosi dal balcone ha scoperto che le macchinine del figlio erano state tutte lanciate in pista; le madri “meno fortunate” sono state richiamate dai vicini (anche giustamente) preoccupati e turbati dal lancio pericoloso di oggetti dal balcone verso la strada o il cortile:

in tutte queste situazioni il protagonista è un bambino di età compresa tra i 18 mesi e i 4 massimo 5 anni e l’azione “incriminata e preoccupante” è l’atto di far volare giù dal balcone oggetti di uso comune o giocattoli.

Normalmente quando un bambino diventa un “lanciatore compulsivo” di oggetti la mamma nutre una prima ed istintiva paura molto pressante e forte:

il genitore o l’adulto che si prende cura del bimbo teme che il piccolo lanciando giù dal balcone gli oggetti possa ferire qualcuno o danneggiare qualche auto in sosta.

Questo legittimo e corretto timore porta i grandi a sgridare con fermezza (ed a volte con aggressività) i piccoli negando loro il comportamento scorretto e opponendo punizioni ferree.

E’ normale spaventarsi dinnanzi all’azione del piccolo lanciatore ed è normale pensare alle conseguenze pericolose del gesto del bambino, tuttavia questa azione compiuta dal piccolo ha una sua ragione, può caratterizzare alcune fasi della crescita o, in altre età e in altri momenti, può equivalere ad un messaggio lanciato dal bambino.

Tra i 18 e i 24 mesi l’atto di buttare giù dal balcone oggetti e giocattoli altro non è che l’espressione (sicuramente pericolosa e da arginare) di una fase di evoluzione in cui il bambino scopre il mondo e ragiona sui fenomeni fisici.

Se a quell’età il bambino butta già una molletta, una macchinina o un peluche probabilmente sta semplicemente osservando la conseguenza di un’azione fisica, le modalità della caduta nel vuoto e sta valutando l’intensità del rumore: in altre parole sta conoscendo la realtà dei fenomeni fisici.

dal Balcone baMBINO BUTTA oggetti

Tra i 18 e i 24 mesi, infatti, i cuccioli d’uomo sviluppano l’intelligenza sensomotoria, il che significa che i bambini, utilizzando tutte le capacità motorie acquisite, fanno esperimenti fisici sulle cose che li circondano:

calciano una palla; tirano il ciuccio lontano da sé o oltre la sponda della culla; battono gli oggetti contro le sedie, i tavoli, i muri; usano i cucchiai di legno e le pentole per suonare la batteria; nascondono i pupazzi sotto le coperte per scoprire sorridendo che non sono scomparsi; sparpagliano giochi nella sala da pranzo o fanno volare cucchiaini carichi di pappa.

Questi bambini non sono monelli in erba ma solo piccole menti in crescita che stanno compiendo esperimenti sulla realtà circostante.

Il compito del genitore è, una volta osservato l’esperimento, quello di aiutare il bambino a comprendere e distinguere anche il pericolo.

Per regola generale è preferibile che i bambini piccoli non vivano da soli il balcone o il terrazzo, pur potendo e dovendo frequentare e conoscere questi ambienti esterni della casa è preferibile che i piccoli siano sempre supervisionati da un adulto ed è necessario che balconi e terrazzi garantiscano sempre la sicurezza dei bambini (anche negli arredi, laddove pure una sedia di fianco ad una ringhiera può costituire un pericolo serissimo).

Posta questa generale norma di sicurezza,

cosa deve fare il genitore qualora si dovesse accorgere che il figlio piccolo lancia oggetti dal balcone?

  1. Con pazienza e fermezza, cercando il contatto visivo col bambino, la mamma deve dirgli: “Questo non si fa” e la negazione va rimarcata sottolineando a cosa servono i giocattoli (in questo senso al bambino si deve illustrare che le cose hanno un uso proprio al quale si oppone un uso improprio e non corretto).
  2. La mamma non deve correre giù da sola a recuperare l’oggetto smarrito ma deve farsi accompagnare dal bambino e deve motivarlo ad osservare la scena nonché le conseguenze dell’azione (il genitore deve rimarcare i dettagli, dall’altezza della “postazione di lancio” sino ad eventuali lesioni del giocattolo).
  3. In ultimo il bambino deve essere chiamato alla comprensione: “Guarda amore noi usciamo tutti i giorni, tante volte, dal portone e se un bambino tirasse giù la sua macchinino mentre noi stiamo uscendo colpendoci sulla testa, beh cosa succederebbe?” (in quest’ottica, piano piano, il bimbo acquista competenze sulle conseguenze, anche possibili, di una sua azione errata).

In genere lo sviluppo dell’intelligenza sensomotoria si completa intorno ai 24 mesi.

Così dal 24esimo mese in poi il lancio pericoloso di oggetti dal balcone acquisisce una diversa caratterizzazione e non si configura più come un tassello dell’evoluzione psico-fisica del bambino, bensì rappresenta l’espressione di un disagio.

In questo senso può accadere che il bimbo diventi un “lanciatore professionista” in concomitanza con l’inserimento a scuola o con la nascita del fratellino o della sorellina, con una perdita importante oppure se è sotto pressione, per esempio se ha un agenda da presidente della repubblica (scuola, tennis, piscina, ludoteca e corso di ceramica).

Cosa deve fare il genitore se scopre che figlio più grandicello (24\30 mesi+) lancia oggetti dal balcone?

  1. Sgridarlo in modo vivace non serve, vale sempre la regola del contatto visivo genitore – bambino e vale sempre il principio dell’imposizione del divieto fermo (ovvero la regola n°1 illustrata poco sopra), ed è sempre corretto sostenere il “NO” attraverso l’esempio e la spiegazione.
  2. Fatevi accompagnare dal bambino a recuperare gli oggetti e spiegategli le eventuali conseguenze negative del suo gesto. Fategli osservare la realtà che lo circonda e spingetelo a ragionare sull’ipotesi negativa e pericolosa di un eventuale e possibile danneggiamento di cose o ferimento di persone.
  3. Non fingete mai che qualcuno si sia fatto male, non accordatevi con un vicino affinché metta in scena un “incidente” pericoloso. Questa sarebbe una mortificazione per il bambino e, anziché indurlo a desistere dal comportamento negativo, potrebbe aggravare il suo stato di disagio.
  4. Non minacciate di chiamare la polizia e non permettete ad altri di spaventare il bimbo con insinuazioni simili. Il bambino deve avvertire la complicità del genitore nella crescita e non deve percepire l’adulto come un nemico. Il compito dell’adulto è comprendere l’origine del disagio del bambino, sottolineare l’atteggiamento riprovevole del piccolo e indurre il cucciolo d’uomo alla riflessione.
  5. Se il bambino ha fatto volare giù dal balcone dei suoi giocattoli, dopo averli recuperati insieme al bimbo, “sequestrateli”. Privando il bambino dei giocattoli da lui buttati per strada l’adulto pacificamente impone all’attenzione del figlio una conseguenza negativa del suo agire e gli dimostra che le cose hanno un valore da considerare bene nel momento del loro uso.

Quando a buttare gli oggetti giù dal balcone è un bimbo più grandicello è essenziale domandarsi il perché della marachella ed ovviamente l’atto estemporaneo ha un valore diverso dall’azione reiterata.

Perciò se il gesto si ripete spesso o più volte domandatevi cosa è intervenuto nella vita del bambino, riflettete sulla sua condizione scolastica e sui cambiamenti nelle dinamiche familiari.

 



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