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La meditazione per ridurre il dolore

di Dott. Giuliano Gaglione

08 Aprile 2011

Meditazione: Siamo di fronte ad un analgesico naturale che potrebbe permettere a tutti coloro che soffrono di dolori di evitare effetti collaterali spiacevoli dovuti all’utilizzo dei farmaci! Qual’è questa pozione magica?….è una sostanza di cui tutti siamo a conoscenza e senza la quale non potremmo vivere, ovvero l’aria.

Detto in questi termini, sembrerebbe un discorso insensato, ma se approfondiamo il concetto, si capirà che non ho tutti i torti.

Il segreto per liberarsi dal dolore è imparare l’arte della Meditazione: per prima cosa assumiamo una posizione comoda, che ci possa favorire il rilassamento; a questo punto inaliamo lentamente quanto più ossigeno possibile, fino a riempirne completamente i polmoni, dopo qualche secondo espiriamo con la bocca con la stessa lentezza dell’ispirazione; ripetiamo questo semplice esercizio fino a quando non siamo in perfetta sintonia con il nostro respiro; ecco stiamo iniziando ad attraversare una fase meditativa. Se poi rilassiamo lentamente i muscoli, facciamo riposare i nervi e allontaniamo lentamente ogni pensiero negativo potrebbe accadere che la sensazione di rilassamento psicofisico si espanda piacevolmente sul nostro corpo e sulla nostra mente.

Questi esercizi sono adatti a tutti, li definisco un vero toccasana, peraltro c’è una quota di persone affette da sintomatologia algica che potrebbe trarre un ottimo beneficio anche e soprattutto dalla meditazione

Tale affermazione trae ispirazione da uno studio pubblicato sul Journal of Neuroscience in quanto gli esercizi di meditazione possono avere un effetto peculiare sulle aree cerebrali associate ad uno stimolo doloroso: secondo i ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem (Usa) tramite la meditazione si realizza un’inibizione della corteccia somatosensoriale e un’ attivazione del cingolo anteriore, dell’ insula anteriore e della corteccia fronto-orbitale che permette di ridurre il livello di dolore negli individui.

In particolare per giungere a questa conclusione sono stati condotti degli esperimenti su 15 volontari ai quali è stato inizialmente chiesto di partecipare ad un corso intensivo di meditazione chiamato “mindfulness”, il quale durava 20 minuti e consisteva nella concentrazione sul respiro e nell’allontanamento di pensieri e emozioni negative. Al contempo gli studiosi provocavano per cinque minuti un’enorme sensazione di calore raggiungendo la temperatura di 49 °C, attraverso un’apparecchiatura specifica situata sotto la gamba destra dei soggetti.

Tramite una particolare risonanza magnetica denominata “Arterial spin labelling” gli studiosi rilevavano, tramite la mappatura del flusso sanguigno, quanto intenso fosse il dolore; si è scoperto che la meditazione riduce l’algia del 40%, contro il 25% che si riscontra in normali casi in cui si somministra morfina o altri antidolorifici.

Io ritengo che questa tecnica sia assolutamente utile per vari motivi: innanzitutto i farmaci possono provocare una dipendenza sia fisica che psichica, poi, in quanto credo che la meditazione e l’effetto placebo abbiano in comune il fatto che sono entrambi dei mezzi di riduzione del dolore, privi di alcuna sostanza farmacologica. C’è comunque una differenza sostanziale che mi fa propendere per la scelta di tecniche meditative poiché, a differenza dell’effetto placebo, la persona è consapevole e soprattutto è soggetto della sua cura, diventa un tutt’uno con il suo problema e con il mezzo che permette di risolverlo evitando dunque di diventare “oggetto” di un “involucro”.



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