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Bimba Nata da Donna in Circolazione Extracorporea: Intervento unico in Italia

di Alessandra Albanese

29 Marzo 2015

Ludovica, la bimba nata grazie alla tecnica di “circolazione extracorporea” continua a crescere e a lottare.

circolazione extracorporea

Ne hanno parlato in molti in questi giorni e abbiamo voluto anche noi capire e poi spiegare cosa fosse la circolazione extracorporea e cosa c’entrasse una bambina nata poco più di un mese fa.

Partiamo dalla cronaca.

Rosa Prioli era arrivata all’ospedale Sant’Eugenio di Roma con una forma di influenza, diagnosticata come una rara forma di H1N1, l’influenza suina che ha terrorizzato il mondo quando nel 2009 scoppiò in una pandemia che dal Messico si diffuse poi in tutto il mondo.

Rosa era alla 27^ settimana di gravidanza, e le sue condizioni erano apparse ai medici gravi, sia per la donna che per il nascituro: colpita da broncopolmonite che l’aveva portata al ricovero d’urgenza.

Dopo il trasferimento all’Umberto I, grazie ad una rete di assistenza che aveva messo in contatto gli ospedali capitolini per dare alla paziente le cure necessarie, i medici decidono di mettere rosa in Ecmo (circolazione extracorporea).

La tecnica di circolazione extracorporea è un sistema che consente di far circolare il sangue di un paziente all’esterno del suo organismo, in modo da consentire che esso venga ossigenato, e re-immesso in circolo una volta “curato”, così da escludere il cuore e i polmoni da questa circolazione, consentendo agli organi di ‘riposare’.

In questo caso Rosa è stata indotta in coma farmacologico e sedata per 20 giorni e la macchina ‘cuore-polmone’ alla quale è stata attaccata, ha respirato per lei durante questo tempo.

Ma Rosa era anche incinta, oltre che malata, e ad un certo punto i medici hanno deciso che sarebbe stato meglio, per salvare due vite, che Rosa partorisse.

Lo scorso 9 febbraio una equipe dell’ospedale Umberto I con a capo Pierluigi Benedetti Panici, direttore del Dipartimento di ginecologia e ostetricia Rosa ha dato alla luce la piccolissima Ludovica, di 1,400 kg.

circolazione extracorporea

Rosa rischiava di perdere la bimba, e dunque i medici hanno realizzato che, sebbene il rischio di far nascere un bambino prima della 30^ settimana fosse alto, lo era ancor di più lasciare la bimba nell’utero della mamma malata.

“Siamo riusciti a sedare per 20 giorni la paziente e attaccarla all’Ecmo permettendo ai polmoni di riposare. Allo stesso tempo è stata portata avanti la gravidanza. Poi si è deciso di operare con un parto cesareo che in queste condizioni è molto critico, ma tutto è andato bene“, ha detto il Dottor Benedetti Panici.

Rosa infatti poteva cadere in ipossia, ovvero una carenza d’ossigeno, che ha determinato l’utilizzo dell’Ecmo, ma anche così il rischio di sofferenza fetale o danni permanenti ai vari organi, o ancor peggio la morte erano un rischio troppo alto da correre.

Qualche giorno prima dell’intervento cesareo dunque a Rosa è stato somministrato una quantità di steroidi per far giungere a maggiore maturazione i piccoli polmoni della bambina e poi, il 9 febbraio, la bimba è venuta alla luce.

Alla nascita la bimba presentava delle membrane ialine polmonari, una patologia di cui sono affetti i prematuri, causata dalla mancanza di una sostanza che predispone all’espansione dei polmoni.

Per 5 giorni Ludovica è stata intubata e ventilata, ricoverata nell’Unità di terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale.

Dopo che la piccola ha iniziato a prendere il latte, prima con un sondino e poi col biberon, è stata liberata da tubi e cannule.

Oggi Ludovica pesa 2.5 chilogrammi, ed è ancora in terapia intensiva, tutti gli esami rilevano i suoi parametri nella norma (elettroencefalogramma, test dell’udito ecc), e i suoi progressi fanno pensare che il peggio è passato, e presto, forse anche la prossima settimana, potrà essere tra le braccia della mamma.

circolazione extracorporea

Questo parto, ovvero un cesareo da donna in circolazione extracorporea, è il primo in Italia e il terzo nel mondo (un altro in Australia e un altro in Corea del Sud), ed è stato possibile grazie alle dotazioni strumentali dell’ospedale Umberto I, intervento che fino ad oggi sarebbe stato impensabile, ma che adesso è una realtà.

 

Il papà della piccola Ludovica, Guido, parla di un miracolo: “E’ stato un doppio miracolo. Nel giro di qualche ora la situazione è precipitata, avevo visto davanti a me il buio. Per fortuna la situazione si è risolta al meglio”.

Questa Pasqua, per Guido, Rosa e la piccola Ludovica, potrebbe davvero essere la Pasqua dei miracoli.

 

Fonte: Ansa



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