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Linguaggio non verbale, come si parla con il corpo

di Dott. Giuliano Gaglione

27 Aprile 2011

 

<<Dimmi come ti poni e ti dirò chi sei!>>

Il corpo, tramite i suoi movimenti e la sua disposizione nello spazio, permette di inviare una grande varietà di messaggi, sia consapevolmente che inconsapevolmente. L’insieme di tutti questi messaggi viene definito “comunicazione non verbale”.

L’intenzione di questo articolo è quella di illustrare il “linguaggio del corpo”, ovvero inquadrare e esaminare tutti quei dettagli “di comportamento ed atteggiamento fisico” che, pure esulando dalle parole, sono comunque un importante elemento comunicativo.

 

Alcuni atteggiamenti o stati emotivi possono essere trasmessi attraverso modifiche della vocalizzazione, ovvero:

 

Ampiezza:

  • variazione moderata = piacevolezza o felicità
  • variazione estrema = paura

 

Tono:

  • variazione moderata = rabbia, noia, paura, disgusto
  • variazione estrema = piacere, sorpresa, felicità
  • basso livello = piacevolezza, noia o tristezza
  • alto livello = attività, potenza, ma anche rabbia, paura

 

Ritmo:

  • lento = noia o tristezza
  • veloce = piacevolezza, potenza, attività, sorpresa, rabbia, paura

 

Se invece vogliamo analizzare altri fattori, quali: lo spazio fisico che separa due persone, l’angolazione secondo la quale due persone si dispongono nello spazio l’una rispetto all’altra e la posizione assunta dal corpo nello spazio è necessario focalizzare la nostra attenzione sui seguenti aspetti:

 

  • Distanza: da quella intima in cui si crea una zona accessibile solo alle persone con le quali si instaura un rapporto basato sulla familiarità e sulla fiducia fino a quella pubblica, tipica delle persone non si conoscono.
  • Orientazione: ovvero la posizione del corpo in relazione ad un’altra persona: essa può essere sia parallela (o fianco a fianco), che è segnale di cooperazione e di buon accordo, sia frontale (o faccia a faccia), con la quale si può manifestare ostilità e competitività. Di conseguenza l’orientazione intermedia “ad angolo acuto(quindi più vicina a quella parallela) tende a far diminuire le probabilità si contrasto tra due persone, esito opposto si verifica nel momento in cui tale orientazione sia “ad angolo ottuso”.
  • Postura:

In piedi: postura aperta, ovvero corpo eretto ma non rigido = accettazione e disponibilità; chiusa, cioè spalle sollevate con la testa incastrata tra di esse e braccia incrociate sul petto = rifiuto e chiusura.

Seduta: si parla postura congruente quando alcune parti del corpo di una persona cono posizionate allo stesso modo di un’altra. Postura congruente aperta (identica) = accordo perfetto tra due persone. C’è incongruenza posturale quando nessuna parte del corpo di un individuo presenta la stessa posizione rispetto all’interlocutore.

  • Sguardo: attraverso questo elemento si inviano almeno due segnali: il primo è che c’è possibilità di comunicazione; lo sguardo inoltre può essere un ottimo simbolo dell’ interesse che si nutre nei confronti della persona guardata. Spesso questa componente viene considerata come un’utile segnale di corteggiamento, difatti sovente l’essere osservati denota una soddisfacente dose di gradimento da parte dell’osservatore.

In generale, più una persona guarda, più viene considerata sicura di sé e gradevole; se poi supera un certo limite la gradevolezza si trasforma in sgradevolezza.

Sguardo vicino = disponibilità all’intimità

Osservare senza convergere lo sguardo = poca volontà di avvicinarsi

Sguardo lontano = volontà di allontanarsi

  • Espressione del volto: La fronte e le sopracciglia comportano dei movimenti muscolari che esercitano la funzione di commento dei discorsi in atto; quando la bocca è aperta parzialmente significa che c’è desidero di comunicare e di capire, mentre quando è quando le labbra sono rigide, si denota un atteggiamento di chiusura; quando le stesse vengono risucchiate vuol dire che l’individuo nutre ostilità e collera.
  • Gestualità: essa può essere utile da un lato per codificare maggiormente i messaggi verbali, come ad esempio i gesti illustratori, utili per punteggiare ed accentuare ciò che viene espresso tramite le parole, altri possono manifestare stati d’animo o emozioni. In tal caso si parla di gesti espressivi, ad esempio coprirsi il viso per la vergogna o stringere i pugni per la rabbia. Inoltre esistono altri gesti finalizzati ad un inconsapevole adattamento ai messaggi ricevuti o alla soddisfazione dei propri bisogni, ovvero quelli adattivi, ad esempio lo stuzzicarsi e il grattarsi il viso indicherebbero vergogna.

  • Contatto: esso non solo esprime i principali atteggiamenti interpersonali e le emozioni, ma può avere anche un significato sessuale e di intimità; inoltre il contatto corporeo può essere un utile mezzo di controllo interpersonale, soprattutto se associato allo sguardo. Esso si distingue in:

Palmare = senso di accoglimento, calore ed affetto

Col dorso della mano = disprezzo e rifiuto

 

A conclusione di questa elencazione di tutti quei canali non verbali utili ugualmente a comunicare, spero che le persone possano utilizzare questo scritto per arricchire le proprie conoscenze in materia di comunicazione, in particolare questo articolo potrebbe servire a chi dovrà cimentarsi nel fatidico “primo appuntamento” cosicchè possa notare se, attraverso il linguaggio non verbale dell’altro, suscita o meno interesse.



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