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Sindrome da shock tossico da assorbente interno

Una modella ha perso entrambe le gambe per l'uso di un assorbente interno: la sindrome da shock tossico colpisce in modo subdolo e pericoloso

di Maria Corbisiero

06 Giugno 2023

Sindrome da shock tossico da assorbente interno

Indossare assorbenti durante il ciclo mestruale è considerata un’azione normale e banale eppure, senza le giuste informazioni, questo gesto abitudinario può cambiare radicalmente la vita di una persona. Lauren Wasser questo lo sa bene, la modella ha perso entrambe le gambe a causa della Sindrome da shock tossico provocata da un assorbente interno.

Chi è Lauren Wasser

Nata il 2 Marzo del 1988, figlia di due modelli, Lauren è letteralmente cresciuta nel mondo della moda. La Wasser ha preso parte al suo primo servizio fotografico quando aveva pochi mesi di vita: a soli 4 mesi è apparsa sul magazine Vogue insieme alla madre Pamela “Pam” Cook, celebre top model degli anni ’80 e ’90.

 

Crescendo ha coltivato il suo interesse per la moda nonché la sua passione per lo sport, in particolar modo il basket. La sua vita si divideva tra i tacchi a spillo indossati in passerella o durante gli shooting fotografici e le scarpe da ginnastica portate sul campo di pallacanestro.

 

Un’esistenza ricca di successi e conquiste che mai avrebbe immaginato potesse interrompersi così all’improvviso e per qualcosa di cui non era assolutamente a conoscenza: la Sindrome da shock tossico dovuta ad un assorbente interno.

La storia di Lauren Wasser

Il calvario della modella ha avuto inizio nel 2012, più esattamente nei primi giorni di Ottobre. All’epoca aveva 24 anni, era in perfetta forma e svolgeva una vita molto attiva, motivo quest’ultimo che la portava a preferire gli assorbenti interni, utilizzati anche nei giorni di flusso abbondante.

 

Dopotutto era stata sua madre ad insegnarle ad usarli, sin da quando aveva 13 anni, avvertendola di effettuare il cambio del tampone ogni 3-4 ore. E così aveva fatto anche quel giorno, un vero e proprio “rituale” che da ben 11 anni ripeteva ogni mese.

 

Il 3 Ottobre 2012 Lauren iniziò ad accusare i primi malesseri, stanchezza e spossatezza che aveva attribuito ad uno stato influenzale. Dopo esser stata alla festa di un’amica quella stessa sera, la giovane è tornata a casa per riposare.

 

Lì ha praticamente perso i sensi e la sola cosa che ricorda di quel giorno è l’essere stata svegliata dall’abbaiare del suo cane e dal campanello di casa che continuava a suonare. Trascinatasi ad aprire la porta, Lauren si è trovata davanti la polizia che, allertata dalla madre che non aveva sue notizie, era andata a controllare che stesse bene.

 

La modella non era in grado di dire per quanto tempo avesse dormito, si presume per un bel po’ dato che il cagnolino aveva fatto i suoi bisogni in giro per la casa. Dopo aver rassicurato i poliziotti e dato da mangiare al cane, la giovane ha telefonato alla madre per rassicurarla.

“Le ho detto che volevo andare a letto e che l’avrei chiamata domattina. E questa è stata l’ultima cosa che ricordo sia successa”.

La corsa in ospedale

Non ricevendo alcuna notizia dalla figlia, il mattino seguente Pamela Cook ha chiamato nuovamente la polizia e un amico chiedendo loro di recarsi a casa di Lauren. La giovane era priva di sensi, riversa sul pavimento della sua camera da letto.  

 

Portata d’urgenza al St. John’s Health Center, il quadro clinico della modella non lasciava molte speranze. Aveva la febbre molto alta (la stampa estera riporta 107 °F, equivalenti a 41,6 °C), aveva subito un infarto e molti organi rischiavano il collasso.

 

I medici non riuscivano a stabilizzarla anche perché non avevano idea di cosa le stesse succedendo. Fu chiamato uno specialista di malattie infettive che chiese di controllare se la giovane indossasse un assorbente interno. L’oggetto fu individuato e analizzato ottenendo finalmente una diagnosi certa: Sindrome da shock tossico o TSS (Toxic shock syndrome).

 

Cos’è la Sindrome da shock tossico

La sindrome da shock tossico è una condizione rara e molto pericolosa causata da alcuni ceppi di batteri:

  • Staphylococcus aureus: viene prodotta la tossina 1 (denominata TSS toxin-1), in tal caso si parla di TSS stafilococcica;
  • Streptococcus pyogenes nel caso in cui si parla di Sindrome da shock tossico streptococcica.
 

Nel primo caso, come si legge sul Manuale MSD, i soggetti ad alto rischio di TSS stafilococcica sono:

“Donne che abbiano avuto una preesistente colonizzazione stafilococcica degli organi genitali e che vi lasciano tamponi o altri dispositivi inseriti (ad esempio tamponi contraccettivi o diaframmi)”.

Come detto in precedenza, si tratta di una condizione rara quindi utilizzare l’assorbente interno non vuol dire per forza sviluppare la sindrome ma è una componente importante in quanto alcune delle sostanze di cui sono composti possono aumentare la produzione dei batteri e facilitarne l’ingresso nel flusso sanguigno.

 

Correlazione tra Sindrome da shock tossico e assorbente interno

Una ricerca condotta dallo Yale Journal of Biology and Medicine rivela che alcune sostanze utilizzate per la produzione di assorbenti interni possono creare un ambiente adatto alla proliferazione dei batteri responsabili della TSS già presenti nell’organismo.

 

Non è quindi il tampone la causa della sindrome bensìi batteri preesistenti in modo permanente o transitorio negli organi genitali di una donna. Tuttavia è importante avere presente che un uso non corretto dell’assorbente interno può comportare un rischio di infezione.

La prima amputazione di Lauren Wasser

Secondo i medici Lauren aveva l’1% di possibilità di sopravvivere. Fu messa in coma farmacologico per circa una settimana e mezzo ma le varie cure non riuscirono a fermare del tutto l’infezione, al contrario i suoi arti stavano andando in cancrena.

 

Fu trasportata d’urgenza all’UCLA e sottoposta all’ossigenoterapia iperbarica: l’ultima speranza dei medici di poter riattivare la circolazione sanguigna nelle sue gambe. Il tentativo purtroppo fallì, i dottori non videro altra soluzione che amputarle le gambe.

 

“Entrambe le mie gambe si stavano mummificando. Ho dovuto agire in fretta”.

Nonostante il parere contrario dei medici, la modella decise di rinunciare solo alla gamba destra, chiedendo di avere salva la sinistra. Le venne così tolto un arto e preservato l’altro. Le furono però amputate le dita del piede sinistro ed effettuati due innesti sotto il tallone rimasto gravemente danneggiato.

 

Sindrome da shock tossico e depressione

All’operazione seguirono mesi di disperazione e depressione.

 

La modella non aveva perso solo una gamba, Lauren aveva smarrito se stessa, prigioniera in un corpo che non riconosceva più come suo.

 

Capelli rasati, corpo emaciato e libertà di movimento limitata a causa del costante e lancinante dolore al piede rimasto.

 

Che fine aveva fatto la ragazza bellissima e sempre attiva?

“Volevo uccidermi quando sono tornata a casa – ha dichiarato in un’intervista – Ero questa ragazza e poi all’improvviso non ho una gamba, sono su una sedia a rotelle, ho mezzo piede, non riesco nemmeno ad andare in bagno. Sono a letto, non posso muovermi, mi sentivo come se quelle quattro mura fossero la mia prigione”.

A spazzare via ogni pensiero di autolesionismo è stato l’amore verso il fratello minore Chris che all’epoca aveva 14 anni. Lauren ha lottato soprattutto per lui, affinché non pensasse a lei come una rinunciataria.

 

“Piangevo su un piccolo sgabello sotto la doccia, con la mia sedia a rotelle fuori ad aspettarmi. Vivi tutta la tua vita e pensi: ‘Sono un’atleta’ oppure ‘Sono una ragazza carina’, ma era qualcosa di fisico su cui non avevo alcun controllo. Mi ci è voluto un po’ per capire se ero ancora degna, se ero ancora carina”.

Lauren Wasser: la modella dalle gambe d’oro

Il cammino per riprendere in mano la sua vita è stato lungo ed impervio, Lauren ha lottato per ritrovare se stessa e per riappropriarsi del suo posto in passerella. Proprio lì, dove la perfezione è tutto, ha voluto mostrare la nuova Lauren sfoggiando con orgoglio la sua protesi d’oro.

 

Una scelta che nel tempo le è valsa il soprannome di “Girl with the Golden Legs” ossia la ragazza dalle gambe d’oro.

 

La protesi d’oro è stata una sua specifica richiesta, un modo per sentire quel corpo estraneo una parte di sé, qualcosa che le potesse appartenere in modo significativo.

 

La seconda amputazione

Il 2018 è stato per la Wasser l’anno della svolta. Dopo aver vissuto per 6 anni con il piede sinistro privato delle dita e dopo aver convissuto con i forti dolori al tallone, ricordo indelebile della Sindrome da shock tossico, la giovane ha deciso di farsi amputare la gamba. L’operazione è stata effettuata soprattutto per evitare l’insorgere di ulteriori complicazioni e liberarla dal dolore fisico.

 

La modella si è detta soddisfatta di aver ponderato questa scelta e di averla protratta nel tempo. Non effettuare subito una doppia amputazione le ha permesso di familiarizzare con il suo nuovo corpo, di accettarlo al punto tale da rinunciare ad un’altra parte di sé.

“Onestamente posso dire che oggi non sarei viva se mi avessero amputato entrambe le gambe. Sarebbe stato troppo per me. Perdere una gamba è stato abbastanza traumatico […] Mi ci è voluto molto tempo per accettarlo”.

Lauren Wasser oggi: attivista per la Sindrome da shock tossico

Sopravvissuta alla Sindrome da shock tossico, Lauren oggi è una modella ma soprattutto è un volto mediatico e un’attivista. La Sindrome da shock tossico non ha cambiato solo la sua vita ma anche il suo modo di agire e di pensare.

 

Dopo aver lottato per ritrovare se stessa e reinventarsi una nuova vita, la modella ha iniziato a raccontare pubblicamente la sua storia per motivare le donne che hanno vissuto il suo stesso calvario. Inoltre lancia e sostiene campagne di informazione sulla TSS e sui possibili rischi dovuti ad un uso non corretto degli assorbenti interni.

“Combatti, anche quando non sai come sarà la vita o come ce la farai. DIO è il più grande e se posso farcela io, puoi farlo anche tu”.

Nel 2022 ha posato per il calendario Pirelli 2023 vestendo i panni di un’atleta guerriera. Il personaggio simboleggia in un certo qual modo la battaglia che ha dovuto affrontare nella vita e la forza avuta nel riuscire a rialzarsi e ricominciare a vivere.

 
 
 

Articolo originario 22 Giugno 2015, aggiornamento 6 Giugno 2023



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