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Autismo, i segnali: come riconoscere un bambino autistico

di Dott. Giuliano Gaglione

09 Maggio 2011

Essere incatenati da sé stessi, abitare solitari in un’isola presso la quale a nessuno è consentito l’accesso, vivere in una realtà in cui si è soggetti e oggetti, difficoltà di comunicazione, eloquio bizzarro, stimoli esterni che provocano un turbinio emozionale che passa dalla mera indifferenza all’ipereccitabilità, dondolarsi continuamente, muovere frequentemente il corpo, torcersi, mordersi parti del corpo, maneggiare con eccessiva bramosia oggetti, terrore del cambiamento dell’ambiente in cui vive.

Ecco i segni tangibili dell’autismo.

Autismo è delusione degli obiettivi a cui ogni genitore ambisce nel momento in cui il proprio figlio è una piccola cellula presente nel grembo materno, Autismo è un tondeggiante ed angelico sasso che volente o nolente bisogna alleggerire, Autismo è un angelo senza ali non in grado di guardare gli altri dall’alto perché Autismo è barriera dall’altro….ma Autismo è Vita, Autismo è speranza, speranza che un giorno i genitori e tutti i cari possano osservare che il loro piccolo emetta nei loro riguardi un accenno di sorriso.

Nei primi tre anni si diagnostica questa patologia attraverso interventi mirati, volti ad uno screening di tutti gli aspetti psicologici e fisici che questa sindrome comporta.

Il momento della diagnosi è causa di una rivoluzione familiare in cui tutti gli equilibri in un batter d’occhio vengono completamente modificati poiché da genitore di un bambino normodotato ci si catapulta improvvisamente nei panni di madri e padri di un bambino con patologie che abbracciano il ramo medico, psicologico, comportamentale e relazionale.

Se i genitori, soprattutto se si tratta di primi figli, sono “giustamente” impreparati a svolgere il loro ruolo di guida nell’educazione dei propri pargoli, dopo la comunicazione del disturbo cadono nello sconforto e poi, lentamente, assumono consapevolezza di tutti i sintomi che caratterizzano questa affezione: dunque, sebbene non è possibile generalizzare la sindrome autistica, i genitori saranno messi al corrente del fatto che il loro piccolo non riuscirà con facilità ad avere delle interazioni, utilizzerà un linguaggio e un movimento corporeo non uguale agli altri, dunque vivrà nel suo mondo a cui non è permesso ad alcuno di accedere.

Ce la stiamo mettendo tutta cari genitori, stiamo facendo il possibile affinchè questo male possa essere curato nel migliore dei modi e in ogni suo ramo: medico e psicologico. Gli Italiani sono in ritardo nella scoperta di interventi efficaci, ma già dall’oltre-Atlantico si può sperare nell’utilizzo di metodologie trattamentali utili a guarire questa affezione che, sebbene investa una sola persona, scompensa mentalmente l’intera famiglia e tutti coloro che sono vicini a questi angeli.

Attualmente esistono delle tecniche che permettono di gestire clinicamente il disturbo riducendo le sue conseguenze funzionali, ovvero:

  • le logiche Intensive Behavioural Intervention (IBI): lavoro intensivo tra i 20 e le 40 ore a settimana in cui si approfondiscono i punti di forza dell’individuo autistico
  • la Applied Behavior Analysis (ABA): ovvero si cerca da un lato di interpretare e modificare il comportamento del soggetto, dall’altro di stimolare le loro competenze.
  • il metodo Treatment and Education of Autistic and related Communication Handicapped Chilren (TEACCH): un modello che incorpora servizi per gli insegnati, i genitori e i bambini autistici.

Medici, psicologi, psicoterapeuti, insegnanti, famiglie: ecco l’équipe vincente che potrebbe fornire un intervento combinato proficuo per la salvezza di questi soggetti e la gioia dei loro cari: è necessario far assumere la consapevolezza di ogni periodo che la famiglia stia attraversando senza mai annebbiare il barlume di speranza che un giorno si potrà sorridere o ahimè piangere, ma tutti insieme.

Esplicazione dell’immagine:

Segnali di Autismo

Disegno 1: Il soggetto affetto da autismo evita gli occhi dell’interlocutore (bambino o adulto che sia);

Disegno 2: Il soggetto affetto da autismo non possiede un linguaggio appropriato o usa poche parole che non sono conformi alla sua età;

Disegno 3: Il soggetto affetto da autismo ripete sillabe e parole;

Disegno 4: Il soggetto affetto da autismo sembra sordo, non obbedisce agli ordini semplici o non risponde al suo nome;

Disegno 5: Il soggetto affetto da autismo gioca da solo;

Disegno 6: Il soggetto affetto da autismo non usa appropriatamente i giochi (esempio fa roteare la palla su se stessa ma non ne fa un uso comune, come lanciarla, cosa che, invece, fanno istintivamente ed usualmente i bimbi);

Disegno 7: Il soggetto affetto da autismo non partecipa ai giochi dei coetanei;

Disegno 8: Il soggetto affetto da autismo fa un uso eccessivo di televisione e computer;

Disegno 9: Il soggetto affetto da autismo tiene un comportamento stereotipato (svolazza con la mano o ripete costantemente piccoli salti);

Disegno 10: Il soggetto affetto da autismo ha temi ricorrenti e ripetitivi (ad esempio sempre gli stessi cartoni animati, figurine o dinosauri);

Disegno 11: Il soggetto affetto da autismo allinea macchinine, animali o qualsiasi altro gioco;

Disegno 12: Il soggetto affetto da autismo si sofferma con eccessiva insistenza a guardare dispositivi rotanti (ad esempio lavatrice o ventilatore);

Disegno 13: Il soggetto affetto da autismo è ipersensibile o iposensibile al rumore;

Disegno 14: Il soggetto affetto da autismo manca del senso del pericolo;

Disegno 15: Il soggetto affetto da autismo nei capricci dimostra di tollerare male le frustrazioni .

 

 



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