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Baby Sitter va a Letto con un Bambino di 11 Anni

di Alessandra Albanese

07 Ottobre 2015

La vicenda è accaduta lo scorso novembre, ma è venuta fuori di recente, e le pagine dei quotidiani hanno fatto il resto; a noi utenti non resta che interrogarci sull’accaduto, che ha contorni ai limiti del raccapricciante per lo svolgimento di tutta la storia.

Baby sitter va a letto con un bambino di 11 anni, nessuna denuncia da parte del padre consapevole.

Baby sitter va a letto con un bambino di 11 anni non consenziente

 

Lei si chiama Jade Hatt, ha 21 anni, e le è stato risparmiato il carcere grazie alla pronuncia del giudice, che ha affermato che “l’immaturità della ragazza ha ridotto il divario di età tra lei e il bambino che aveva in custodia con il quale ha avuto rapporti”, per cui non è passibile di pena detentiva.

E c’è di più, in questa storia dai risvolti a mio avviso al limite dell’orrido.

Il papà del ragazzino, con il quale oltretutto la ragazza aveva avuto una precedente relazione, ha considerato questo gesto non un atto di violenza sessuale nei confronti del figlio, quanto un’esperienza da sommare alle future, nella sua carriera sentimentale.

Anche l’uomo, interrogato a seguito della notizia ha affermato che la ragazza non era matura per la sua età, quasi riconoscendole delle attenuanti generiche.

Tim Mousley, giudice chiamato in causa, avrebbe dunque affermato, secondo quanto riporta il quotidiano Telegrapfh, che i dati in suo possesso hanno fatto sì che potesse giudicare diversamente l’accaduto.

In pratica un rapporto intimo tra un maturo 11enne e una immatura ragazza di 21 anni non può essere considerato reato, neanche se, come è successo, il bambino (perché stiamo parlando di un bambino per quanto maturo egli sia) non era consenziente, o per lo meno non era “capace di intendere e di volere” data la sua giovanissima età (così a parer mio, ndr).

Ma andiamo avanti, e atteniamoci ai fatti

Baby sitter va a letto con un bambino di 11 anni, la ricostruzione della storia

Baby sitter va a letto con un bambino di 11 anni il padre sapeva

La ragazza, Jade, era amica del papà del ragazzino, aveva avuto una fugace relazione con l’uomo, e più di un paio di volte, 6 o 7, le era stato richiesto dal padre di fungere da baby sitter per il figlio 11enne.

Durante una di queste volte, il ragazzino non era andato a scuola e Jade era arrivata in casa alle 11.30.

Vedendolo in terra la ragazza gli si è avvicinata, gli ha tolto i vestiti e ha avuto un veloce raporto intimo con lui.

Secondo le testimonianze, 45 secondi in tutto, troppo pochi per essere considerati violenza evidentemente.

Successivamente all’accaduto il papà del bambino si è accorto che il figlio aveva un succhiotto sul collo ed avrebbe interrogato la ragazza, la quale candidamente avrebbe ammesso il fatto.

L’accaduto è emerso, sebbene non ci fosse stata alcuna denuncia, e quando la polizia ha interrogato la ragazza lei ha risposto che il bambino non era stato violentato, in quanto più maturo della sua età.

Al contrario invece, il bambino avrebbe ammesso di non essersi “divertito” con quel gioco poco consono alla sua età, nonostante la sua maturità.

I difensori della ragazza hanno giustificato il gesto affermando che la giovane è reduce da un passato difficile, da una leucemia che l’ha resa fragile fisicamente ed, evidentemente, anche mentalmente.

Il giudice ha infine accusato Jade di molestie, condannandola a una detenzione di 6 mesi, pena sospesa però fino ai prossimi 2 anni, e vietandole ogni contatto con il bambino violentato.

Baby sitter va a letto con un bambino di 11 anni, il commento delle associazioni a difesa dei minori.

Interrogata sulla vicenda, la National Society for the Prevention of Cruelty to Children (NSPCC, ente governativo britannico che si occupa della difesa dei diritti dei minori) ha ovviamente contestato in modo forte la decisione del giudice: “ la decisione conferma un modo di vedere comune nella società: un abuso di una donna su un ragazzino è meno grave di quanto lo sia lo stesso di un uomo ai Danni di una donna. Nelle stesse circostanze un uomo non sarebbe stato trattato allo stesso modo”.

Nonostante le affermazioni del ragazzo, che hanno provato che il rapporto non era stato consenziente, la donna non ha avuto una pena equa al reato da lei compiuto.

Storie come queste sortiscono effetti a lunga distanza, non c’è da sorprendersi poi come gli strascichi di questa esperienza affiorino molto più in là in un soggetto che ha subito una violenza simile.

Non ci vuole uno psicologo per capirlo, un giudice forse avrebbe potuto valutarlo…

 

Fonte: Telegraph.co



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