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Batterio killer contaminati dei semi di fieno greco provenienti dall’Egitto

di Federica Federico

03 Luglio 2011

Batterio Killer: dove si annida l’E.Coli? Come ha raggiunto l’uomo?

Ancora le solite domande sul batterio killer perché ancora non è risolto il mistero della contaminazione.

L’attenzione si è appena accesa sui semi di fieno greco di produzione egiziana: delle partite specifiche di semi di fieno greco proveniente dall’Egitto potrebbe essere l’originario veicolo dell’E.Coli.

A puntare il dito contro i semi di fieno greco è il BfR, l’istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi, che ha condotto l’indagine insieme al Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie Ecdc – European Centre for Disease Prevention and Control. I due istituti hanno reso noto uno studio congiunto secondo cui certe partite di semi di fieno greco importate dall’Egitto sarebbero le reali responsabili dell’epidemia in Germania e dei contagi in Francia.

Gli esperti europei avrebbero trovato il batterio in una partita di semi di fieno greco d’importazione egiziana. La data dell’importazione dall’Egitto risalirebbe al 2009 \ 2010.

Dall’Egitto respingono le accuse sottolineando che non ci sarebbe alcuna prova circa la colpevolezza del fieno. Ma <<Gli esami proseguono>> ribadiscono gli scienziati europei nel rapporto recensito dal BfR e dall’Ecde.

Le autorità egiziane definiscono “infondate” le conclusioni del Bfr e dell’Ecde, dichiarano che la presenza del batterio in Egitto non sarebbe stata provata, inoltre le esportazioni citate nello studio in oggetto sarebbero imprecise perché, secondo i dati in possesso delle autorità egiziane, la compagnia che produce semi da fieno ne avrebbe esportati nel 2009 in Olanda, ma non in Germania, Gran Bretagna o Francia .

Stando ai dati del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie Ecdc il bilancio dell’epidemia è elevatissimo, ad oggi a più di 4mila persone sarebbero state infettate in Germania con un numero di decessi paria a 48. Le autorità sanitarie tedesche raccomandano ancora l’attenzione verso i germogli, continuano a sconsigliarne il consumo, specie se crudi.

 



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