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La dieta dei bambini è scorretta, solo 1 bimbo su 100 segue un sano regime alimentare

di Mamma Daniela

08 Luglio 2011

L’ alimentazione dei bambini è sempre più scorretta, solo 1 bimbo su 100 segue un sano regime alimentare. Sappiamo che grassi e zuccheri in eccesso sono pericolosi per la salute,ma l’ultimo allarme lanciato da uno studio del Barilla center for food & nutrition (Bcfn) riguarda le proteine.

I nostri bambini infatti mangiano troppe proteine.

Al convegno “Alimentazione e ambiente: un pianeta migliore per i nostri figli” emergono dei dati terrificanti, solo l’1% dei bambini che vivono nei Paesi industrializzati si alimenta seguendo i principi indicati dai nutrizionisti e dalla cosiddetta “Doppia piramide alimentare e ambientale“ dei bambini e degli adolescenti, che suggerisce di consumare ogni giorno frutta e verdura in grandi quantità, carboidrati, e meno alimenti di origine animale, grassi e zuccheri complessi.

A sottolinearlo è stato il vice presidente del Gruppo Barilla, Paolo Barilla; i bambini in età prescolare e scolare consumano in media una quantità di proteine superiore di 3 o 4 volte rispetto ai livelli raccomandati. Nei paesi occidentali a causa di questi errori alimentari , negli ultimi anni è aumentata l’obesità infantile.

Una situazione che non solo ha delle implicazioni sanitarie, ma incide sulla spesa pubblica, perché seguire un’alimentazione sana non salvaguarda solo la propria salute,ma riduce anche i costi sociali.

Come è possibile?

Basti pensare che in Italia, i costi sostenuti ogni anno in terapie per patologie cardiovascolari, diabete e tumori ammontano a circa 40 miliardi di euro.

Non solo,tutto ciò ha anche delle implicazioni in termini di sostenibilità ambientale e sfruttamento responsabile delle risorse naturali. Per questo, secondo il Barilla center for food & nutrition,una dieta equilibrata è importante sin dalla prima infanzia, una sana educazione alimentare previene dal sovrappeso e dal problema dell’obesità infantile.

Il Barilla center for food & nutrition suggerisce che la dieta settimanale di un bambino dovrebbe prevedere il consumo di cereali (meglio se integrali), frutta e verdura, latte e latticini tutti i giorni; carne 2-3 volte la settimana; pesce da un minimo di 3 volte a settimana ; legumi almeno 2 volte; formaggi 2 volte, e uova 1-2 volte a settimana.

Tutto suddiviso in 5 pasti giornalieri.

E poiché incidono sulla salute del nostro pianeta, non meno importanti sono anche le tecniche di cottura : Per esempio,usare mezzo litro d’acqua per cuocere mezzo kg di pasta riduce l’impatto della cottura del 7%, pari a 30 gr. di Co2 equivalente.

Al convegno era presente anche il Ministro della Salute Ferruccio Fazio che ha ribadito l’importanza di una corretta alimentazione, che va insegnata ai bimbi sin dalla prima infanzia.

Ha precisato Fazio “Sono tre le regole alimentari per una corretta dieta di bimbi e adolescenti: la varietà degli ingredienti per pietanze che devono essere appetibili e sicure; l’equilibrio delle scelte sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo; le porzioni adeguate dal punto di vista nutritivo, ma sempre sotto la soglia di sazietà”.

Questi dati sono allarmanti, ma devono far riflettere sul proprio stile di vita alimentare e su quello dei nostri figli che nel 10% dei casi salta la colazione, nel 30% non la fa in maniera adeguata, e nel 50% beve bevande non ottimali per contenuto gassoso e zuccherino.

Il ministero della Salute – ha sottolineato Fazio – ha fatto un accordo coi panificatori per la riduzione del sale, sta monitorando i messaggi nutrizionali sulle etichette degli alimenti, ha promosso la prevenzione con il programma “Guadagnare salute”, un progetto approvato dal Governo con il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 4 maggio 2007, in accordo con le Regioni e le Provincie autonome. Il programma ha come obiettivo principale quello di rendere facili le scelte salutari , promuovendo stili di vita in grado di contrastare il peso delle malattie croniche e far guadagnare anni di vita in salute ai cittadini. Un investimento per ridurre il peso delle malattie croniche sul sistema sanitario, e sulla società.



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