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Brutale Aggressione, Strappa un Feto, Sconterà 100 Anni

di Gioela Saga

03 Maggio 2016

Una notizia agghiacciante che non può trovare una spiegazione umana, una donna pianifica deliberatamente una brutale aggressione nei confronti di una mamma in attesa e le strappa letteralmente il feto dal ventre, il giudice le assegna una pena esemplare.

Brutale aggressione ad una mamma incinta

brutale aggressione a una mamma

 

Michelle non avrebbe mai potuto pensare che quel giorno in cui avrebbe incontrato Dynel sarebbe stato l’ultimo per la bimba che portava in grembo.

La mamma in attesa, di 26 anni, aveva risposto ad un annuncio on line circa un anno fa in cui una mamma si diceva disponibile a regalare dei vestitini usati ma in buono stato e lei aveva risposto, fidandosi di un’altra mamma proprio come lei. Questa fiducia le è stata fatale.

Appena arrivata Michelle è stata accolta con gentilezza da Dynel, 35 anni, che le ha mostrato molti vestiti che diceva fossero serviti per una presunta nascita poi rivelatasi inventata, le ha parlato con confidenza e di sé, della sua gravidanza, dello shopping, del suo compagno, come se fossero vecchie amiche.

La futura mamma vedeva qualcosa di strano in lei, una necessità di parlare molto grande e ha imputato questo fatto alla possibile solitudine che poteva avvertire, dunque, in modo altrettanto gentile, ha cercato di prestarle attenzione anche se la conversazione si stava dilungando più di quanto si sarebbe aspettata.

brutale aggressione a una mamma

Dynel, la donna che ha aggredito la mamma e strappato il suo bambino dal ventre

La brutale aggressione nei confronti della mamma è stata imprevedibile

“Le ho detto più volte che dovevo andare e pensavo si sentisse tremendamente sola per parlare così tanto con me, non finiva più – ha testimoniato Michelle – pensavo fosse doveroso essere gentile con lei e starla ad ascoltare ma alla fine le ho detto: scusa devo proprio andare.”

La Dynel invece insiste nel farle vedere altri vestitini conservati in cantina e le fa scendere le scale. Una volta arrivati nel locale sotterraneo, Dynel colpisce alla schiena Michelle. La mamma in attesa non poteva pensare di essere aggredita, tanto che, durante il processo, ha detto che il suo primo pensiero era stato quello di essere stata colpita perché Dynel aveva visto un insetto sulla sua spalla e volesse toglierglielo.

Invece deve subito ravvedersi quando Dynel prosegue con i colpi e la brutale aggressione si manifesta in tutta la sua crudezza.

brutale aggressione a una mamma

Brutale aggressione punita con 100 anni di carcere

La Dynel riporta poi Michelle al piano di sopra mentre questa cerca di lottare e divincolarsi disperatamente, la lega al pavimento nel bagno e cerca di soffocarla con un cuscino prima di tramortirla con il colpo di una bottiglia di vetro e farle perdere conoscenza.

Quando si riprende dalla brutale aggressione, Michelle si scopre sanguinante, cerca di alzarsi ma cade.

“Sentivo il sangue uscire dalle mie mutandine e le mie budella fuoriuscivano dal corpo” queste le agghiaccianti aprole della mamma che fanno rabbrividire, Dynel le aveva praticamente squarciato il ventre.

Michelle trova la forza di chiudere la porta a chiave, cercare il suo cellulare e chiamare il numero di emergenza. Il compagno di Dynel nel frattempo rientra a casa e trova tutto lo scempio, sconvolto, porta immediatamente in ospedale Michelle e il suo bambino che la Dynel aveva messo nella vasca da bagno. Purtroppo il piccolo non sopravvive.

brutale aggressione a una mamma

Non essendoci prove che la bimba fosse nata viva, l’accusa non è potuta essere ancora più pesante ma le aggravanti, la brutalità, i fini e la crudeltà dell’aggressione le hanno valso una pena di 100 anni di carcere.

Dopo la sentenza, Michelle si è rivolta direttamente a Dynel, in tribunale, dicendole:

“Le uniche lacrime che hai versato durante il processo sono state quelle di autocommiserazione, è chiaro che tu hai bisogno di essere curata e mi auguro sinceramente che lo facciano. Tuttavia le atrocità da te commesse contro di me e mia figlia Aurora hanno causato così tanto dolore a me e molti altri, che dovevano essere punite.”

Fonte: Smh



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