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Tubercolosi sintomi, cause e contagio

di Mamma Licia

24 Agosto 2011

Tubercolosi: sintomi, cause e contagio; tutto ciò che c’è da sapere sulla TBC

 

Il “mal sottile”: si chiamava così, in passato, la tubercolosi. Si credeva ne soffrissero le giovani donne in realtà malate di anoressia, una sindrome che solo in seguito fu classificata come entità clinica a sé. La tubercolosi, o tisi (la sigla è TBC), aveva in comune con l’anoressia nervosa la “consunzione”, cioè un grave deperimento fisico.

 

La TBC è una grave malattia infettiva, causata da micobatteri. La sua causa principale è un batterio aerobico, il Mycobacterium tuberculosis, o bacillo di Koch, individuato per la prima volta nel 1882 da un medico tedesco, Robert Koch (da cui appunto prende il nome).

La tubercolosi colpisce comunemente i polmoni, ma può interessare anche l’intestino, il sistema nervoso centrale, il sistema linfatico, l’apparato circolatorio, l’apparato gastro-urinario, le ossa, le articolazioni, la pelle.

Non tutte le persone affette da TBC sviluppano la malattia completa (attiva), ma comunque, se non adeguatamente trattata, la tubercolosi (le cui infezioni asintomatiche latenti sono molto comuni) è letale nel 50% dei casi.

La TBC viene contratta più facilmente da soggetti il cui sistema immunitario è già compromesso da sostanze immunosoppressori , abuso di droga e, soprattutto, AIDS. I bambini sono maggiormente soggetti a sviluppare la tubercolosi.

L’infezione tubercolare inizia quando i micobatteri raggiungono gli alveoli polmonari (tubercolosi polmonare); da qui, attraverso il flusso sanguigno, si dirige verso gli altri tessuti e organi, causando altri tipi di TBC.


I sintomi della malattia dipendono dall’organo che ne è stato colpito.

In caso di tubercolosi polmonare (la forma più diffusa) sono: febbre, brividi, sudorazione notturna, perdita di appetito, perdita di peso, pallore, tendenza all’affaticamento, dolori al torace, emottisi (sangue emesso dalle vie respiratorie) e tosse persistente.

Se la TBC colpisce i reni i suoi sintomi (reflusso gastro-esofageo, stenosi intestinale, ernia iatale, stipsi, aritmie ventricolari) la portano spesso a confonderla con la celiachia o con altre intolleranze alimentari.

La tubercolosi si trasmette per via respiratoria.

In caso di TBC polmonare, la malattia può essere contagiata tramite colpi di tosse, starnuti ed anche semplicemente parlando, tramite le goccioline che fuoriescono dalla bocca.

In caso di TBC renale il contagio può avvenire tramite le urine.

La trasmissione del batterio può avvenire solamente da persone affette da tubercolosi attiva e non dai soggetti affetti da infezione tubercolare latente, e la possibilità di infezione dipende, tra l’altro, dalla virulenza del ceppo ed anche dalla durata e dal tipo di esposizione al batterio. Si ritiene che per essere contagiati ci si debba trovare insieme a chi ne è affetto in un luogo chiuso, con scarsa ventilazione, per qualche ora.

È possibile interrompere la catena di trasmissione mettendo in isolamento i soggetti con la malattia attiva ed iniziando subito una terapia anti-tubercolare. Dopo essere stati infettati, sono necessari almeno 21 giorni prima di poter trasmettere la propria malattia agli altri.

La TBC può essere contratta anche mangiando carne o latte proveniente da bovini infetti da tubercolosi. In questo caso, però, il batterio responsabile è il il Mycobacterium bovis.

La tubercolosi è una malattia dalla non facile diagnosi. Per una valutazione completa e corretta è necessario conoscere la storia medica del paziente, eseguire una lastra a raggi X del torace ed analizzare l’espettorato. Le forme non polmonari si diagnosticano con altri esami, quali la risonanza magnetica, la tomografia computerizzata (Tc), la ricerca dei micobatteri nelle urine (nel caso di TBC renale), nel liquor e nei prelievi bioptici.

L’infezione latente viene attualmente diagnosticata con un test cutaneo o con dei test ematici (“Elispot TB” e “Quantiferon TB Gold””).

La cura per la TBC prevede l’uso protratto di farmaci antibiotici, dai 6 ai 12 mesi. Gli antibiotici utilizzati sono la la rifampicina, l’isoniazide, la pirazinamide, l’etambutolo e la streptomicina. Nel caso di infezione tubercolare latente (che non dà nessun disturbo e non è contagiosa) si fa solitamente uso di un solo antibiotico, nel caso in cui invece la malattia fosse completa si procede con l’uso combinato di diversi antibiotici.

La prevenzione della TBC mira, da un lato, a curare le persone che hanno già contratto la malattia, dall’altro, a vaccinare i bambini, anche se si tratta di un vaccino che impedisce solo alcune forme dell’infezione (ad esempio, quella che attacca le meningi). Nessun vaccino è attualmente efficace come protezione per gli adulti.



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