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Cosa Deve Fare un Bambino di 2 Anni

di Dott.ssa Floriana Brugioni

20 Ottobre 2016

Un bambino a due anni potrebbe parlare.

Un bambino a due anni potrebbe camminare.

Un bambino a due anni potrebbe giocare in gruppo.

Un bambino a due anni potrebbe condividere i suoi giochi con gli amichetti.

Un bambino a due anni potrebbe esprimere tutto l’affetto che prova per mamma e papà.

Un bambino a due potrebbe fare tutto… ma potrebbe anche non farlo!

 

Un bambino a due anni infatti potrebbe non essere pronto a fare tutte queste cose.

E perché?

Lo sviluppo del bambino a due anni

bambino a due anni cosa fa

Deambulazione del bambino a due anni

La conquista della deambulazione è un punto cruciale nella vita di ogni bambino!

Camminando il bambino ha più possibilità di esplorazione del proprio ambiente e grazie alla libertà delle mani (non più occupate nel tenersi ancorato per poter stare in piedi) ha anche più possibilità di manipolazione.

 

Questo per il bambino significa avere un’enorme vastità di spazio e oggetti da esplorare!

Inoltre ora può rappresentare il proprio corpo come indipendente nello spazio, c’è una maggiore capacità di individualizzazione e, non meno importante, un forte impulso alla conquista dell’autonomia!

Alcune fasi della conquista della deambulazione sicuramente le avete già vissute o siete in trepidante attesa di viverle, ecco alcune tappe:

 

  • A 2 mesi solleva il torace
  • A 7 mesi riesce a sedersi da solo
  • A 8 mesi di regge in piedi con l’aiuto degli altri
  • A 10 mesi inizia il gattonamento
  • A 11 mesi cammina tenuto per mano
  • A 12 mesi si alza in piedi tenendosi ai mobili
  • A 14 mesi sta in piedi da solo
  • A 15 mesi cammina da solo

Manipolazione del bambino a due anni

Alla nascita avrete sicuramente visto il riflesso della presa (quando toccavate con un dito il palmo della manina del bambino questi stringeva le sue dita attorno al vostro dito stringendolo).

Con lo sviluppo vediamo la maturazione di questo gesto fino all’uso delle tre articolazioni coinvolte: spalla, gomito e polso, coinvolgimento che avviene a partire dagli 8 mesi.

bambino a due anni cosa fa

 

Sviluppo nervoso del bambino a due anni

Alla nascita è già presente la maggior parte dei neuroni, ad essere imperfette sono le sinapsi, ovvero le connessioni tra neuroni.

A due anni si verifica uno sfoltimento delle sinapsi, potrebbe sembrare una cosa negativa ma invece è un’eliminazione dei contatti inutili o sovrabbondanti per poter raggiungere il massimo dell’efficienza nel funzionamento.

 

Sviluppo percettivo del bambino a due anni

Dalla prima (fino ai 3 anni) alla seconda infanzia (fino a 6 anni circa) possiamo osservare il fenomeno del sincretismo infantile, una difficoltà nell’individuazione delle singole parti che viene ostacolata dalla percezione della struttura d’insieme, a quest’età quindi troviamo una difficoltà nella scomposizione della figura.

Le conquiste del bambino a due anni

Sviluppo emotivo del bambino a due anni

Lo sviluppo emotivo del bambino passa da uno stato di eccitazione indifferenziata a reazioni emotive regolate da processi biologici fondamentali per la sopravvivenza, ad esempio le sensazioni di piacere-disgusto per sollecitare il sistema gustativo.

Dal secondo mese al primo anno di vita il bambino inizia a comunicare le proprie intenzioni e ad attuare le prime forme di controllo emozionale.

bambino a due anni

Vediamo l’espressione delle emozioni fondamentali del bambino a due anni:

tristezza, collera, gioia, paura e circospezione, tipica è la paura dell’estraneo intorno ai 9 mesi.

Dopo il primo anno fino alla fine del terzo vediamo una successiva evoluzione: grazie all’autoriflessione e all’autoconsapevolezza il bambino inizia a provare le emozioni complesse, come timidezza, colpa, vergogna, orgoglio e invidia.

 

Sviluppo affettivo e attaccamento del bambino a due anni

Riguardo lo sviluppo affettivo non si può non parlare di attaccamento, una predisposizione biologica del bambino verso la persona che si prende cura di lui e verso la quale sente il bisogno di contatto e conforto.

La manifestazione più evidente dell’attaccamento è la ricerca di vicinanza con questa persona discriminata. L’attaccamento si forma a partire dalle prime interazioni tra bambino e caregiver e continua la sua strutturazione nel tempo.

bambino a due anni cosa fa

 

  • Nei primi due mesi vediamo comportamenti di segnalazione e avvicinamento senza discriminazione della persona.
  • Dai 3 ai 6 mesi vediamo comunicazioni dirette con una o più persone discriminate.
  • Dai 6 mesi ai 2 anni appaiono segnali di mantenimento della vicinanza con una persona discriminata: la seguono, le si avvicinano, prendono l’iniziativa nel contatto fisico, … I familiari divengono figure di attaccamento secondarie mentre gli estranei sono guardati con circospezione. I comportamenti sono organizzati intorno a una persona specifica e inizia a strutturarsi il legame di attaccamento vero e proprio.
  • Dai 2 anni in poi troviamo una relazione basata sullo scopo programmato, quindi sul perseguimento di scopi e obiettivi.

Sviluppo del linguaggio e della comunicazione del bambino a due anni

Per illustrare lo sviluppo del linguaggio ecco alcune tappe che il bambino attraversa:

  • I primi suoni prodotti dal neonato sono di natura vegetativa (sbadigli, ruttini, …) e il pianto, importante nel regolare l’interazione del bambino con gli adulti che lo allevano.
  • Vocalizzazioni non di pianto a 2-6 mesi.
  • Lallazione canonica a 6-7 mesi in cui le sequenze consonante-vocale sono ripetute due o più volte, ad esempio da diviene dadada.
  • Gesti come indicare mostrare, offrire, dare, … a 9-12 mesi esprimono un’intenzione comunicativa e si riferiscono a un oggetto/evento esterno.
  • Gesti rappresentativi a 11-12 mesi che oltre ad avere un’intenzione comunicativa hanno un significato che varia in base al contesto, come scuotere la testa per dire no. Questi gesti con lo sviluppo del vocabolario (intorno alle 50 parole) iniziano a diminuire fino a sparire.
  • Lallazione variata (sequenze sillabiche complesse, come dadu) e la comparsa delle protoparole (tata) a 10-12 mesi.
  • Prime parole a 10-15 mesi.
  • Maggiore rapidità nell’acquisire nuove parole a 17-24 mesi che può o non può prendere le forme di un’esplosione del vocabolario. I bambini ora acquisiscono dalle 5 alle 40 a settimana.
  • Prime combinazioni di parole a 20 mesi, ma può verificarsi anche a 14 o dopo i 24.
  • Prime frasi a 24-30 mesi.
  • Progressiva efficienza sul piano lessicale, morfologico e sintattico dopo i 24-36 mesi.

bambino a due anni

Sviluppo sociale del bambino a due anni

Coscienza di sé

L’autoconsapevolezza inizia a partire dai 15 mesi e accomuna gran parte dei bambini tra i 21 e i 24 mesi.

Ad esempio il riconoscersi allo specchio implica competenze mentali complesse in quanto il bambino deve capire che l’immagine riflessa non è qualcun altro ma è lui. Quindi, intorno al secondo anno, l’autoriconoscimento avviene in base alla percezione stabile di sé stessi.

 

Coscienza degli altri

La conoscenza dell’altro richiede molte capacità complesse, come la percezione degli aspetti esteriori e dei comportamenti altrui ma anche la comprensione delle proprie e altrui emozioni. Conoscere l’altro significa capire che ha caratteristiche proprie diverse dalle nostre.

Come già detto, verso i 18 mesi le emozioni sociali (colpa, vergogna e imbarazzo) sono un indicatore della coscienza di sé, legate alla socializzazione, all’educazione, alla cultura. Dopo i 3 anni i bambini riescono sempre meglio a identificare gli stati d’animo propri e altrui riuscendo a introdurre nel discorso termini emotivi come piacere, dolore, …

Nei primi 2 anni i rapporti con i pari hanno carattere di unidirezionalità, alla propria azione non corrisponde l’azione coordinata dell’altro bambino.

Trai 2 e i 4 anni vediamo una maturazione anche in questo campo, dall’attività solitaria si passa ai giochi cooperativi.

Conclusioni sullo sviluppo del bambino a 2 anni

Lo sviluppo dei nostri bambini è legato a fattori biologici (come il patrimonio genetico) e alla conseguente maturazione biologica, ma non solo!

Hanno una grande influenza anche i fattori ambientali (come le situazioni all’interno della famiglia in cui il bambino è immerso) e l’interazione tra queste due grandi classi di fattori e la reciproca influenza che hanno l’una sull’altra.

 

Le tappe di sviluppo sono state volontariamente illustrate senza fare riferimenti assoluti a una determinata età, infatti ogni fase evolutiva dei bambini non è universale e raggiunta da tutti al medesimo tempo e alle medesime condizioni, esse non hanno quel carattere di identicità e linearità che spesso i genitori cercano per poter dire se il loro bambino è nei tempi giusti per imparare a gattonare, a camminare, a parlare, …

Riguardo quest’ultimo, il linguaggio, il 10% dei bambini tra i 3 e i 5 anni che hanno difficoltà nell’acquisirlo non sono riconducibili ad alcuna patologia che possa essere una perdita uditiva, un danno neurologico o un ritardo mentale.

L’importante sarebbe sapere che la capacità linguistica va vista all’interno della più ampia capacità comunicativa che si presenta MOLTO prima del linguaggio.

Infatti i bambini, anche se non sanno parlare, sanno capire e farsi capire attraverso altri canali.

bambino a due anni cosa fa

 

Una tappa importante è la comparsa dell’attenzione condivisa (verso la fine del primo anno) con cui il bambino condivide con la persona con la quale sta interagendo la sua attenzione su un oggetto o un evento che diventa l’argomento della conversazione, in questo caso anche in assenza di parole!

Avrete sicuramente vissuto con il vostro bambino la tipica sequenza del: il bambino vi guarda, guarda un cagnolino passare, vi riguarda, riguarda il cagnolino, vi guarda nuovamente e così via fino a quando la vostra attenzione, catturata dal suo comportamento (comunicativo anche senza parole), vi farà volgere lo sguardo sul cagnolino.

 

Il mio bambino si trova nei tempi giusti per imparare a fare questa cosa?

La verità è che le età sono indicative, e questo è bene ricordarlo.

Il vostro bambino non è in ritardo solo perché un amichetto è riuscito a fare una cosa prima di lui, non è detto che nemmeno l’amichetto sia anticipatario, potrebbe anche essere che il vostro bambino abbia bisogno di più tempo rispetto a qualcun altro per iniziare a svolgere una determinata attività.

In questo può esserci utile il sapere che i bambini prima di iniziare a parlare dimostrano, ed è dimostrato, di capire ciò che viene detto loro.

La domanda sorge spontanea:

 

perché se capisce non risponde parlando ma si fa capire in altro modo?

Capita anche a noi di non sentirci pronti per provare qualcosa di nuovo, a volte aspettiamo segni, eventi, incoraggiamenti. Perché non può valere per loro la stessa cosa?

 

Certo, è bene che i genitori abbiano delle linee guida per determinati segni di possibili problematiche, ma ricordiamoci che se un bambino ha bisogno di un po’ di tempo rispetto agli altri questo non dovrebbe rappresentare un problema, anzi, dovremmo rispettare la sua necessità di maggiore disponibilità di tempo (e pazienza!).

 

Lasciamo ai bambini il tempo di dispiegare le loro potenzialità

senza sentire la pressione genitoriale.

Ogni bambino ha i suoi tempi

e i suoi ritmi.

La Fase Oppositiva dei 2 AnnI



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