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Creme per Neonati e Bambini: Guida alla Lettura dell’Etichetta

di Gioela Saga

20 Ottobre 2016

Quando scegliamo un qualsiasi prodotto da utilizzare, lo strumento più potente che abbiamo a disposizione per poter valutare la qualità del prodotto è senza dubbio l’etichetta.

È questo preziosissimo mezzo che ci offre l’opportunità di conoscere, nel modo più corretto possibile, la composizione di ciò che vogliamo utilizzare e le sue caratteristiche principali.

 

Con l’etichetta, il prodotto ci parla di sé e ci dà modo di valutare se sia adatto a noi, alle nostre esigenze o, ancora di più, ai nostri bimbi.

Sappiamo bene quanto la pelle dei bambini sia delicata e le sue difese immunitarie non siano ancora perfettamente efficienti, dunque, saper leggere l’etichetta dei prodotti cosmetici a loro dedicati diventa ancora più essenziale.

Guida alla lettura dell’etichetta: cos’è l’INCI

Etichette Creme per neonati e bambini

Molto spesso, sentendo parlare di etichette, sentiamo parlare dell’INCI.

 

Di cosa si tratta?

 

Per una corretta guida alla lettura dell’etichetta è bene sapere cosa sia esattamente l’INCI.

 

L’INCI (dall’inglese International Nomenclature for Cosmetic Ingredients) è la lista degli ingredienti espressa con un codice internazionale, unico per tutti i paesi del mondo, che consente un perfetto riconoscimento delle sostanze presenti in un prodotto, a prescindere dalla lingua utilizzata nel paese di produzione o distribuzione, perché gli ingredienti saranno indicati con lo stesso nome ovunque.

 

La nomenclatura utilizzata, infatti, comprende alcuni termini in latino che si riferiscono per lo più a nomi botanici, termini in lingua inglese che si riferiscono a sostanze chimiche, e una combinazione di lettere e numeri ben conosciuta agli addetti ai lavori, per indicare ad esempio i diversi coloranti.

 

Per il consumatore finale, effettivamente, la nomenclatura INCI potrebbe essere poco comprensibile a prima vista, ma si tratta di un sistema fondamentale e conosciuto dai professionisti (medici, farmacisti, …) per poter dare indicazioni al consumatore. Se un soggetto presenta allergie o intolleranze specifiche, sarà il medico a comunicare eventualmente cosa non debba essere contenuto nella nomenclatura INCI.

Guida alla lettura dell’etichetta: caratteristiche generali e pubblicità ingannevole.

Una guida alla lettura dell’etichetta è utile per avere parametri di scelta maggiori e più obiettivi rispetto ai prodotti da acquistare.

 

Impariamo che, nella lista degli ingredienti, le sostanze sono elencate in ordine decrescente: le prime sono contenute in percentuale maggiore.

 

La cosmetologia indica come linea guida che un buon prodotto non dovrebbe contenere più di 30 eccipienti.

Inoltre, secondo la normativa sui cosmetici, è vietato usare nell’etichetta, nella presentazione alla vendita e nella pubblicità dei prodotti, qualsiasi indicazione che attribuisca delle caratteristiche o finalità diverse che possano trarre in inganno il consumatore e che lo portino a fare un uso non consapevole o rischioso del prodotto.

 

L’etichetta deve dunque essere più chiara possibile e, al contempo, non essere ingannevole, ad esempio vantando proprietà che in realtà tutti i prodotti analoghi possiedono.

 

Gluten free.

Non è permesso riportare indicazioni inerenti l’idoneità al celiaco o l’assenza di glutine su confezioni o pubblicità di prodotti cosmetici, detergenti o simili perché, in realtà, il rischio per i celiaci in questi casi è nullo e dunque una dicitura del tipo “gluten free” o “adatto ai celiaci” o “per celiaci”, sui cosmetici, risulta inutile e fuorviante.

 

Non testato su animali.

Allo stesso modo, la dicitura “cruelty free”, che indicherebbe che il cosmetico non è stato testato su animali, può essere interpretata nella stessa maniera.

 

Non sono consentite infatti le dichiarazioni che suscitino l’impressione che un prodotto abbia uno specifico beneficio se tale beneficio consiste nel semplice rispetto dei requisiti minimi di legge.

 

Le direttive europee, dal 2004, vietavano già la sperimentazione animale per i prodotti cosmetici finiti e, dal 2009, era stata vietata la sperimentazione sugli animali anche per i singoli ingredienti; infine, dal 2013 vi è il divieto totale di importazione e vendita di prodotti cosmetici e dei loro ingredienti testati su animali anche per particolari studi e anche al di fuori dell’Europa.

 

Dunque, la dicitura “non testato su animali”, di fatto non fa che ribadire un concetto che è solo l’espressione del rispetto della legislazione vigente.

 

Nichel free o Nichel tested.

Altro esempio di dicitura molto sfruttata commercialmente ma poco chiara e inutile visto che di fatto è impossibile che non vi siano tracce di nichel almeno come residui di lavorazione e vi è solo un limite da rispettare per legge che è quello che non si ecceda i [0,5-1] ppm (0,00005-0,0001%), considerati sicuri anche per i soggetti più sensibili.

Guida alla lettura dell’etichetta: biologico e naturale

Spesso si è attratti dalle diciture “biologico, bio, eco o naturale”, il cosiddetto claim pubblicitario; ma bisogna accertarsi esattamente che questo corrisponda alla vera natura del prodotto, al di là di parole scritte sulla confezione o dei colori che richiamano il verde.

 

Bisogna anche precisare che non esiste ancora un regolamento internazionale che definisca in modo univoco il concetto di Cosmetico Biologico e Naturale e questo crea certamente confusione e un vuoto legislativo che ci auspichiamo venga colmato quanto prima.

 

Vi sono però Organismi di Controllo e Certificazione, enti esterni e indipendenti, che hanno istituito propri disciplinari, a cui si attengono i produttori per ottenere la certificazione dei loro prodotti. Scegliere prodotti certificati, certo, ci dà una maggiore garanzia di controllo e affidabilità.

Ciò significa anche che i prodotti sono stati testati dalle aziende produttrici sia in vitro che in vivo, cioè attraverso una sperimentazione su volontari.

Tuttavia sono rintracciabili alcune caratteristiche irrinunciabili:

 

In linea generale, i cosmetici biologici e naturali dovrebbero contenere il 95% di ingredienti naturali o di origine naturale. Per i “cosmetici semplicemente naturali” invece, è sufficiente il 50%.

Alcune certificazioni pongono come parametro per “cosmetici biologici” una percentuale di ingredienti vegetali provenienti da coltivazioni biologiche almeno del 95%.

L’etichetta con dicitura “cosmetici naturali”, abbassa tale percentuale al 70%.

Insomma, un ginepraio di numeri che rende difficile la vita al consumatore finale che vuole essere consapevole.

 

Un cosmetico biologico, inoltre, deve assicurare l’assenza di paraffine e siliconi, profumi o coloranti di sintesi, componenti sottoposti a radiazioni, OGM e ingredienti derivati da animali, eccetto latte e miele.

 

Quando gli ingredienti devono derivare da un’agricoltura biologica, significa che devono derivare da coltivazioni che escludano l’utilizzo di prodotti chimici di sintesi e che non abbiano un impatto ambientale negativo sfruttando eccessivamente le risorse.

 

Per gli ingredienti naturali sono ammessi solo processi di tipo fisico come distillazione e filtrazione; sono vietati tutti i processi di tipo chimico che possono alterare la struttura stessa della sostanza utilizzata. Si privilegia l’uso di ingredienti naturali come acque floreali distillate, olii vegetali, olii essenziali e fitoestratti.

È inoltre ammesso un utilizzo di additivi per un massimo del 5%.

Impariamo dunque da questa guida alla lettura dell’etichetta due cose:

 

  • Naturale non vuol dire necessariamente biologico.
  • “Ingredienti naturali” sono tutti quelli provenienti direttamente dalla natura e lavorati solo con procedimenti fisici; “ingredienti di origine naturale” provengono dalla natura come i primi, ma possono essere anche stati trasformati con processi chimici, benché autorizzati.

 

Guida alla lettura dell’etichetta: regole fondamentali

Ricordiamo sempre e comunque che “biologico”, “naturale”, “non testato su animali” e altre diciture allettanti di questo tipo non sono comunque una garanzia di tolleranza assoluta che invece può dipendere da diversi fattori di sensibilità individuale.

Anche qualsiasi ingrediente naturale e biologico può rappresentare un potenziale rischio.

Impariamo a leggere le etichette a fondo per escludere i rischi generali e valutare gli ingredienti pericolosi e teniamo presente queste 3 regole fondamentali come linee guida ragionate e naturali:

 

  1. Scegliere prodotti che diano la priorità agli ingredienti di origine naturale, come quelli Mustela, rispettando le peculiarità individuali;
  2. Scegliere prodotti che usino ingredienti di sintesi solo se necessario; vi sono casi in cui per sicurezza, efficacia o piacere di utilizzo o se non esiste alternativa di origine naturale, è ragionevole fare uso di ingredienti di sintesi (cere sintetiche, oli minerali, siliconi, etc.) se validati dalle normative vigenti e da un’autorevole letteratura scientifica che ne dia garanzia di uso.
  3. Porre attenzione ad alcuni ingredienti dubbi per la loro tollerabilità o che hanno un impatto negativo sull’ambiente.

 

Autore Foto: hobitnjak – Fotolia.com



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