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Alessandro Elisei, Morto a 10 Anni in Circostanze Misteriose

di Federica Federico

24 Ottobre 2016

E’ mio diritto sapere come è morto mio figlio. Da mamma ho una percezione: Alessandro quel giorno non era da solo”, queste le parole di Simona Righetti, mamma di Alessandro Elisei, 10 anni, morto a Maccarese (Roma).

Alessandro Elisei è stato ritrovato senza vita lo scorso 3 ottobre in un canale di scolo non lontano dalla casa dei nonni materni, dove il bimbo era solito trascorrere del tempo e giocare in giardino.

La mamma si dice convinta di un fatto: il bambino non si sarebbe mai allontanato dal giardini dei nonni da solo, se ha raggiunto quel corso d’acqua lo ha fatto in compagnia di qualcuno. Oltretutto “aveva una tremenda paura dell’acqua”, a dichiaralo è la stessa mamma che ha rilasciato una lunga intervista al settimanale “Giallo”, Cairo Editore (l’intervista completa è pubblicata nel n°43 del 26 ottobre 2016 – disponibile in edicola)

Alessandro Elisei 10 anni morto
  • L’autopsia ha rilevato che la quantità di acqua presente nei polmoni è troppo esigua per sostenere l’ipotesi di una morte per annegamento, l’annegamento, quindi potrebbe rappresentare solo una concausa.
  • Lungo l’argine del canalone manca qualsivoglia traccia di scivolamento di un corpo.
  • E sul cadavere del bambino non sarebbero stati rilevati segni di colluttazione né di violenze, nemmeno rileverebbero tracce di un grave malore atto a giustificarne il decesso.

Il corpo del bambino era perfettamente integro”, così si leggerebbe tra gli atti dell’autopsia.

Sono stati esaminati anche gli indumenti di Alessandro Elisei: un jeans e una maglietta arancione che al momento del recupero del corpo risultavano completamente intrisi di fango.

Nemmeno i vestiti sono valsi a recuperare indizi utili ai fini delle indagini.

 

Attila il teppistello”, in famiglia lo avevano soprannominato così. La mamma lo rivela durante l’intervista rilasciata a “Giallo”, lo fa per chiarire un aspetto chiave della vicenda: Alessandro Elisei non aveva alcun problema psicologico, fisico, emotivo o relazionale. Era un bambino del tutto normale, carico di aspettative rispetto al suo futuro, felice e sereno.

 

Aveva qualche problemino che si traduceva in un deficit dell’attenzione e iperattività”, chiarisce la madre. Ma ciò è ben lontano dalla possibilità che Alessandro Elisei possa essersi volontariamente tolto la vita o anche dalla possibilità che possa avere agito in modo sconsiderato e senza valutare le conseguenze dei propri gesti.

 

Il 17 novembre Alessandro avrebbe compiuto 11 anni. Era un bimbo vivace e aveva la sua cerchia di amici. La madre conferma che giocava con gli altri bambini.

Proprio ai compagni di gioco di Alessandro Elisei è stato chiesto conto di quanto avvenuto nel pomeriggio di quel drammatico 3 ottobre.

Nelle pagine di “Giallo” la mamma chiede giustizia, tra le altre cose ipotesi indirizza l’attenzione verso un uomo misterioso dichiarando che il figlio avrebbe fatto riferimento a una figura maschile incontrata durante i giochi all’aperto con gli altri bambini. Secondo il racconto di Simona Righetti, quest’uomo si sarebbe rivolto ai bambini con un linguaggio inappropriato.

Ma nessun adulto pare essere coinvolto nell’indagine sulla morte di Alessandro Elisei. All’opposto l’attenzione degli inquirenti sembrerebbe concentrarsi sui compagni di gioco, ascoltati in audizioni protette.

Alessandro Elisei non era solo quando ha perso la vita, la nuova ipotesi investigativa volge verso il drammatico incidente consumatosi durante i giochi tra coetanei.

E’ possibile che non volendo fargli del male, men che meno ucciderlo, un compagno di giochi abbia spinto Alessandro Elisei nel canale di scolo?

La mamma chiede giustizia e verità, domanda a tatti di rompere il muro di omertà che sembra insormontabile. Sebbene agli atti d’indagine, e con essi le risultanze delle audizioni, siano secretati in Procura, dalle fonti stampa trapela che nessun bambino avrebbe ammesso che quel nel pomeriggio di quel tragico 3 ottobre si trovava in compagnia di Alessandro Elisei.

 

Insegnare ai figli il valore della verità è fondamentale, educarli all’aiuto è indispensabile. I bambini, soprattutto nel momento in cui vengano reputati abbastanza maturi da muoversi da soli e lontano dall’occhio vigile dei genitori, debbono sapere che è necessario soccorrere un amico in difficoltà, così com’è indispensabile chiedere l’immediato aiuto e conforto degli adulti in circostanze di necessità e urgenza.

 

 



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