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Dolomiti, incidente in alta quota sul Monte Pelmo

di Mamma Simona

03 Settembre 2011

QUANDO LA NATURA VINCE SULL’UOMO….

Spinti dall’esaltazione di omnipotenza, tipica della specie umana, non ci rendiamo conto dei nostri limiti.

L’idea antropocentrista, filosofia di vita che pone l’uomo al centro dell’universo e secondo cui tutto c’è perché ci deve servire, distoglie il pensiero dalla realtà: l’uomo è solo un anello di una lunga catena che forma l’esistenza.
La rincorsa del potere, il progresso, la fabbricazione, la nostra mente pensante, ci pongono in una condizione, noi crediamo, di supremazia nei confronti della natura.
Per un’autoaffermazione delle nostre capacità sfidiamo in continuazione la natura, compiendo azioni estreme a rischio della nostra vita…..come se governarne gli elementi dimostrasse una volta in più la superiorità umana.
Eppure…a volte si fallisce, e qualcuno paga con la vita l’errore.
E’ quanto è successo qualche giorno fa sul Monte Pelmo, sulle Dolomiti bellunesi.
Alberto Bonafede e Aldo Giustina, quarantenni nati e cresciuti a San Vito di Cadore tra le montagne che tutto il mondo ci invidia, le Dolomiti, facevano parte del Soccorso Alpino.
Due alpinisti tedeschi, esperti e attrezzati rocciatori che avevano deciso di percorrere la via Simon-Rossi, un percorso difficile, dove anche Messner, uno dei più noti arrampicatori italiani, aveva rischiato più volte di perdere la vita, erano rimasti feriti da una delle numerose frane di sassi che stanno letteralmente sbriciolando le Dolomiti.
Alla chiamata di intervento, i due turisti feriti e impauriti non erano più in grado né di salire né di scendere, ha risposto prontamente la squadra del Soccorso Alpino.
Bonafede e Giustina, alpinisti esperti e conoscitori di quelle montagne, hanno raggiunto con la squadra la vetta del costone sotto il quale i turisti si erano rifugiati, si stavano calando in corda doppia da 2900 metri di altezza, quando una frana di 2500 metri cubi di sassi li ha investiti, tranciando loro le cime.
Con le cime si sono spezzate le vite dei due soccorritori che lasciano mogli e figli ed un intero paese a piangerne la scomparsa.
Le operazioni di recupero dei corpi sono difficili, i canaloni continuano a franare e le vie di risalita sono impraticabili.
Le Dolomiti, perle rare di una bellezza mozzafiato quando all’alba e al tramonto si colorano di rosa, caratteristica tipica della roccia dolomitica, sono a rischio. L’orogenesi giovane di questa catena montuosa che rendeva i profili dei monti tanto particolari, è destinata a modificarsi.
Quando si sale in vetta ad un monte si assapora quella strana sensazione che invade il visitatore di essere parte di un tutt’uno, di partecipare all’immensità; si apprezza il silenzio che ci parla di una saggezza antica; un sentimento di condivisione con la natura, di calma e benessere si impadronisce di noi.
Eppure dovremmo imparare a rispettare un po’ di più….
Rispetto è la parola giusta, rispetto per il mare, per la montagna, per la natura e per l’ambiente in cui viviamo. Noi uomini siamo un po’ troppo sicuri che l’ambiente in cui viviamo, sia stato fatto a nostro uso esclusivo e che noi ne si possa disporre come vogliamo.
Disboschiamo per costruire città, trivelliamo il terreno per cercare petrolio, inquiniamo l’aria, il mare, convinti che le risorse esistano per essere da noi utilizzate.
Forse dovremmo iniziare a darci una regolata, a considerare i nostri limiti a spostare l’attenzione dall’uomo all’ambiente ed averne cura.
La natura si ribella sotto l’oppressione dell’uomo….
La natura va rispettata e l’uomo le si dovrebbe approcciare con un po’ più di umiltà.
Altri due angeli sono volati in cielo per salvare la vita a qualcuno che questa natura voleva sfidarla.
Facevano parte di squadre di eroi che lavorano, spesso come volontari, in condizioni estreme, mettendo a rischio la loro stessa vita, senza gloria né ricompensa. Sono eroi fantasmi, di cui tutti conosciamo l’esistenza, ma di cui si parla solo quando accadono disgrazie come quest’ultima.
E’ doveroso un ringraziamento a tutti coloro che operano per la nostra salvaguardia: la protezione civile, i soccorsi alpini, i salvataggi in mare ecc….il cui lavoro passa troppo spesso inosservato.
Alle famiglie dei caduti và il nostro sentito cordoglio.


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