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Colestasi gravidica: prurito sul pancione

di Mamma Silvia

25 Giugno 2010

E’ innegabile, quando il pancione cresce la pelle “tira” e prude.
Il nostro ventre infatti va incontro, soprattutto tra il secondo e il terzo trimestre a un notevole aumento di volume e la pelle si tende. Ecco allora che l’odioso prurito fa la sua comparsa! Un disturbo fastidioso a cui tuttavia si può facilmente dare sollievo spalmando dosi extra di crema o olio e bevendo molta acqua. Infatti la disidratazione peggiora notevolmente la situazione. Utili anche dei bagni con amido di riso che rinfresca e lenisce.

Quando invece il prurito compare già a partire dai primi mesi di gravidanza è possibile che si tratti di un’allergia alimentare. In questo caso si dovrebbero escludere dalla dieta gli alimenti ad alto rischio allergizzante.

Ci sono dei casi però, in cui il prurito può essere la spia di un disturbo ben più serio: la colestasi gravidica.
Si tratta di una malattia del fegato che insorge solitamente nel terzo trimestre, in cui il fegato perde un pò la sua funzione di filtro e permette l’accumulo dei sali biliari nei tessuti.
La colestasi si manifesta per l’appunto con un intenso prurito agli arti superiori e inferiori per poi estendersi a tutto il corpo. Dagli esami risulterà un innalzamento delle transaminasi e della bilirubina con conseguente ittero.
Questa patologia è dovuta all’effetto degli ormoni estrogeni anche se il meccanismo che innesca la malattia non è ancora ben noto.

Quali effetti può avere la colestasi gravidica su mamma e nascituro?
La prognosi per la madre è ottima, infatti la colestasi regredisce spontaneamente dopo il parto, anche se in donne predisposte può ripresentarsi in gravidanze successive oppure con l’assunzione della pillola anticoncezionale.

Mentre per il bambino il discorso cambia. Il piccolo infatti può andare incontro a sofferenza fetale per il passaggio dei sali biliari attraverso la placenta. Qualora se ne presentasse la necessità infatti, si procederà all’induzione del parto, anche se prematuro, dopo un’attenta valutazione rischio-beneficio.
Per controllare i sintomi esistono alcuni farmaci che però possono portare a fenomeni di malassorbimento di alcune sostanze. Specialmente le viamine liposolubili. Per questo è importante assumere integrazioni di vitamina k per non incorrere in problemi di coagulazione del sangue. Inoltre si consiglia una dieta a base di cibi facilmente digeribili e leggeri per non sovraccaricare ulteriormente il fegato. Consigliabile anche il riposo, valido aiuto in tutti i casi di problematiche in gravidanza.

Questo sito ha carattere divulgativo e non sostituisce il parere del medico, che deve sempre essere consultato, ove necessario.



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