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I Genitori Decidono di Tenerlo e il Neonato Sopravvive 5 Giorni

di Gioela Saga

13 Gennaio 2017

Ci sono sfide che mai si sarebbe pensato di dover affrontare. Quando si pensa ai sacrifici da fare per i figli si pensa alle notti insonni, allo svezzamento, alle litigate per il motorino e alle lotte dell’adolescenza… Non si può pensare che la grande sfida sarà se permettergli di venire al mondo o meno!

 

Eppure ci sono genitori che si trovano a doverlo fare, loro malgrado, per questo è giusto non dimenticarli anche se può far male, può persino dare fastidio…Quando i genitori decidono di tenere un bambino, malgrado ogni apparente logica, sapendo che nascerà deforme e incapace di vivere per più di qualche giorno, l’amore raggiunge il suo apogeo.

I genitori decidono di far nascere il bambino malgrado l’incompatibilità alla vita

i genitori decidono

T.K. e Deidrea sono felicemente sposati e non vedono l’ora di diventare genitori per loro è un sogno che si trasforma in breve in un incubo.

 

Deidrea scopre con estrema gioia di essere incinta ma alla ventesima settimana scoprono qualcosa di terribile. Il bambino che aspettano soffre della sindrome di Patau o trisomia 13.

 

Si tratta di una malattia cromosomica molto rara che si presenta in un nato su 20.000, soprattutto nelle femminucce.

Le anomalie a cui si va incontro sono talmente tante e pesanti da rendere la condizione incompatibile con la vita tanto da optare per un aborto terapeutico:

 

labioschisi e palatoschisi, polidattilia (dita delle mani e dei piedi in soprannumero), occhi piccoli, ritardo psicomotorio, cardiopatia, encefalopatia, anoftalmia (assenza dei bulbi oculari), criptoftalmia o ciclopia (assenza delle palpebre o di un occhio). La maggior parte dei bimbi muore entro tre mesi di vita. Questi piccolini nascono con deformità davvero pesanti che comportano anche difficoltà fisiologiche gravissime.

i genitori decidono di farlo nascere

 

Nel caso del piccolo Thomas, questo il nome del bimbo, non si era formata la bocca che appariva solo come un buco e vi erano difficoltà all’apparato respiratorio, deficit renali, cerebrali, i suoi polmoni erano deboli.

Sono presenti anche danni al sistema nervoso centrale e cardiaco, così come a quello renale.

 

 

I genitori decidono di tenere il bimbo anche se sanno che la sua condizione sarebbe stata assolutamente incompatibile con la vita.

E’ una decisione difficile, una sfida incredibile. I genitori non sanno tutt’ora se credessero potesse avvenire un miracolo ma di sicuro volevano vederlo, amarlo e abbracciarlo.

 

Quando nasce non piange e la mamma urla:

 

“Ti prego Thomas piangi per la mamma,” ed ecco che il bimbo scoppia in un pianto davvero confortante.

Non si sapeva però se sarebbe vissuto pochi minuti, qualche ora, pochi giorni…

i genitori decidono di farlo nascere

Invece di panificare il battesimo i genitori decidono quale piccola bara acquistare e come fare il funerale.

Però il loro desiderio è quello di spendere più tempo possibile con lui, amarlo e abbracciarlo per tutto il tempo che era loro concesso.

 

Non avrebbero avuto fotografie del primo giorno di scuola, né il lavoretto di Natale ma solo quei pochi preziosissimi attimi per ricordarlo per sempre.

I genitori decidono di farlo nascere per poterlo abbracciare: ogni momento è prezioso

Il secondo giorno hanno potuto portarlo a casa, in un ambiente familiare, dove poter stare insieme. Il bambino prendeva molti farmaci e il trasporto a casa era pericoloso, ma in ogni caso i tre hanno lasciato l’ospedale pieni di speranza.

 

Ora dopo ora le cose cambiavano: Thomas diventava più debole, ma poi si riprendeva. E in quei casi speravano in un miracolo. Ma, solo cinque giorni dopo la nascita, i genitori si addormentano accanto a lui, consapevoli che forse non lo avrebbero mai più visto vivo, verso le 5.30 del mattino il padre apre gli occhi e Thomas non respirava più.

i genitori decidono di farlo nascere

 

Lo hanno vestito per l’ultima volta, lo hanno abbracciato, baciato e tenuto stretto. Una volta al cimitero gli hanno dato l’estremo saluto, sapendo in cuor loro di avere comunque avuto la possibilità di dirgli ciao, prima di dirgli addio. Per loro ne era valsa la pena.

 

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