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Mamma 30enne ha Tentato di Uccidere la Figlia di 3 Anni: Medicine nel Biberon

di Federica Federico

16 Gennaio 2017

Le braccia della mamma dovrebbero essere il luogo più confortevole e sicuro del mondo, alla mamma si ricorre ogni qualvolta la vita riserva un dolore, un’angoscia o un rammarico.

Eppure vi sono mamme crudeli o addirittura assassine, donne che ricambiano l’amore incondizionato dei figli con violenza e dolore, aggressività e paura.

Una mamma 30enne ha tentato di uccidere la figlia di 3 anni somministrandole medicinali capaci di indurre la piccola in arresto cardiaco.

Per ben 2 volte il cuore della bambina si è fermato e per ben 2 volte è miracolosamente tornata alla vita grazie all’intervento pronto dei medici.

Se fosse morta? Se nessuno si fosse reso conto che la madre stava tentando di farla sembrare malata? Se i medici non avessero compreso l’origine dei suoi disturbi?

mamma 30enne ha tentato di uccidere la figlia di 3 anni

Mamma 30enne ha tentato di uccidere la figlia di 3 anni , i fatti:

presso il Bambin Gesù di Roma, una bimba di 36 mesi viene ricoverata con malesseri e sintomi dalla causa ignota. Mente i medici tentano di comprendere le ragioni dei ricorrenti disturbi della bambina e in corso di ricovero, la piccola va in arresto cardiaco per due volte.

Due sono i differenti episodi in cui la bimba rischia la vita perché il suo piccolo cuore si ferma.

L’attenzione dei medici e la coordinazione con le forze dell’ordine portano a una verità sconcertante: lo stato di salute della bimba era alterato dagli interventi della madre che, lontana dagli occhi di tutti, somministrava alla sua creatura psicofarmaci. Le medicine, potenzialmente in grado di influire sulle funzionalità cardiache, sono state la causa dei due arresti cardiaci.

La mamma 30enne ha tentato di uccidere la figlia di 3 anni, a casa altre due bimbe, la più piccola delle tre sorelle ha solo 12 mesi. Quale la motivazione di un gesto tanto scellerato?

Le mamme criminali e assassine capaci di incidere sulla salute dei figli alterandola esistono. Sono donne malate e la sindrome che le affligge ha un nome: sindrome di Munchausen per procura.

Sindrome di Münchausen per procura: figli malati o morti a causa della mamma

Nel caso romano appena salito agli onori della cronaca, la mamma 30enne ha tentato di uccidere la figlia di 3 anni presumibilmente perché voleva attrarre l’attenzione del marito sulla famiglia.

La donna e il suo compagno, a quanto pare, vivevano una profonda crisi e la mamma avrebbe scelto di “immolare” la figli alla sua causa sentimentale. E’ evidente che dietro gesti tanto estremi c’è un doloroso perché psicologico, una sofferenza umana che drammaticamente ricade sui figli.

 

Le autorità sospettano che la donna avesse già tentato un gesto simile ai danni della figlia più piccola.

 

La mamma 30enne che ha avvelenato la figlia rischiando di ucciderla è ora agli arresti. Nelle more dell’indagine, la donna già era stata sollevata dalla patria potestà; in fase investigativa, infatti, era stato emesso contro di lei e contro il marito un decreto di sospensione dalla potestà genitoriale con divieto di avvicinamento alla figlia.

La mamma 30enne ha tentato di uccidere la figlia di 3 anni introducendo nel biberon della bambina benzodiazepine, in seguito all’assunzione di quei farmaci, la bambina ha subito due arresti cardiaci.

Un’anima innocente ha rischiato di essere strappata alla vita dalle mani di chi l’ha messa al mondo e avrebbe dovuto solo amarla e custodirla. Su questa violenza c’è molto da riflettere!

 

Fonti stampa fanno sapere che la piccola di 3 anni ora sta bene ed è fuori pericolo.



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