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Test delle macchie di inchiostro di Rorschach

di Anna Pannico

04 Agosto 2017

Il test delle macchie di inchiostro è stato ideato nel 1921 da Hermann Rorschach, uno psichiatra svizzero di scuola freudiana che pubblicò per la prima volta i risultati base del test da lui ideato che, nei decenni a venire, si rivelò di notevole utilità.

 

Nonostante il fatto che nel corso del tempo l’attendibilità dello strumento sia stata messa diverse volte in discussione, il test in parte viene tutt’oggi impiegato in ambito clinico e per esplorare le dinamiche interpersonali di una persona.

 

Il test delle macchie di inchiostro (o Test di Rorschach) è un esame psicologico proiettivo che viene utilizzato dagli specialisti per definire meglio la personalità di un soggetto.

test delle macchie di inchiostro di Rorschach

Per eseguire il test delle macchie di inchiostro ideato da Rorschach vengono utilizzate 10 tavole originariamente create versando dell’inchiostro su dei fogli di carta. Di queste 10 tavole, 5 sono realizzate utilizzando il bianco ed il nero, 2 impiegando i colori nero e rosso ed altre 2 con inchiostri colorati.

 

Le macchie sui fogli di carta non hanno un significato specifico ma la persona che si sottopone al test, dopo averle attentamente osservate, deve dire cosa vede.

Il test in questione sfrutta il meccanismo inconscio della proiezione, secondo il quale, di fronte ad un’immagine priva di significato, il soggetto proietta su di essa il suo mondo interiore fatto di fantasie, ricordi, paure ed altri significati personali.

Le tavole del test delle macchie di inchiostro vengono sottoposte una per volta, ed in genere senza limiti di tempo, all’osservazione dell’esaminato, il quale successivamente dovrà riferire al medico quanto ha visto.

 

Non esistono risposte corrette o sbagliate poiché tutto ha luogo dall’interpretazione personale del soggetto. Però, la diagnosi che risulta dal test delle macchie di Rorschach che viene formulata dallo specialista, non si baserà soltanto sulle risposte fornite, ma anche su altre variabili tra le quali:

 

  • 1 – La descrizione del contenuto della tavola.

Ogni tavola ha un contenuto preciso universale rispetto al quale l’operatore che somministra il test decifrerà le risposte date dall’esaminato.

 

  • 2 – La giustificazione fornita dal soggetto per motivare la descrizione.

Ricopre un ruolo molto importante nella decifrazione dell’esame perché rappresenta un preziosissimo dato strettamente personale alla persona.

 

  • 3 – Il tempo impiegato.

Proprio perché il tempo che viene impiegato per dare una risposta è un dato di cui si tiene conto nei risultati del test, è bene che sia quanto più spontaneo possibile. Difatti, il test delle macchie di inchiostro ideato da Rorschach non prevede tempi specifici e limitati.

 

  • 4 – Il linguaggio non verbale.

Espressioni facciali, movimenti del corpo, stato emozionale dell’esaminato sono tutti elementi che, in generale, costituiscono una forma di comunicazione non verbale che comunque lo specialista è in grado di decifrare.

 

  • 5 – Rotazione delle tavole.

Si intende, nello specifico, il movimento delle mani dell’esaminato nell’osservare le tavole sottoposte alla sua attenzione. Potrebbe essere intesa anche questa come una forma di comunicazione non verbale della quale si tiene conto.

Grazie alla lettura di questo test è possibile scoprire se il soggetto esaminato soffre di disturbi d’ansia, fobie, disturbi depressivi ma è possibile delineare anche le principali modalità comportamentali del paziente.

I metodi utilizzati per l’interpretazione sono diversi ma, a prescindere da quello utilizzato, il test delle macchie di inchiostro deve essere impiegato dagli specialisti che abbiano acquisito un’adeguata preparazione ed anche una certa esperienza nell’uso del test.

 

Fonte Immagini: Ingimage ID Immagini ISS_14020_00613



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