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Ha ucciso suo figlio nel sonno: Loredana Busonero, perché lo ha fatto

Ha ucciso suo figlio nel sonno e lo ha portato con sé nella morte imponendogli, di fatto, di smettere di vivere e coinvolgendolo nel suo suicidio: è questo, in sintesi, quello che ha fatto Loredana Busonero, la mamma di Porto Santo Stefano che lo scorso 27 luglio ha sparato a ...

di Federica Federico

08 Agosto 2017

Ha ucciso suo figlio nel sonno e lo ha portato con sé nella morte imponendogli, di fatto, di smettere di vivere e coinvolgendolo nel suo suicidio:

è questo, in sintesi, quello che ha fatto Loredana Busonero, la mamma di Porto Santo Stefano che lo scorso 27 luglio ha sparato a suo figlio quasi 18enne e accanto al suo cadavere, un attimo dopo, si è tolta la vita.

Tutto è accaduto intorno alle 7:00 del mattino. Un’ora dopo la nonna materna di Francesco, mamma di Loredana, ha aperto la porta di casa, così come faceva tutti i giorni per aiutare sua figlia e suo nipote, e ha visto la morte: Francesco nel suo letto intriso di sangue e Loredana riversa in terra poco distante dal figlio anche lei avvolta dal suo stesso sangue.

Loredana ha ucciso suo figlio con la pistola di ordinanza, lei era il comandante dei Vigili Urbani di Monte Argentario.

ha ucciso suo figlio nel sonno

Francesco Visconti avrebbe compiuto 18 anni il 2 agosto. Mentre la mamma lo portava alla morte qualcun altro pensava già alla sua festa, lo zio e gli amici, infatti, stavano preparando i festeggiamenti per il 18esimo del ragazzo e ora non si danno pace.

 

Ha ucciso suo figlio e si è tolta la vita, cosa è successo nella mente di questa mamma?

In molti si sono domandati il “perché”, lo hanno fatto le persone care e quelle vicine a questa madre, ma questo stesso interrogativo ha interessato anche i comuni osservatori. Prima di cercare motivazioni estrinseche è giusto e indispensabile comprendere il meccanismo psicologico dell’omicidio suicidio che porta le mamme a trasformarsi prima in assassine e poi a togliersi la vita.

 

Il mal di vivere può indurre queste donne a subire fortemente il peso della vita sino a interpretarla complessivamente come un percorso doloroso. Quando questa visione dolorosa della vita diventa patologica allora uccidere il figlio diviene, nella logica malata di queste madri, un modo per salvarlo.

Loredana ha ucciso suo figlio perché non voleva abbandonarlo come aveva fatto suo padre con lei, questa potrebbe essere una motivazione intima eventualmente scatenata anche dalla perdita dell’ex marito.

Loredana aveva perso il padre nel 1993, l’uomo era morto suicida, mentre un infarto le aveva tolto l’ex marito solo 2 anni fa.

 

Il movente dell’omicidio – suicidio non è stato esplicitato in nessun modo dalla donna, le indaghi sono in corso ma si sa che nell’abitazione non sono stati rinvenuti biglietti né tracce di alcuna spiegazione palesata.

 

Loredana Busonero aveva 55 anni, era entrata a far parte del comando dei Vigili di Monte Argentario nel 1997 dopo la laurea; quando era già comandante sposò l’allora sindaco, l’avvocato Marco Visconti e dal loro amore nacque Francesco. Loredana e suo marito però si separarono sebbene i rapporti tra i due rimasero buoni.

 

 

Due anni fa, a soli 56 anni, L’ex marito di Loredana ha perso la vita a causa di un attacco di cuore improvviso e inarrestabile. Probabilmente questo profondo dolore non ha dato pace alla donna già segnata dalla morte di suo padre.

 

Il papà della vigilessa morì suicida nel 1996 e allora la donna ne rimase sconvolta, sebbene sembrava essersi riscatta con una vita felice.

Loredana ha ucciso suo figlio di primo mattino, è altamente probabile che il ragazzo sia passato dal sonno alla morte senza rendersi conto di nulla, la mamma lo ha letteralmente condotto con sé senza dargli nemmeno modo di accorgersene.

 

Non si sa cosa sia scattato nella mente di questa mamma, non si sa cosa l’abbia indotta a dare la morte e togliersi la vita, nessuno si spiega il perché ma probabilmente tutti si chiedono come mai nessuno si sia reso conto di quanto stava per accadere.

Osservare, condividere, avere pietà nel senso di partecipare alla vita altrui è questo quanto deve insegnarci una profonda tragedia come questa.

Fonte: Giallo n°31 del 9 agosto 2017



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