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Mettersi in ginocchio davanti ai figli: Kate e William lo fanno

di Federica Federico

12 Settembre 2017

Kate e William usano mettersi in ginocchio davanti ai figli, è una posizione in cui tipicamente troviamo la neo famiglia reale. Questo atteggiamento fisico della duchessa e del principe ha colpito l’opinione pubblica internazionale, i genitori del mondo non hanno mancato di notarne la sistematicità.

Inginocchiarsi davanti ai figli, lo fanno William e Kate

Inginocchiarsi davanti ai figli, lo fanno spesso William e Kate
©LaPresse

 

Ebbene tutti i genitori dovrebbero mettersi in ginocchio davanti ai figli.

 

Mettersi in ginocchio davanti ai figli: mamme e papa dovrebbero farlo sempre, spesso o persino più frequentemente di quanto non facciano (se già usano inginocchiarsi).

 

Il perché è presto spiegato: l’atto di inginocchiarsi impone al genitore di “abbassare” se stesso al livello del figlio. “Abbassarsi al livello del bambino” qui va intesa come azione positiva: mentre il genitore si abbassa all’altezza del bambino e arriva a guardarlo negli occhi (instaurando un rapporto oculare diretto), il figlio percepisce un messaggio di avvicinamento, sente la relazione fisica col genitore e vede assecondato il suo bisogno di contatto e conforto.

 

Mettersi in ginocchio davanti ai figli.

Mettersi in ginocchio davanti ai figli.
Diritto d’autore : photobac ©123RF.com
ID Immagine : 62416984 con licenza d’uso.

Mettersi in ginocchio davanti ai figli: i benefici della pratica dell’abbassarsi al livello del bambino.

 

Nello specifico questa posizione fisica:

  • rende possibile il diretto contatto oculare, genitore e figlio, cioè, si guardano immediatamente e direttamente negli occhi;
  • pareggia due fisici non conformi avvicinando anche emotivamente il bimbo all’adulto;
  • pone l’adulto a portata di mano per il bambino massimizzando la sensazione di conforto che il figlio può ricevere, anche inconsciamente, dalla mamma o dal papà.

 

In questo senso mettersi in ginocchio davanti ai figli aiuta la costruzione di un rapporto empatico.

 

L’empatia genitore – figlio, infatti, non è fatta solo di parole ma si nutre anche di vicinanza, gesti e contatto fisico.

Il bambino che vede il genitore mentre si inginocchia assiste ad un avvicinamento disponibile e aperto dell’adulto. Nessun figlio resterà indifferente rispetto a questa occasione di vicinanza e incontro.

 

E’ pertanto consigliabile mettersi in ginocchio davanti ai figli per parlare e giocare ma anche per redarguire e correggere. Questo gesto di avvicinamento, infatti, aiuta il bambino a porsi in una condizione di disponibilità verso l’adulto.

 

E chi ha a che fare con i bambini sa bene che un bambino disponibile è un cucciolo d’uomo più aperto al mondo, più empatico, più socievole, meno aggressivo, più propenso alla conoscenza e persino alla messa in discussione di sé.

In una sintesi massima: un bimbo disponibile a lasciarsi guidare dall’adulto è un figlio più propenso a ricevere e assimilare una buona educazione.

 

L'azione di mettersi in ginocchio davanti ai figli per redarguire e correggere in modo dolce.

L’azione di mettersi in ginocchio davanti ai figli per redarguire e correggere in modo dolce.
Diritto d’autore : Evgeniia Siiankovskaia
©123RF.com ID Immagine : 126768575 con licenza d’uso.

Mettersi in ginocchio davanti ai figli per redarguire e correggere senza urla né stress.

 

In ambito educativo, spesso il verbo correggere si confonde con verbi coercitivi e punitivi (urlare, sgridare, sculacciare, eccetera), questa confusione non è corretta né proficua.

La correzione più efficace è quella dialogante e ragionata:

in un clima calmo, lontano dall’ira e dalla frustrazione, inginocchiarsi dinnanzi al bambino e parlargli guardandolo negli occhi, usando un fraseggio semplice e lineare, è quanto di più efficace e finalizzato possa fare un genitore per amore del suo bimbo.

 

Il modo migliore per concludere questo contatto è, infine, l’abbraccio contenitivo e avvolgente che sancisce quella disponibilità rappresentata dall’azione di mettersi in ginocchio.

 


Articolo aggiornato all’11 Gennaio 2021



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