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Allattamento e gravidanza: la contraccezione durante l’allattamento

di Dott.ssa Daniela Brancaccio

12 Ottobre 2011

L’affidabilità dell’allattamento come metodo contraccettivo

Allattare non può considerarsi un metodo contraccettivo. Può funzionare ma non è affidabile.

Nel caso in cui la donna allatti, senza saltare nessuna poppata, il succhiare il latte del bimbo e gli ormoni che regolano la produzione di latte impediscono l’ovulazione. E’ quello che si chiama amenorrea da allattamento.

Senza dubbio tale effetto contraccettivo non dura per tutto il tempo di durata dell’allattamento materno.

Alcuni ricercatori hanno dimostrato che, durante l’allattamento, la protezione è totale per alcuni mesi. Trascorso tale tempo, solo per il 60% delle donne l’allattamento continua ad essere efficace come metodo contraccettivo per altri sei mesi.

Inoltre l’efficacia contraccettiva dell’allattamento diminuisce rapidamente dopo il primo sanguinamento post parto, con l’introduzione dell’alimentazione aggiuntiva e quando trascorrono i sei mesi dopo il parto. Quando si verifica uno qualsiasi di questi casi. È necessario iniziare un altro metodo contraccettivo.

Contraccettivi dopo il parto e durante l’allattamento

Durante l’allattamento, gli ormoni impediscono l’ovulazione, ma il ritorno del ciclo dipende da ogni donna e c’ è la possibilità di una gravidanza. Non tutti i contraccettivi sono compatibili con l’allattamento o i cambiamenti che vive il corpo della donna.

Dopo il parto e la quarantena, il corpo inizia a tornare alla normalità e la mamma riprende i rapporti sessuali.

Allattare il piccolo non può essere considerato come un metodo contraccettivo. Può funzionare ma non è affidabile, anche se esiste un “potenziale contraccettivo” esso perde efficacia con il trascorrere dei mesi, inoltre ogni donna ha un corpo diverso che diversamente risponde ai cambiamenti detrminati dall’allattamento.

D’altro canto, nel caso in cui la donna non allatti, l’attività delle ovaie torna a ristabilirsi entro 40-60 giorni dopo il parto.

 

L’intervallo tra le gravidanze è importante per la salute delle mamme, poiché permette loro di riprendersi dalla gravidanza e dal parto, così come dallo sforzo che richiede il fare attenzione al bambino. Per questo motivo, alla ripresa dei rapporti sessuali, le mamme devono adottare il metodo contraccettivo più adeguato, tenendo in conto le controindicazioni ormonali, l’allattamento e i cambiamenti nella forma dell’utero.

 

I contraccettivi raccomandati durante l’allattamento e dopo il parto

Il preservativo – E’ uno dei contraccettivi più raccomandabili dopo il parto, sia se si allatta che in caso contrario, almeno finché il corpo della donna non torna alla normalità. E’ comodo da utilizzare e possiede un elevato grado di affidabilità. Inoltre non influisce sull’allattamento e non ha controindicazioni.

La pillola. Se la mamma sta allattando, può utilizzare pillole solo di progesterone. La pillola abituale contiene estrogeni e questi ormoni passano attraverso il latte materno. In questo caso, è meglio consultare il medico.

Il diaframma o DIU. Anche i contraccettivi di barriera o intrauterini sono consigliabili durante l’allattamento o dopo il parto,ma, sia che si allatta sia che non si allatta, la mamma dovrà aspettare che l ‘utero recuperi la sua forma normale per utilizzarli. Il ginecologo ti aiuterà a sapere se il diaframma o i DIU ( dispositivi intrauterini) sono i contraccettivi più indicati.


Contraccettivi naturali durante l’allattamento

Durante l’allattamento e sopratutto mentre gli ormoni che regolano la produzione di latte impediscono l’ovulazione, molte mamme optano per i metodi contraccettivi naturali, come il metodo Billings o il controllo della temperatura basale.

I metodi anticoncezionali naturali si basano sull’osservazione dei cambiamenti che si verificano nel corpo femminile durante il ciclo mestruale.
Si possono utilizzare tranquillamente alla fine della quarantena, sempre che la donna li abbia già praticati prima, poiché richiedono una buona conoscenza del proprio corpo. Non bisogna dimenticare che la loro affidabilità è relativa.

Temperatura basale. In tal caso, è necessario che la mamma non stia allattando, perché la produzione giornaliera del latte provoca un aumento della temperatura che fa si che sia difficile sapere con esattezza se si è verificata l’ovulazione.

Metodo Billings. Può essere utilizzato anche se si sta allattando, perché le modifiche del muco cervicale sono identiche anche durante questo periodo.

Fonte: http://www.mibebeyyo.com



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