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Iulia Timoshenko condannata a sette anni di reclusione, accordi a rischio

di Federica Federico

13 Ottobre 2011

Iulia Timoshenko condannata a sette anni di reclusione dal Tribunale di Kiev.

Chi è Iulia Timoshenk? Perché oggi il Tribunale di Kiev la condanna alla detenzione? Per quale motivo i suoi sostenitori fieramente si oppongono a questa sentenza? E come mai più autorità mondiali manifestano, rispetto al verdetto, serie perplessità?

Chi è Iulia Timoshenk?

Iulia Timoshenk è il volto femminile della politica ucraina: dal 2007 al 2010 ha ricoperto la carica di primo ministro dell’Ucraina, dopo aver ricoperto la stessa carica dal 24 gennaio all’8 settembre 2005; è stata l’eroina della Rivoluzione arancione del 2004.

La Rivoluzione arancione Ucraina altro non fu che quel pacifico ma efficace movimento popolare e di protesta che si oppose allo scrutinio elettorale relativo alle votazioni presidenziali del 21 novembre 2004. I primi risultati concernenti tale scrutinio vedevano, appunto, Viktor Janukovyč in vantaggio. L’opposizione, lo sfidante Viktor Juščenko e con loro il popolo contestarono i risultati, i brogli elettorali determinarono, così, un moto di piazza volto ad ottenere la ripetizione della consultazione. Fu la rivoluzione arancione a causa del colore adottato da Juščenko e dai suoi sostenitori, l’arancione invase le piazze e condusse il popolo nuovamente alle urne. Si ebbe una nuova consultazione elettorale il 26 dicembre 2004, grazie ad essa Juščenko divenne presidente si insediò il 23 gennaio 2005.

 

 

 

 

Perché oggi il Tribunale di Kiev la condanna alla detenzione Iulia Timoshenko?

I fatti: nel 2009, mentre Iulia Timoshenk era primo ministro, grazie alla sua mediazione si chiuse un importante accordo per le importazioni di gas in Ucraina, il patto “politico – commerciale” avveniva tra la società statale energetica Naftogaz ed il colosso russo Gazprom.

Iulia Timoshenk è accusata di aver imposto tale accordo, questo patto commerciale sarebbe – secondo l’accusa – svantaggioso per l’Ucraina, quindi la sua chiusura avrebbe danneggiato il paese, e per di più – sempre stando alla ricostruzione dell’accusa – il patto sarebbe stato concluso dalla Timoshenk senza il parere del governo da lei allora guidato.

Cosa stabilisce l’accordo per le importazioni di gas in Ucraina?

Il patto commerciale fissa a 450 dollari il prezzo per ogni 1000 metri cubi di gas importato – l’accusa sostiene che il costo è elevato e che esso ha sin ora prodotto un danno economico all’Ucraina, ad oggi avrebbe causato al Governo un esborso non utile di danaro pari a 130 milioni di euro.

 

 

 

Iulia Timoshenko si dichiara innocente: i sostenitori le credono, confidano nella buona fede e nella trasparenza della donna; ancora non scompaiono le tende dinnanzi al tribunale di Kiev dove prosegue il sit-in di protesta allestito dai fedelissimi della ex premier.

E dopo la condanna di Iulia Timoshenko a sette anni di reclusione, ecco cosa dichiara chi crede in lei e per lei protesta dinnanzi al Palazzo di Giustizia: “Rimarremo qui almeno fino a venerdì – hanno dichiarato alcuni militanti del partito di Timoshenko – poi decideremo cosa fare“.

Alcuni giornali tuonano: “ La condanna della Timoshenko ha rotto l’illusione di vivere in un paese democratico”, ciò è quanto testualmente si legge sulle pagine del quotidiano ucraino “Dien”.

Iulia Timoshenko si difende; il procedimento che oggi ha portato alla sua condanna è un «processo farsa»? Secondo la stessa Timoshenko si!

L’intero impianto accusatorio sarebbe stato costruito ad arte dai suoi oppositori politici per “liberarsi” di un’avversaria scomoda, che in vista delle elezioni parlamentari del prossimo anno e delle presidenziali del 2015 poteva dare assai fastidio.

«La sentenza non è stata pronunciata dal giudice Rodion Kireiev, ma dal presidente Ianukovich. Questa sentenza non cambierà nulla nella mia vita né nella mia lotta», ha dichiarato con fierezza la Timoshenko.

Le massime autorità governative internazionali guardano con sospetto a questo processo: l’America e l’Unione Europea negli ultimi mesi si sono espresse in modo assai critico verso il governo ucraino e hanno manifestato le loro perplessità, ovvero l’idea che vi siano ragioni politiche dietro il processo alla ex premier.

Del resto anche agli occhi del cittadino comune appare “strumentale” la detenzione della Timoshenko in carcere già da più di due mesi, ovvero due mesi prima della pronuncia della corte. E perché l’ex premier sarebbe detenuta già da 60giorni? La detenzione dipenderebbe dall’atteggiamento della donna accusata di essere irriverente nei confronti della corte e dei testimoni.

Come risponderà l’Europa a questa condanna?

«L’Unione europea rifletterà sulla sua politica verso l’Ucraina – recita una nota – Il modo in cui le autorità ucraine rispetteranno i valori universali e lo stato di diritto, e specificatamente il modo in cui gestiranno questo caso, rischia di avere profonde implicazioni nelle relazioni bilaterali tra la Ue e l’Ucraina, inclusi la conclusione dell’accordo di libero scambio, il dialogo politico e più in generale la nostra cooperazione».

Il primo ministro russo Vladimir Putin ha sottolineato fermamente di «non comprendere» la sentenza; è chiaro che tale verdetto mette a rischio l’accordo Russia-Ucraina sul gas, quel patto commerciale del 2009 che ha generato il processo alla Timoshenko .

Iulia Timoshenko è stata chiamata la”principessa del gas”, appellata così da quella stampa e da quella politica che vorrebbe metterla in cattiva luce. Tuttavia non si può non chiudere con la più importante delle riflessioni:

il gas e l’energia spesso innescano delle “guerre” politiche ed economiche, quell’accordo del 2009 chiudeva una guerra in corso e portava la pace, il gas ed il calore, il retroscena da cui emerge il patto concluso dalla Timoshenko deve essere il presupposto di ogni considerazione!



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