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Omicidio Scazzi: si aggrava la posizione di Sabrina Misseri

di Maria Corbisiero

12 Ottobre 2017

Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente mamma e figlia, entrambe accusate dell’ omicidio Scazzi, non sono meritevoli di sconti di pena.

È quanto sostiene la Corte di Cassazione che ieri, mercoledì 11 ottobre 2017 ha provveduto a depositare quasi 200 pagine di motivazioni relative all’udienza del 21 febbraio scorso durante la quale vennero confermate le condanne all’ergastolo per Sabrina e sua madre e gli 8 anni di reclusione per Michele Misseri, accusato di soppressione di cadavere e inquinamento delle prove.

Omicidio Scazzi: si aggrava la posizione di Sabrina Misseri.

Omicidio Scazzi: si aggrava la posizione di Sabrina Misseri

<<Fredda pianificazione d’una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità […] astuto e freddo motore propulsivo verso piste fasulle>>.

Così Sabrina Misseri viene descritta dai giudici che, insieme alla madre Cosima Serrano, è considerata l’organizzatrice e parte attiva dell’ omicidio Scazzi, la 15enne di Avetrana, rispettivamente cugina e nipote delle imputate, uccisa il 26 agosto del 2010.

 

Come detto in precedenza, lo sconto della pena viene negato anche alla Serrano che, secondo i giudici, da persona adulta e quindi responsabile avrebbe dovuto placare “l’aspro contrasto” sorto tra le due cugine e non fomentare l’odio tra le ragazze rendendosi “direttamente protagonista del sequestro della giovane nipote partecipando, poi, materialmente alla fase commissiva del delitto”.

Nelle lunghe pagine depositate dalla Cassazione relative all’ omicidio Scazzi viene ricordato che il decesso della giovane avvenne per strangolamento e si delinea una possibile dinamica che vede coinvolte le due donne condannate all’ergastolo.

Non essendo stati rinvenuti sul corpo della vittima segni di lotta o segni che facessero intuire un’azione di difesa, anche solo una reazione istintiva al soffocamento, da parte di Sarah, la Corte, sulla base delle perizie e dei risultati dell’autopsia, ha affermato che la vittima non aveva opposto alcuna resistenza.

Resterebbe quindi plausibile che l’ omicidio Scazzi non è stata opera di un singolo soggetto bensì frutto di un “concorso sinergico” di due persone:

<<L’una che aveva posto in essere la specifica azione di soffocamento da dietro alla vittima, e l’altra che le aveva inibito ogni tentativo di difendersi e, altresì, ogni chance di fuga>> ha dichiarato la Corte.

Concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione questa l’accusa mossa contro Sabrina e Cosima alle quali, per i motivi qui sopra esposti, la Corte di Cassazione non riconosce la “meritevolezza” per la concessione delle attenuanti generiche.

 

Fonte: Repubblica La Stampa

 



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