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Gravina di Puglia, no alla traslazione delle salme dei fratellini Ciccio e Tore

di Federica Federico

13 Ottobre 2011

Nessuno dimenticherà mai Ciccio e Tore, i due fratellini di Gravina di Puglia tragicamente morti nel 2008; i cadaveri dei piccoli sventurati furono rinvenuti dopo incessanti e faticosi mesi di ricerche nel pozzo\cisterna della cosiddetta “casa delle cento stanze”, un fatiscente immobile abbandonato, presente sul territorio di Gravina di Puglia. La casa si rivelò facilmente accessibile e “comunemente” frequentata dai ragazzini del luogo nelle ore di svago … ma il gioco fu per Ciccio e Tore, in occasione della scomparsa, veramente fatale!

Il comune uso dello stabile da parte dei bambini del luogo fu confermato dagli eventi, infatti, Ciccio e Tore – o meglio i loro cadaveri – furono rinvenuti a seguito di un’altra pericolosa fatalità: un terzo ragazzino, Michele, precipitò nel medesimo pozzo, gli amici chiesero aiuto e nel corso delle operazioni di salvataggio del bambino i vigili del fuoco scoprirono i cadaveri dei due fratellini.

Michele com’era finito in quello stesso luogo? E, soprattutto, la tragedia poteva ripetersi?

Oggi si torna a parlare dei due fratelli prematuramente sottratti alla vita a causa di una tragedia dai contorni ancora grigi. Rosa Carlucci, la povera mamma, è tornata a chiedere una più certa giustizia per i suoi piccoli: intanto si oppone alla traslazione delle salme, pare che il padre abbia chiesto di spostare i corpi dei figli Ciccio e Salvatore dall’attuale sede alla cappella della famiglia Pappalardi. Rosa Carlucci ha chiesto alla Procura di impedire tale traslazione. Il pm che ha accolto mamma Rosa ha dichiarato di aver già “sensibilizzato telefonicamente” le autorità competenti, ovvero i servizi cimiteriali di Gravina, e la procedura di traslazione delle salme sarà probabilmente sospesa nelle more di una definitiva decisione.

Rosa Carlucci ha, però, approfittato della presenza della stampa dinnanzi alla Procura e lì ha lasciato intendere che è pronta a lavorare per una riapertura del processo.

 

 

La mamma di Gravina di Puglia resta convinta del fatto che la morte dei suoi bambini fu l’epilogo di una tragedia, il risultato di un pericoloso gioco che vedeva i bambini impegnati in una precisa prova di coraggio: calarsi nel pozzo.

Bisognerà vedere se Rosa Carlucci tradurrà in atti e procedimenti giudiziari la sua intenzione.



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