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Bambino piccolo torturato per fare un prelievo di sangue

di Federica Federico

16 Ottobre 2017

Per il personale infermieristico, prendere una vena per un prelievo sanguigno dovrebbe essere semplice, se non addirittura banale. Non è stato così per il figlio di mamma Federica: “Il mio piccolo torturato per fare un prelievo”, questa la denuncia mossa pubblicamente contro due infermiere colpevoli di aver cercato una vena in modo del tutto improprio e con conseguenze estremamente pericolose ai danni di un neonato.

 

Una mamma di Adria, nella provincia di Rovigo, in Veneto, testimonia che il suo neonato sarebbe stato letteralmente martirizzato solo per effettuare un prelievo sanguino.

 

Bambino piccolo torturato per fare un prelievo di sangue, i fatti:

quando la mamma ha portato i suoi gemelli di appena 4 mesi in ospedale non si aspettava di finire in pediatria e di essere costretta a una terapia farmacologica per ridurre un livido che definire improprio è persino banale.

Bambino piccolo torturato per fare un prelievo di sangue

Era il 17 agosto e Federica si era recata all’ospedale di Adria con i suoi gemelli; i bimbi sono nati prematuri, in TIN la mamma ha assistito a terapie fatte di aghi, tubicini e prelievi per ben 50 giorni di degenza, questo basta a Federica per non sentirsi una “mamma ansia”.

 

La prematurità dei bambini ha reso necessario dei controlli reiterati nei mesi, anche la fatidica analisi del sangue del 17 agosto non doveva essere altro che un controllo di routine.

 

I bambini erano stati indirizzati al reparto di pediatria dell’ospedale adriese; all’arrivo di mamma Federica e dei bambini , stando al racconto riportato dalle fonti stampa, l’infermiera che di solito si occupa dei prelievi sui bambini era impegnata e un’altra infermiera si sarebbe fatta avanti per effettuare il prelievo.

 

Da qui il racconto della mamma si fa agghiacciante e si spiega come il piccolo abbia riportato un livido tale da richiedere una cura.

Bambino piccolo torturato per fare un prelievo di sangue, il racconto della mamma:

“ Due infermiere hanno così iniziato la loro prova. Una ha detto all’altra di farle da laccio emostatico. Altra cosa piuttosto strana: non capivo perché non usassero il laccio come si fa in questi casi. Invece, per prendere la vena nel braccino di mio figlio che pesava appena 5 chili, hanno pensato di schiacciarlo con la pressione del proprio corpo. Mio figlio si è messo a piangere disperato. Hanno provato per tre volte ad inserire l’ago, ma senza trovare la vena.

Ho fatto presente che non mi sembrava una tecnica normale, ma sono stata tacciata di preoccuparmi inutilmente. Per fortuna, però, nel frattempo è arrivata una terza infermiera che, usando il laccio, ha fatto il prelievo nell’altro braccio in un attimo e senza lasciare nemmeno un segnetto. Così come all’altro mio figlio che non ha avuto alcun problema e non ha praticamente nemmeno pianto. Il primo braccino, però, è diventato viola, così siamo passati dalla pediatra che è rimasta sconcertata dal mio racconto. Ha detto che un ematoma così non l’aveva mai visto, che era gravissima e che il piccolo aveva rischiato perfino una trombosi. Per una settimana ho dovuto applicare ghiaccio e una pomata apposita» (Citazione letterale da www.ilgazzettino.it, fonte della dichiarazione e della foto qui di seguito).

Bambino piccolo torturato per fare un prelievo di sangue

Bambino piccolo torturato per fare un prelievo di sangue, fonte foto: IlGazzettino

Così come riportato dalla fonte stampa, la vicenda è stata segnalata all’ufficio relazioni con il pubblico della locale azienda sanitaria. Rispetto a detta segnalazione la mamma fa sapere che la loro premura come famiglia non è ottenere punizioni o risarcimenti, vogliono, piuttosto, evitare che un fatto simile si ripeta ancora.


Fonte foto di copertina: Ingimage con licenza d’uso Image ID:ING_52687_08289

 



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