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Paracetamolo: effetti collaterali e pericolo di sovra-dosaggio

di Carla Gozzer

08 Gennaio 2018

Il paracetamolo è il principio attivo di diversi farmaci di uso comune; alcuni farmaci da banco a base di paracetamolo, come la tachipirina, possono essere usati anche dai bambini o durante la gravidanza, spesso sono vendibili senza la necessità di presentare la ricetta del medico. Ma attenzione, come tutti i farmaci, non se ne può far un uso eccessivo o sconsiderato.

 

In alcuni paesi il paracetamolo viene chiamato anche acetaminofene.

 

Ha una forte azione antipiretica, cioè è in grado di abbassare la temperatura corporea durante la febbre, e analgesica, cioè funziona come antidolorifico. Può essere usato quindi in caso di febbre alta, mal di testa o in caso di mal di denti, dolori muscolari o delle articolazioni o dolori mestruali. Sebbene gli effetti siano paragonabili a quelli dell’acido acetilsalicilico, non ha forti capacità antinfiammatorie. In altre parole non fa sentire dolore ma non combatte l’infiammazione.

paracetamolo

 

Come si usa il paracetamolo

 

L’effetto del paracetamolo inizia entro 30 minuti dal momento dell’assunzione e dura in media tra le 4 e le 6 ore, a seguito delle quali è possibile prenderne altro.

 

In commercio i farmaci che contengono paracetamolo possono essere confezionati come supposte, compresse di diverso tipo, sciroppi, gocce, bustine di granulato effervescente o come granulato orosolubile. A seconda della necessità è giusto acquistare la “forma” più pratica e più agevole.

 

Per un bambino sotto l’anno di età le suppostine saranno più semplici da usare rispetto magari a mandare giù uno sciroppo dal sapore un po’ forte.

 

Sulla scatola del farmaco è indicato la quantità di principio attivo, cioè di paracetamolo , presente in una singola dose. Le formulazioni più frequenti sono da 125 mg, 250 mg, 500 mg e 1000mg. Vuol dire che in una compressa, bustina o in un millilitro, se si tratta di sciroppo, sono contenuti 125, 250, 500 o 1000 milligrammi di paracetamolo. Questi ultimi due dosaggi (500 e 1000 mg) sono pensati esclusivamente per gli adulti e tra le due si dovrebbe preferire sempre quella più bassa.

 

Per i farmaci specifici per i bambini, il foglietto illustrativo è di grande aiuto. In questo infatti è specificata chiaramente la posologia più adatta, cioè come e quanto farmaco dare al bambino in base a due parametri: l’età e al peso.

 

A volte può capitare di avere dei dubbi perché il peso di nostro figlio è diverso rispetto a quello indicato per la fascia di età: in questo caso bisogna considerare il peso e non gli anni.

 

Per esempio se nostro figlio è molto leggero, la quantità di paracetamolo prevista per la sua età potrebbe essere eccessiva e risultare pericolosa; al contrario se è più pesante della media, la dose di paracetamolo prevista per i suoi anni potrebbe essere insufficiente e quindi non dare effetti significativi.

 

Effetti collaterali del paracetamolo

 

Come ogni farmaco, anche il paracetamolo può provocare alcuni effetti indesiderati come reazioni cutanee, con arrossamenti, prurito o difficoltà nella respirazione: sono disturbi dovuti a un’ipersensibilità al farmaco. Anche avere vertigini e abbassamento di pressione rientra negli effetti dovuti ad una reazione di tipo allergica.

 

Inoltre il paracetamolo non si accumula a livello dello stomaco come altri farmaci antinfiammatori e quindi se assunto nella giusta somministrazione, non porta effetti collaterali in questa sede. Se la quantità assunta è troppo alta o l’uso è prolungato potrebbe però dare anche disturbi gastrici.

 

Un suo uso prolungato può anche causare la diminuzione di componenti essenziali del sangue e del sistema immunitario, come le piastrine o i leucociti. Bisogna avvertire il medico se si prolunga il trattamento per più giorni, specialmente se si superano i 5 giorni consecutivi.

 

paracetamolo effetti

 

Sovra-dosaggio di paracetamolo

 

Il paracetamolo viene metabolizzato nel fegato, dove viene trasformato per poter essere eliminato. Ed infatti in caso di sovra-dosaggio, gli organi che vengono maggiormente colpiti sono il fegato e i reni. I danni causati da un eccesso di questa molecola sono gravissimi e possono portare anche alla necessità di trapianto di fegato o alla morte.

 

Per un bambino, il cui fegato non è in grado di smaltire il paracetamolo con la stessa efficacia di un adulto, superare i 150mg/kg può essere pericoloso.

 

In altre parole, se un bambino che pesa 10 kg assume 1500 mg di paracetamolo, cioè una compressa e mezzo della formulazione per adulti, può avere gravi danni al fegato e ai reni!

 

I primi sintomi di un’intossicazione da paracetamolo appaiono molto presto, nelle prime 24 ore dall’assunzione, e sono la nausea, il vomito, un colorito pallido e malsano e un malessere complessivo, a cui si aggiunge successivamente un forte dolore addominale.

 

In questo caso recarsi in un ospedale può salvare la vita: a seconda del tempo trascorso dall’assunzione i medici sapranno come affrontare quest’avvelenamento. Potrebbero decidere di fare una lavanda gastrica, delle trasfusioni di plasma o di altri liquidi, per esempio in caso di vomito. Nei casi più gravi è possibile la somministrazione di antidoti che aiutano il nostro corpo a inibire e a smaltire il paracetamolo in eccesso.

 

In diversi resoconti annuali è stata sottolineato come il sovra-dosaggio di paracetamolo è stato causato dalla somministrazione erronea di farmaci per adulti al posto di quelli formulati proprio per i bambini.

 

A volte non si sono rispettate le 4-6 ore tra una somministrazione e l’altra. Oppure si è arrivati alla concentrazione eccessiva di paracetamolo perché si sono usati più farmaci contemporaneamente. Oppure quando il fegato non funziona correttamente, come può avvenire per esempio in caso di alcolismo negli adulti.

 

Per evitare quindi qualsiasi rischio è bene dare sempre il tempo necessario al corpo per l’eliminazione del paracetamolo, non somministrare un’altra dose prima del tempo scritto sul foglietto illustrativo o comunque se non espressamente ordinato dal medico. Anche nel caso di assunzione di altri farmaci è giusto confrontarsi prima con il pediatra o con il medico di famiglia per capire se è il caso di prendere anche il paracetamolo.

 

In gravidanza o in allattamento l’uso di questo principio attivo non è sconsigliato perché, se assunto nella giusta posologia, la quantità di farmaco non sembra essere pericolosa per il nascituro o per il neonato. Vita da Mamma consiglia comunque di fare una telefonata al proprio medico, al pediatra o al ginecologo per evitare comunque qualsiasi rischio. Meglio una telefonata in più che problemi successivi!



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