Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Bambini autistici aggressivi: cosa fare

di Federica Federico

24 Gennaio 2018

Bambini autistici aggressivi e non;

chiusi in se stessi, sfuggenti, incapaci di tenere lo sguardo dell’interlocutore oppure abili a comunicare entro certi limiti e con determinati canali e strumenti comunicativi;

scoordinati e non sufficientemente in grado di gestire il proprio corpo sino ad essere autonomi oppure educati al raggiungimento di notevoli competenze e capaci di affrontare sempre nuove sfide;

bambini autistici intelligentissimi oppure deficitari;

silenziosi oppure no, alcuni bimbi affetti da autismo sino a 10 anni non parlano o riescono solo a pronunciare parole elementari come mamma, mentre altri imparano a parlare.

 

Con questi scarni e sintetici esempi introduttivi abbiamo voluto indicare la vastità dello spettro autistico. L’autismo non è uno e non è una condizione univoca e oggettivabile, piuttosto rappresenta il risultato di un’infinita combinazione di condizioni capaci di rendere ogni bambino un caso unico e speciale.

 

Tra i tanti fattori che incidono sulle caratteristiche di ciascun bambino autistico, rileva anche il livello dell’autismo che se lieve permette il raggiungimento di più ampi e confortanti traguardi.

 

E’ tautologico dire che sullo stato di avanzamento del bambino autistico e sulle sue conquiste contano anche l’ambiente familiare, la tempestività della diagnosi, la stimolazione del bambino e il percorso medico affrontato.

 

Diciamo subito che l’autismo non è una malattia: in termini medici, si parla del cosiddetto spettro autistico, esso non individua una patologia curabile (non esiste infatti una medicina e\o una cura per vincere l’autismo), trattasi di una sindrome che coinvolge tutta la vita del bambino.

 

In quanto sindrome ad ampio spettro, l’autismo ha manifestazioni cliniche assai differenti tra loro. Come poc’anzi sottolineato, ci sono, pertanto, pazienti dotati di un quoziente intellettivo (QI) superiore alla media e bimbi deficitari; bambini autistici aggressivi e non; autistici con forti deficit della parola e altri che invece parlano; soggetti arrivati a ampie conquiste in tema di autonomia e altri meno capaci di muoversi nel mondo.

 

Nello spettro della sindrome autistica il bambino può trovare canali di sviluppo e forme di comunicazione capaci di migliorare la sua vita e quella dei suoi familiari.

 

I bambini autistici aggressivi si possono gestire al meglio aumentando la loro capacità di sopportare gli stimoli che vengono dal mondo esterno come l’interazione e l’autonomia. Allo stesso modo il bambino autistico isolato e con deficit linguistici può essere guidato ad un’apertura verso l’esterno.

Ma va detto che quello autistico è il percorso della calma e della lentezza dove tutto deve avvenire piano piano e col giusto dosaggio di novità, apprendimenti, aperture e conoscenza. Proviamo a capire come e perché ?

bambini autistici aggressivi: come comportarsi, cosa fare

In una larga esemplificazione si può dire che non tutti i bambini autistici reagiscono allo stesso modo alla ipersensorialità che è la caratteristica comune dello spettro autistico (ed è da essa che possono dipendere finanche le crisi e eventuali manifestazioni di aggressività degli autistici).

 

Bambini autistici aggressivi e ipersensorialità

 

L’ipersensorialità comporta una vera e propria “mescolanza e confusione degli stimoli sensoriali”: in pratica tutti gli stimoli sensoriali (udito,vista, olfatto, tatto e gusto) esplodono contemporaneamente nella testa del bambino autistico che non è in grado di selezionarli e diversificarli. Si fa riferimento a questo quando si dice dei bambini autistici che sono incapaci di ri-oganizzare gli stimoli che subiscono dal mondo esterno.

 

La realtà, quindi, li travolge e arriva nel loro cervello e nel loro cuore impetuosamente generando un’invincibile confusione.

 

 

L’incapacità di riorganizzare gli stimoli ha conseguenze pratiche importanti. I bambini autistici:

  • non sopportano i rumori forti,
  • non tollerano le forti stimolazioni visive,
  • non riescono a coordinare insieme più attività e nemmeno a rispondere a più ordini o bisogni contemporaneamente,
  • sono deficitari nella percezione del tempo e quindi manifestano difficoltà con le sequenze temporali, nonché con il concetto di “finito”.

 

Tutto questo si traduce in comportamenti anomali: i bimbi affetti da autismo mettono le mani sulle orecchie in cerca di silenzio e sugli occhi per attenuare la luce; soffrono di senso di smarrimento nei luoghi aperti e affollati dove non riescono a sintetizzare gli stimoli plurimi; fanno e disfano la stessa cosa molte volte trovando conforto negli atteggiamenti ripetitivi.

 

L’incapacità di decodificare, organizzare e sintetizzare gli stimoli può ingenerare crisi e anche scatenare aggressività.

 

Bambini autistici aggressivi e riduzione degli stimoli

 

Vita da Mamma non vuole sostituire questo testo informativo ad alcuna direttiva medica: la diagnosi dell’autismo compete ai medici, in caso di atteggiamenti sospetti del bambino il pediatra indirizzerà la famiglia verso una visita neuropsichiatria. Il bambino autistico (e ciò vale pure per i bambini autistici aggressivi) potrà essere seguito anche da uno psicologo infantile, tutto nell’ambito di un programma di educazione segnato dallo sport, dalla musica e da uno speciale approccio alla socializzazione.

 

Il messaggio che qui vogliamo trasmettere è alla calma, alla progressiva conquista di traguardi raggiunti con debita lentezza.

 

Il bambino autistico riceve dal mondo “troppo”, ovvero una quantità di stimoli maggiore di quelli che può sopportare. Il suo primo bisogno è spogliare il mondo dalle fonti di disturbo. In questo senso il bambino autistico ha bisogno di ambienti silenziosi, luci tenui e dolci, colori delicati, poco mobilio in casa e niente fronzoli, giocattoli semplici e non troppi.

 

Ci sono giochi inadatti ai bambini autistici , per esempio i videogiochi, perché imprimono nel cervello del bimbo una pluralità di stimoli sensoriali in contemporanea; ci sono luci non consone alla percezione degli autistici, per esempio i neon, perché troppo abbaglianti; ci sono musiche meno adatte di altre all’orecchio dei bimbi affetti da sindrome autistica, in genere è meglio preferire musiche senza parlato. Non pochi autistici trovano conforto nella musica classica, ma la specialità dell’autismo rende unico tutto e perciò quello che lenisce le crisi di un bimbo potrebbe non valere affatto per un altro.

bambini autistici aggressivi, lenire le crisi

I bambini autistici aggressivi hanno particolarmente bisogno di vivere a piccoli passi

Per minimizzare l’aggressività dei soggetti autistici vanno minimizzate le frustrazioni e quindi va tenuto in debito conto il bisogno di non alterare lo stato di equilibrio del bambino, ciò non significa non stimolarne i progressi, piuttosto equivale a portare il bimbo a nuove conquiste piano piano.

 

Bisogna insegnare con gradualità dosando le parole, usandone poche e mirate; bisogna esplorare gli spazi nuovi e possibilmente portarli a conoscenza del bambino attraverso metodologie consone ai suoi bisogni, come le foto; bisogna preparare il bambino alle nuove esperienze e alle nuove emozioni nello stesso modo e con la stessa attenzione, anche qui aiuta fortemente la fotografia.

 

Alcuni esperti suggeriscono un sistema di comunicazione alternativo per stimoli visivi, finalizzato a potenziare i possibili canali e le competenze comunicative dell’individuo semplificando richieste e messaggi. In questo senso può essere utile fotografare azioni, luoghi e circostanze ai bambini autistici:

  • si possono fotografare i passaggi di un apprendimento per far sì che il bambino lo focalizzi, lo comprenda e lo metabolizzi (per esempio può essere proficuo fotografargli i passaggi di un’azione semplice come lavarsi) ;
  • si possono fotografare i posti nuovi prima che il bimbo autistico li visiti (come una casa dove si intende trascorrere una vacanza) massimizzando il senso di sicurezza e conforto.

Come riconoscere l’autismo: primi sintomi


Fonte immagini Ingimage con licenza d’uso

 



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici