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Mamma in coma da tre mesi e mezzo partorisce una bambina

Vittoria è nata il 14 giugno a Mantova e ora cresce nella culla termica della Patologia Neonatale del Carlo Poma. Sebbene la prognosi non sia stata del tutto sciolta, il parto eccezionale di questa bambina, parto che le è valso la vita, resta unico e i dottori si dicono ...

di Federica Federico

19 Giugno 2018

Vittoria è nata il 14 giugno a Mantova e ora cresce nella culla termica della Patologia Neonatale del Carlo Poma. Sebbene la prognosi non sia stata del tutto sciolta, il parto eccezionale di questa bambina, parto che le è valso la vita, resta unico e i dottori si dicono fiduciosi: la mamma di Vittoria ha partorito in stato di incoscienza durante un coma che dura già da quasi quattro mesi.

Mamma in coma da tre mesi e mezzo partorisce

Mamma in coma da tre mesi e mezzo partorisce una bambina: Vittoria cresce e mangia.

 

La medicina contemporanea è giunta alla consapevole conclusione che il feto può svilupparsi sin tanto che la mamma vive, anche a forte di uno stato comatoso della gestante.

 

Vittoria è venuta alla luce da una mamma in coma da tre mesi e mezzo, lo stato comatoso della donna era aggravato da una contrazione degli arti per cui l’anestesia, necessaria per il cesareo, è stata particolarmente complessa. Il quadro complessivo ha reso l’evento nascita un successo medico.

 

Mamma in coma da tre mesi e mezzo partorisce grazie ad un’anestesia loco regionale (spino epidurale).

 

I medici fanno sapere attraverso le fonti stampa che la procedura operatoria non è stata delle più semplici, l’intervento, condotto alla presenza di un equipe medica vasta e altamente professionalizzata, è valso la vita della bimana e ha massimamente salvaguardato a salute della madre.

 

Cos’è successo alla mamma di Vittoria?

 

La mamma di Vittoria è stata colpita da un arresto cardiaco le cui conseguenze hanno cagionato anche danni cerebrali.

 

Negli ultimi tre mesi e mezzo (sono quasi quattro i mesi di coma che questa mamma ha affrontato) la donna ha portato avanti la gravidanza incoscientemente.

 

Mentre la sua bimba è vispa e si alimenta grazia al latte proveniente dalla banca del latte di Milano, la vita della madre è legata alle condizioni del suo cuore e spetta ai medici decidere quando intervenire. Nei prossimi giorni i cardiologi valuteranno i tempi e i modi di un eventuale intervento che garantisca alla mamma una defibrillazione meccanica per un battito regolare.

 

La mamma in coma da tre mesi e mezzo è stata ricoverata quando era incinta di nove settimane, ha partorito a trentatré e la bimba venuta alla luce pesa circa un chilo e mezzo.

 

Attualmente la mamma è sotto attento monitoraggio, le sue condizioni ormonali sono cambiate e questo merita interesse e osservazione. Il suo caso non è però unico: una nascita altrettanto straordinaria e simile ha avuto luogo a Taranto, il 17 giugno un neonato maschio è venuto al mondo da una donna che si trova in coma da tre mesi.

 

Due neonati salvati dalla medicina moderna, poeticamente si può dire figli di un miracolo, nati a distanza di pochi giorni.

 

La mamma in coma da tre mesi e mezzo ha avuto un infarto, mentre la donna pugliese è finita in coma in seguito ad aneurisma cerebrale quando era incinta già di 22 settimane.

 

La mamma di Taranto ha portato avanti la sua gravidanza inconsapevolmente nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata della città pugliese.

 

Come la mamma in coma da tre mesi e mezzo, anche lei non è cosciente della nascita della sua creatura.

 

Il bambino, nato al settimo mese, sta bene: pesa circa 2 chilogrammi ed è venuto al mondo in condizioni di salute complessivamente buone.

 

La prognosi relativa al neonato non è sciolta, come è ovvio che sia, data la prematurità della nascita, tuttavia le fonti stampa non nascondo la soddisfazione dei medici che lo hanno fatto nascere, ovvio segno di buon auspicio per il prossimo futuro.

 

Bimbi nati da mamme in coma, figli che devono alla medicina la speranza e la vita ma anche donne che hanno adempiuto alla loro vocazione di generare con un’estrema fatica e non senza spendere tutto di se stesse. Alle mamme va il nostro pensiero, da madri ci uniamo alle preghiere e alle speranze delle famiglie che null’altro vogliono che vederle salve.

 

Allo stesso tempo il nostro pensiero va ai papà che hanno accolto i figli tra lacrime non solo di gioia.

 


Fonte immagini con licenza d’uso: storyblocks,com



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