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Sputo in mare: sputare in acqua o in spiaggia, pericoli e salute

di Federica Federico

07 Agosto 2018

Vietato sputare in mare? Lo sputo e il risultato dell’azione dello sputare, cioè dell’espellere volontariamente saliva dalla bocca. Sputare (anche in mare) e lo sputo in sé sono considerati sgradevoli, ovvero atti indecorosi che possono avere l’effetto di deturpare, sporcare o imbrattare un bene comune (un marciapiede, un parco, una spiaggia, eccetera).

 

Ciò che ferisce il decoro e deturpa lo spazio altrui (o comune) è l’emissione di fluidi corporei che, proprio attraverso lo sputo, vanno a contaminare il luogo ove cadono.

 

Le domande sono poche e chiare:

 

sputare in mare contamina, sporca e deturpa l’acqua? Lo sputo crea presupposti di contaminazione a danno dell’igiene? E’ un comportamento vietato o che si può vietare?

 

C’è chi sputa in acqua, in mare e in piscina, i ragazzini lo fanno e i bambini, in modo particolare, lo fanno spesso.

sputo, sputare in mare

Le mamme, spesso intolleranti allo sputo, sono combattute tra decoro e igiene.

 

Con questo scritto, l’intento di vitadamamma è quello di soddisfare entrambi i dubbi e qualche perplessità rispetto alla questione dello sputo in mare.

 

Lo sputo, inteso come atto indecoroso, può essere amministrativamente sanzionato con una multa dai 54 a 324 euro. Le cosiddette “ordinanze anti-sputo” vengono emanate dai comuni e sono tese a punire tutti coloro che hanno il cattivo vizio di sputare per terra.

 

Non si legge in nessun luogo della rete, e nemmeno si rintraccia in alcuna fonte giurisprudenziale, una estensione per similitudine della norma allo sputo nell’acqua del mare.

 

Giuridicamente, però, questa ipotesi non è improbabile. Si parla, invece, genericamente di sputo “su area pubblica, ad uso pubblico”. E’ vietato sputare (quantomeno lo è in potenza, poiché il divieto deve essere confermato da un’ordinanza comunale) anche su mezzi pubblici, in luoghi adibiti al pubblico uso (uffici comunali, per esempio) e contro beni storico-artistici, in questi ultimi casi le sanzioni amministrative possono aumentare.

 

Tutto ciò lascia presumere che il divieto di sputo concerna situazioni di coscienziosa e volontaria emissione di saliva, insomma è vietato sputare volontariamente. Detta così la situazione non può che fare riferimento prevalentemente agli adulti e interessare i loro comportamenti coscienziosi, ponderati e orientati.

 

Sputare in mare può essere anche un istinto, cioè la risposta a stimoli fisiologici.

 

E’ pertanto presumibile che se vi fosse un adulto che sistematicamente sputa in mare, teoricamente sarebbe possibile adire le autorità per fermarne il comportamento indecoroso. Per quanto ciò implicherebbe una espansione della norma, una denuncia e una valutazione del luogo, delle circostanze e delle conseguenze dello sputo.

sputo, saliva neonato

Ma come la mettiamo con i bambini che sputano in mare?

 

Se un bimbo sputa in mare per diletto e gioco, è corretto fargli notare che sputare (sputare in mare ma anche fuori dal mare) è un atto indecoroso, che può infastidire i più e che non è un bene farlo. Viceversa va ammesso che i bambini in acqua rispondano con lo sputo a una serie di stimolazioni:

 

sputano quando vanno sott’acqua, se bevono un pochino, se l’acqua infastidisce il loro nasino o la bocca.

 

Quando più bambini giocano tra loro e sputano in mare ci sono pericoli di contaminazione e trasmissione delle malattie?

 

Prima di rispondere a questa domanda, è opportuno avere contezza di cosa sia la saliva, da quali elementi sia costituita e quali funzioni abbia.

 

Le funzioni della saliva non sono secondarie, le secrezioni salivari – liberate dalle ghiandole salivari e scaricate nella cavità orale – coadiuvano la deglutizione perché lubrificano i bocconi di cibo e li ammortiscono mantenendoli umidi e viscosi così che non graffino o grattino il cavo orale mentre vengono ingoiati; favoriscono la digestione; esercitano un’azione antibatterica garantita dalla presenza, proprio nella saliva, di un enzima capace di distruggere i batteri; stimolano le papille gustative, presenti sulla lingua, garantendo la percezione dei sapori.

 

Se le ghiandole salivari non facessero il loro lavoro (la secrezione giornaliera di saliva è di circa 1.000 ml – 1.500 ml) persino parlare, a bocca secca, potrebbe essere difficile se non impossibile.

 

La saliva ha un’enorme componente d’acqua. All’analisi della saliva, infatti, risulta che circa 99,5% di essa è rappresentato da acqua, uno 0,5% da proteine e il tutto è diluito da secrezioni sierose e mucose.

 

La saliva è così tanto importante che la sua riduzione (cosiddetta diminuita secrezione salivare) è considerata patologica: è definita “xerostomia” ed è una condizione medica che provoca secchezza della bocca, quindi difficoltà di masticazione, deglutizione, e capacità di parlare in modo fluido. Peraltro, la saliva, grazie ai suoi potere antibatterici, protegge i denti dalle carie, indi per cui una sua riduzione o assenza aumenta l’esposizione a carie dentali.

 

E’ possibile che la secrezione salivare aumenti o venga stimolata in ragione di fattori estrinsechi e transitori (il limone, per esempio, stimola la produzione di saliva).

 

Se un bambino in acqua viene schizzato o ingerisca acqua salata o, più semplicemente emerge dal fondale carico d’acqua sul viso, tenderà a sputare. Lo sputo è, in questo caso, il modo che il bambino ha di liberarsi dall’acqua e dai relativi fastidi.

 

Non c’è evidenza scientifica capace di rintracciare nello sputo in acqua di un bambino un pericolo di contaminazione. Ovvio è che i soggetto portatori di malattia dovrebbero evitare di sputare o di contaminare col proprio sputo ambienti promiscui.

 

Le malattie trasmesse via saliva sono diverse, per lo più è assai improbabile che, semplicemente attraverso lo sputo, possano contaminare l’acqua di mare sino a provocare un contagio.

 

La saliva veicola il raffreddore o patologie appartenenti all’alveo dell’Herpes ed è vettore anche d’infezioni gengivali oppure della mononucleosi, chiamata comunemente “malattia del bacio”.

 

Per queste ragioni, e siccome esistono diversi altri batteri infettivi che risiedono nel cavo orale e si trasmettono attraverso la saliva (per esempio lo Streptococcus), è bene educare i bambini a non sputare sulla spiaggia e in mare. Sopratutto a non colpire altri bambini con lo sputo. Anche i tubi, le maschere e gli occhialini non dovrebbero essere oggetto di scambio tra i bambini.

 

In conclusione (sebbene il rischio di contaminazione e contagio per sputo in acqua di mare sia minimo) è consigliabile limitare lo sputo il più possibile, vanno educati i bambini a non sputare in mare e sulla spiaggia volontariamente o per gioco.

 

Se ci sono adulti che tengono questo comportamento, certamente, vanno richiamati all’attenzione, al rispetto degli altri e alla buona educazione, anche igienico sanitaria. Lo sputo va evitato, è una forma di tutela dei luoghi comuni e pubblici.

Pericoli nascosti nell’acqua di mare: prestate attenzione, sopratutto per i bambini.


Fonte immagini 123rf.com con licenza d’uso.



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