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Vittime del crollo del ponte Morandi, sotto le macerie un’altra famiglia

di Federica Federico

20 Agosto 2018

Il bilancio delle vittime del crollo del ponte Morandi è salito a 43, al quinto giorno di estenuanti ricerche, le macerie hanno restituito i corpi degli ultimi 4 dispersi: un’altra famiglia distrutta e un camionista, erano stati schiacciati e nascosti dal cemento.

Vittime del crollo del ponte Morandi

Vittime del crollo del ponte Morandi, sotto le macerie c’era un’altra bambina.

 

Kristal, 9 anni, di Oleggio, era partita da casa sua alle 9:00 del mattino, con papà Cristian Cecala, e mamma Dawna, era diretta agli imbarchi per l’Isola d’Elba, lì avrebbero trascorso le vacanze.

Insieme ai loro corpi, le macerie hanno restituito anche il cadavere di Mirko Vicini, 30 anni, operaio genovese.

 

A questo punto non resta che la polvere e il dolore, i dispersi sono stati tutti recuperati, mentre i feriti sono 9 di cui 2 versano ancora in condizioni critiche.

 

Non ce l’ha fatta il camionista romeno di 36 anni, il giorno stesso del disastro, lo scorso 14 agosto, era morto il collega e connazionale che viaggiava con lui, Anatoli Malai, di 44 anni.

 

Vittime del crollo del ponte Morandi, morta un’intera famiglia in viaggio verso l’Isola d’Elba.

 

Il cellulare rimasto acceso agganciava una cella “che non dava scampo” collocando l’auto esattamente sotto le macerie. La famiglia, dopo aver controllato gli imbarchi di tutti i traghetti per l’Isola d’Elba, aveva già compreso che Cristian, Dawna Munroe e la piccola a Kristal,non erano mai arrivati al porto.

 

Vittime del crollo del ponte Morandi

Cristian Cecala, il papà, aveva 42 anni, viveva a Oleggio con la sua famiglia; Dawna veniva dalla Giamaica, lì i due si erano conosciuti e innamorati per poi tornare nel Novarese dove stavano crescendo la loro piccola.

 

 

Le vite perdute tra le macerie, i bambini tra le vittime del crollo del ponte Morandi, sono più che destini spezzati, rappresentano l’emblema delle responsabilità dello Stato verso i cittadini, verso il futuro dignitoso e leale della nostra Patria.

 


Ed è proprio in nome della dignità e della lealtà che nessuna di queste vite può essere dimenticata, né l’attenzione mediatica e comune di ciascuno deve calare, a ogni morto e a tutte le famiglie che li piangono l’Italia deve giustizia.


Fonte immagini della famiglia e della bimba: Facebook



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