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Le mamme che lavorano sono le vere eroine di oggi

di Federica Federico

07 Dicembre 2018

Le mamme che lavorano sono le vere eroine dei tempi moderni, il loro atto più coraggioso è quello di conciliare esigenza e malinconia superando il rimpianto e dando al tempo trascorso con i figli un valore assoluto.

 

Sociologicamente la scelta delle donne di cimentarsi nel mondo del lavoro, uscendo dal ruolo tradizionale di casalinghe, si è sviluppata anche sul piano della parità di genere, tuttavia nell’ultimo ventennio le cose sono molto cambiate. Oggi il lavoro si risolve più comunemente in un bisogno materiale: le donne hanno la necessità di guadagnare per contribuire al sostentamento della famiglia. E questo è quanto basta a spiegare moltissimi sacrifici e molte “privazioni emotive”.

le mamme che lavorano

Le mamme che lavorano rinunciano molto a malincuore al tempo con i figli e sacrificano faticosamente l’ordine e la perfezione della loro casa in nome della produttività.

 

Produttività per le mamme che lavorano non equivale necessariamente a soddisfazione, successo o scalata carrierista, aspetti che possono fare parte del mondo del lavoro di chiunque altri; spesso le madri “corrono contro il tempo” perché hanno un bisogno tangibile, concreto e materialmente comprovabile di guadagnare. I frutti del lavoro delle mamme non sempre costituiscono un di più, sovente servono a riempire il frigorifero e pagare le bollette. Pertanto, le donne che lavorando vanno oltre i bisogni ordinari della famiglia non sono solo delle eroine moderne: sono delle fortunate eroine del giorno d’oggi.

 

La vita moderna ha un costo elevatissimo, i figli non crescono più come una volta e hanno dei bisogni materiali certamente maggiori, se non massimizzati dalla società moderna, che è innegabilmente improntata al “possedere”. In questo senso il danaro necessario per vivere è certamente tanto, ne serve più di quello che bastava a una famiglia comune un decennio fa.

 

Le mamme che lavorano vivono in modo eroico per una serie di motivi.

 

Senza voler sminuire l’importanza del lavoro domestico, è indubbio che le mamme lavoratrici sono costrette a coordinare il lavoro fuori casa con quello in casa, senza trascurare le necessità organizzative imposte dai diversi impegni dei figli (che non solo vanno accompagnati a scuola, ma anche a calcetto, a chitarra, a prendere lezioni d’inglese e al catechismo, senza contare le feste!).

 

Le mamme lavoratrici imparano a coordinare tutto come in un grande Tetris composto senza lasciare “falle” e con una tempistica perfetta.

 

Le mamme che lavorano si destreggiano alla perfezione tra faccende domestiche e impegni professionali.

 

Sono capaci di sostenere una telefonata di lavoro mentre preparano il sugo per la cena, sugo che viene avviato sul fuoco alle 7.30 del mattino, prima di uscire di casa, perchè le mamme rientreranno alle 18.00, forse 18,30.

Ovviamente la telefonata delle 7.30 è solo la prima di una lunga serie.

Le mamme lavoratrici potrebbero, poi, truccarsi ai semafori (step to step) perché dopo aver preparato la cena, rifatto i letti e aiutato i bambini a vestirsi, c’è da adempiere anche all’accompagnamento a scuola. Qualche volta le mamme potrebbero non truccarsi affatto!

 

Le donne lavoratrici raramente si permettono di cedere alla stanchezza.

 

Il divano è quel luogo sconosciuto dove la sera vorrebbero abbandonarsi, tuttavia o è sempre occupato oppure c’è qualcosa di più “urgente e importante da fare”, anche alle 22.00 e oltre! E qual qualcosa afferisce sempre alla casa: lavatrice, lavastoviglie, biancheria da piegare, eccetera.

 

Le mamme che lavorano sono delle vere eroine soprattutto nel cuore, il perché è spiegato dalla nostra capacità di resistere all’amarezza:

 

il tempo è un concetto relativo, questo è vero, ma diventa assoluto, persino assolutamente stringente, quando è poco, troppo poco per vivere abbastanza i figli, per trascorrere con loro tutto il tempo che si vorrebbe.

 

Il vero eroismo delle mamme che lavorano sta nel modo profondo – e profondamente dolce – con cui guardano negli occhi i figli sapendo che ogni giorno vorrebbero sfuggire al giogo del tempo, fermarlo per condividere con loro più spazi, più possibilità, più esperienze. Eppure non possono, eppure devono sopravvivere alla malinconia.

 

D’altra parte, i figli delle mamme che lavorano sono facilmente dei bimbi o dei ragazzi maturi che attraverso la relazione con la mamma fanno esperienza di vita e sacrificio.

 

Così diventa profondamente significativa ogni carezza che le mamme che lavorano danno ai figli: in essa c’è una testimonianza di vita che porta con sè il sapore del coraggio, del sacrificio, della speranza. Del resto, se una mamma lavora è per concedere alla famiglia un maggiore vantaggio, margini di tranquillità e migliori possibilità ai figli.

 

L’auspico sarebbe che la società intera, a partire dalla famiglia, riconoscesse l’eroismo delle mamme lavoratrici.

 


Fonte immagini 123RF con licenza d’uso – immagine social diritto d’autore: choreograph / 123RF Archivio Fotografico



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