Etiopia, domenica mattina il Boeing 737 diretto a Nairobi è precipitato poco dopo il decollo da Addis Abeba. Un uomo, Antonis Mavropoulos, ha perso l’aereo per un ritardo di pochi minuti, due secondo il suo orologio, e una tempistica fuori tempo massimo per l’imbarco della sua valigia; quando ha compreso che quel ritardo, quello stesso per cui era nervoso e irritabile, gli aveva permesso di tornare dalla sua famiglia e alla sua vita, ha scritto un post su Facebook per raccontare, dinnanzi al biglietto del volo perduto, come “le nostre vite – siano- guidate da fili invisibili”.
Tra i nomi inseriti nella lista passeggeri del Boeing 737 precipitato in Etiopia, quello di Antonis Mavropoulos è l’unico a corrispondere a una persona ancora in vita: non è un superstite, è un passeggero in ritardo, salvo per non essere mai salito su quel volo
Una manciata di secondi hanno cambiato la vita a un cittadino greco, presidente di un’organizzazione non governativa. I piani della sua agenda prevedevano che anche lui fosse sul volo del diaspro aereo:
Correndo per prendere il volo et 302 Addis Abeba – Nairobi, che si è schiantato 6 minuti dopo il decollo, ho avuto i nervi perché non c’era nessuno che mi aiutasse ad andare più veloce. L’ ho perso per due minuti, quando sono arrivato, l’imbarco è stato chiuso e ho visto gli ultimi passeggeri entrare nel tunnel – ho urlato di inserirmi ma non me l’hanno permesso. Infatti, il volo l’ho perso perché non ho fatto in tempo ad imbarcare una valigia (altrimenti mi avrebbero aspettato per 10-15 minuti o più, mentre trovare una valigia carica e fare l’imbarco pretende un tempo di almeno 40 minuti).
Due minuti di ritardo e una valigia da imbarcare, la gentile richiesta di prendere il volo successivo, previsto per e 12.00, una luminosa e accogliente sala d’attesa e un carsico di stress per il ritardo, si sa quanto pesi un ritardo sulle nostre vite moderne e impegnate.
Poi qualcuno entra nella bella lounge per l’attesa e spiega a Antonis Mavropoulos che non può imbarcarsi nel volo successivo. Mentre la rabbia sale viene condotto al Dipartimento di polizia dell’aeroporto, solo lì capisce che il suo nome e la sua posizione vanno accertate perché il passeggero Antonis Mavropoulos, cittadino greco, è l’unico che non è salito sul volo 302 scampando ad una strage. Lo schianto del Boeing era appena avvenuto, dinamiche e cause erano (e del resto sono ancora) tutte in via di accertamento.
Inizialmente ero furioso perché nessuno del personale di imbarco mi aveva aiutato a prendere quell’aereo, poi mi sono sentito l’uomo più fortunato della terra – scrive Antonis Mavropoulos.
Chi è Antonis Mavropoulos l’unico nome sulla lista passeggeri scampato alla morte?
L’uomo è a capo di una ong per lo sviluppo sostenibile, Wasteless Future; come molte delle vittime dell’incidente anche lui doveva prendere parte alla conferenza Onu sull’ambiente prevista per il successivo lunedì a Nairobi.
Ho scritto questo post per gestire il mio shock. Lo sto pubblicando perché voglio dire a tutti che filamenti invisibili e impenetrabili della fortuna, le congiunzioni fuori piano, collegano la rete in cui viene catturata la nostra vita.
Davvero, è la prima volta che sono così felice di aver scritto un post e sono grato di vivere e di avere così tanti amici che mi hanno fatto sentire il loro amore.