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Bambino selvaggio ritrovato nei boschi: salvato dal dottor Itard

di Federica Federico

08 Luglio 2019

Victor d’Aveyron è stato un “caso di scuola” straordinario e unico, aveva tra i 10 e i 12 anni quando, alla fine del ‘700, fu ritrovato nei boschi dell’Aveyron, area centrale della Francia; era incolto, incapace di comunicare, animalesco, tanto da conquistare subito l’appellativo di “bambino selvaggio”.

 

Prima ricoverato in un istituto per sordomuti (pur non essendolo fisiologicamente), dove non otteneva alcuna rieducazione, il bambino selvaggio venne poi affidato ad un medico psichiatra, il dottor Itard, che lo prese in carico con l’obiettivo, umano , medico e scientifico, di socializzarlo, ovvero di normalizzarlo rendendolo abile a una vita di comunità.

 

Se volessimo dare una lettura romantica all’opera straordinaria che Itard ha compiuto su Victor potremmo dire che Mowgli, il piccolo bambino orfano protagonista del libro della giungla, è esistito veramente.

 

Mentre Mowgli fu ritrovato in una cesta nelle giungle profonde del Madhya Pradesh, nel cuore dell’India, e fu cresciuto dagli animali, Victor fu ritrovato in Francia in un’epoca storica in cui l’abbandono dei minori non era qualcosa del tutto eccezionale, ovvero accadeva. In questo caso, però, Victor era sopravvissuto da solo, probabilmente per molti anni e adattandosi, quindi letteralmente assimilando se stesso, ad un ambiente avverso.

 

Il bambino selvaggio, film di Truffaut

Il bambino selvaggio, film di Truffaut

 

Itard operò su Victor un lavoro certosino di adattamento alla vita con l’obiettivo ultimo di socializzare il bambino selvaggio

 

Il dottore si propose, cioè, di fornirgli quel complesso di competenze e cognizioni tale da rimetterlo in società, eventualmente con i limiti e le conseguenze di un ritardo accumulato, ma senza rinunciare alla sfida del recupero e, altresì, sottraendolo dalla ghettizzazione a cui sarebbe stato condannato se fosse rimasto in un istituto.

 

La vera sfida che Victor rappresentò per il Dottor Itard è stata la dimostrazione di quanto l’ambiente conti sullo sviluppo dei bambini, infatti grazie all’esperienza di Victor sono nati gli insegnamenti per i bambini speciali. In questo senso il bambino selvaggio è precursore dell’attenzione verso i bambini difficili e dello sforzo per il loro massimo recupero.

 

Quando Victor è arrivato nelle mani di Itard il primo obiettivo era capire se il bambino sentisse e potesse parlare, l’istituto in cui fu collocato in prima istanza – come accennato poc’anzi – era un istituto per sordomuti. Itard diede a Victor una collocazione opposta: lo introdusse in un ambiente familiare avvalendosi dell’aiuto di una governante che sul ragazzo ebbe l’influenza di una figura materna, esercitando proprio quell’affetto e quell’amorevole cura che una madre dà al figlio.

 

 

Un film del regista francese Truffaut racconta la storia del ragazzo selvaggio

 

Il film è degli anni 70 e si costruisce sui diari e sui documenti di studio del Dottor Itard: una volta compreso che Victor sentiva, o meglio aveva un udito fisiologicamente funzionante, le sue orecchie furono istruite al suono, svegliate da quel torpore in cui erano cadute negli anni in cui i suoni erano non strumenti comunicativi ma campanelli di allarme per avvertire l’approssimarsi di un pericolo (caduta di un ramo, per esempio, o di un masso, avvicinamento di un animale pericoloso, eccetera).

 

Inizialmente il ragazzo era sensibile al solo suono O, variamente vocalizzato, pian piano, attraverso la ripetizione di fonemi e parole, Victor è stato introdotto all’uso strumentale di altri suoni e la stimolazione sensoriale nel quotidiano è valsa ad accrescere il suo interesse verso le cose della vita: Victor amava il latte, pian piano fu indotto ad ottenerlo non battendo le mani sulla ciotola ma chiedendolo; lo stesso fu fatto con l’acqua.

 

Il bambino selvaggio, film di Truffaut

Il bambino selvaggio, film di Truffaut

 

Quotidianamente l’amore della governante lo consolava e correggeva l’errore con pazienza e calma, esattamente come il Dottor Itard volle quando suggerì che l’educazione di Victor doveva avere luogo senza aggiungere violenza alla violenza già subita dal ragazzo.

 

Inizialmente Victor sentiva senza ascoltare e vedeva senza guardare, come disse il suo medico già intendendo lo scopo complessivo del lavoro. Inoltre il bambino selvaggio dimostrava di essere assai insensibile al dolore morale, non avendo conosciuto affetto mancava di sensibilità nella sua stessa privazione, doveva calare il suo tono muscolare e crescere in tono emotivo, aumentando positivamente la reazione sensoriale alle stimolazioni della vita.

 

Apprendere l’uso del cucchiaio, la gestione del vestiario, la capacità di stare in contatto con gli altri, la lingua intesa come comprensione e espressione erano obiettivi di fondamentale importanza.

 

Il bambino selvaggio, film di Truffaut

Il bambino selvaggio, film di Truffaut

 

Dopo 5 anni di lavoro il bambino selvaggio no0n era più un incolto

 

A distanza di anni e con un duro lavoro, Victor aveva appreso un minimo linguaggio comunicativo riuscendo a interagire con gli altri sebbene lettura e scrittura, così come la dialettica, restassero assai immature rispetto alla sua età anagrafica.

 

Il bambino selvaggio e il suo dottore coraggioso dimostrano che nessun bimbo è perduto se c’è un insegnante disposto ad averne cura. Questo esempio deve trionfare anche nella moderna concezione di scuola e famiglia. Dobbiamo ricordare che sono molti i bambini come Victor che attendono di confrontarsi con gli stimoli giusti, l’adulto deve essere coraggioso e temerario come il dottor Itard.



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