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I bambini di Bibbiano: inchiesta Angeli e Demoni

di Federica Federico

26 Luglio 2019

I bambini di Bibbiano sono gli innocenti protagonisti di una delle pagine più disumane e grigie della storia della cronaca italiana: questi bimbi sono stati sottratti alle loro famiglia e collocati in affido, pur senza i presupposti e le necessità di legge validi per l’allontanamento dei minori dalla casa di nascita.

 

Si è detto che i bambini di Bibbiano provenivano da condizioni di indigenza e povertà, facendo leva su tali circostanze è stato perpetrato l’abuso della loro sottrazione ai genitori.

 

Questa premessa merita un chiarimento che va esplicitato all’inizio di qualsivoglia ricostruzione della vicenda: seppure i bambini di Bibiano provenivano da famiglie non benestanti, seppure chi ha architettato questa disumana truffa ha fatto leva sull’indigenza, la povertà in sé non è una condizione capace di giustificare la sottrazione di un figlio alla famiglia di origine.

 

Detta premessa va compiuta e ribadita con forza perché si evitino allarmismi, va aggiunto inoltre che l’affidamento, quando compiuto nel rispetto della legge, è uno strumento valido e benefico.

i bambini di Bibbiano

Foto di repertorio – fonte immagine 123RF. com con licenza d’uso
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I bambini di Bibbiano, i fatti

 

Il caso Bibbiano è diventai di pubblico dominio il 27 giugno scorso, quando i carabinieri di Reggio Emilia hanno eseguito una serie di misure cautelari nell’ambito di una più ampia e lunga indagine. L’ipotesi investigativa, tutt’ora oggetto del caso, è quella dell’esistenza di un’organizzazione criminale giunta a sottrarre minori alle famiglie di origine per collocarli in strutture e famiglie assistenziali.

 

I bambini’ quindi, sarebbero divenuti fattori produttivi in un illecito sistema di interessi legati alla cura e all’accudimento di minori in condizioni, falsificate e non reali, di bisogno.

 

Per sottrarre i bimbi alle famiglie venivano artefatte le denunce anonime, che avrebbero dovuto indicare le circostanze di indigenza, le testimonianze di bambini, i loro ricordi e persino i disegni portati in giudizio a testimonianza dei “presunti” soprusi subiti dagli stessi bambini.

 

Al 27 giugno, già i Carabinieri sospettavano un giro d’affari di migliaia di euro.

 

L’indagine sui bambini di Bibbiano è denominata ‘Angeli e Demoni’

 

Sono coinvolti il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti (poi sospeso dalle sue funzioni dal prefetto), assistenti sociali, medici e psicologi.

 

Le imputazioni, formulate a vario titolo e diversamente collegate ai protagonisti della vicenda, sono gravissime:

 

frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamenti su minori, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso e lesioni gravissime.

 

Secondo le fonti stampa nazionali, proprio il sindaco “avrebbe disposto lo stabile insediamento di tre terapeuti privati della onlus Hansel e Gretel nei locali della struttura pubblica “La Cura”, della cui istituzione si era personalmente occupato anche attraverso pubblici convegni in cui era relatore e ai quali venivano invitati a partecipare (retribuiti) gli operatori e non avrebbe seguito la procedura corretta di affidamento dei servizi ai terapeuti”.

i bambini di Bibbiano

Foto di repertorio – fonte immagine 123RF. com con licenza d’uso
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I bambini di Bibbiano, secondo quanto veniva prospettato alle famiglie, venivano segnalati ai servizi sociali in modo anonimo

 

Le indagini dei Carabinieri, però, portano altrove: le segnalazioni anonime si rivelano infondate e quel che è peggio è che si attestano come falsi i documenti redatti dai servizi sociali in cooperazione con alcuni psicologi. Tutta la documentazione così artatamente prodotta, come avviene di norma e per protocollo, veniva costantemente trasmessa all’autorità giudiziaria.

 

I bambini di Bibbiano e la onlus Hansel e Gretel

 

Ai bambini di Bibbiano continuava ad essere diagnosticata una mirata patologia post traumatica; per curarla, nell’interesse della salute psicofisica del minore, i piccoli venivano presi in carico dalla onlus coinvolta nell’inchiesta.

 

Da qui tutto aveva origine e il bambino in sé diventava produttivo di danaro, centro di un interesse lucrativo che non badava a minare la sua identità, l’integrità dei suoi rapporti familiari, la rispettabilità sociale dei genitori e soprattutto l’anima e i sentimenti di ogni soggetto coinvolto in questo scandalo.

 

La stampa ha avuto in pasto una succulenta storia di torbidi interessi e di enormi soprusi, se il più nobile scopo dovrebbe essere quello di proporre Bibbiano come un caso isolato, sventato grazie alle forze dell’ordine, lo scopo più immediato a cui si è arrivati, anche grazie a qualche imprecisione giornalistica, è stato, invece, quello di alimentare la paura delle famiglie indigenti. Va ripetuto, a costo di apparire ridondanti, che i bambini non possono essere sottratti alle loro case solo perché i genitori sono poveri.

 

Va altresì precisato che i bambini di Bibbiano non sono stati sottoposti a pratiche di elettroshock. La stampa ha parlato di una “macchinetta della verità” adoperata sui piccoli nell’imminenza dei colloqui con l’autorità giudiziaria, ha descritto un dispositivo a impulsi elettrici utilizzato per indurre i bambini in uno stato mentale alterato, ebbene, se pur con un intento altrettanto torbido, nessuna apparecchiatura a impulsi elettrici è stata usata sui bimbi. Al contrario, è stato realmente adoperato uno strumento usato in psicoterapia per sollecitare nei pazienti stimoli acustici e tattili.

 

Allo stesso modo innocenti disegni dei bambini sono stati contraffatti con l’inserimento di simbolismi equivoci atti a far ipotizzare soprusi e vessazioni.

 

Gli aguzzini del bambini di Bibbiano in che modo ricavavano un guadagno?

 

Per i “professionisti” il reddito proveniva dal pagamento delle prestazioni psicoterapeutiche regolarmente fatturate. A discapito di quanto si è letto in rete, il guadagno si realizzava in assenza di qualsivoglia pubblica procedura d’appalto, più semplicemente i genitori affidatari erano chiamati a garantire ai bimbi un percorso di cura mirato, perciò avevano il compito di accompagnarli alle sedute private di psicoterapia e di pagare le relative fatture a proprio nome. A loro volta, gli affidatari venivano mensilmente retribuiti con la corresponsione di rimborsi.

 

Non a caso gli affidatari erano sempre amici e conoscenti di persone legate a questo business degli affidi e ai servizi sociali, questo è quanto emerge dalle indagini e dalle indiscrezioni stampa.

 

Peraltro i rimborsi presentavano una simulata causale di pagamento e i bilanci dei Comuni coinvolti risultavano alterati.

 

I bambini di Bibbiano sono tornati a casa?

 

Sembrerebbe logico che tutti i bambini di Bibbiano debbano tornare alle loro case e alle loro famiglia, tuttavia è adesso onere della magistratura esaminare la specificità di ogni caso nella certezza di restituire giustizia alla vita di ogni bambino. Allo stato attuale sono quattro i bambini riassegnati alle cure dei genitori naturali e pertanto tornati a casa.

 



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