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Gravidanza quando non c’è più battito sintomi

di Federica Federico

15 Ottobre 2019

Signora, mi dispiace, non c’è battito”, le mamme che sono state travolte da queste parole (“non c’è più battito”) conoscono più di chiunque altri il senso intimo e profondo della morte per come può palesarsi improvvisa ma tangibile, inattesa ma pesantemente presente, invadente ma silenziosa, estesa e avvolgente come se nulla fosse mai stato prima e nulla potesse essere dopo.

 

Aborto interno o ritenuto, quando non c'è più battito

Quando non c’è più battito vuol dire che la crescita dell’embrione o del feto si è fermata: è un aborto, cosiddetto interno o ritenuto.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

Non c’è battito, cioè l’attesa si è interrotta e non ci sarà “un figlio come tutti lo intendono”.

 

I medici lo chiamano aborto, aborto spontaneo, aborto interno o aborto ritenuto, per le mamme la sola sintesi di tutto è lì, nella mancanza di battito.

 

Il profilo bianco sullo schermo nero e grigio dell’ecografo è ancora il “mio” bimbo, è ancora dove volevo che fosse, cioè nella “mia” pancia, ma “io” non sono più la sua culla perché lui è improvvisamente morto e non posso farci nulla.

Così non crescerà, non spingerà contro i muscoli, la carne e le ossa per far sentire i suoi calci, non potrà stare tra le “mie” braccia e tenermi sveglie la notte, non mi farà bene e nemmeno male, non sarà domani più di ciò che è oggi. E soprattutto non verrà ad esistenza in questo mondo, eppure è e resterà mio figlio.

 

Una donna che ha subito un aborto ritenuto sa tutto questo. Sa che, dopo quel maledetto “non c’è più battito”, alla mamma resta un carico d’amore che va gestito e vissuto.

 

Col tempo la donna impara che è mamma malgrado l’aborto, malgrado abbia o non abbia altri figli, perché qual bambino perduto le è appartenuto anche solo per il poco tempo che lo ha portato con sé. Purtroppo la società non è completamente pronta a questa stessa comprensione e troppo spesso al dolore della mamma viene negato il riconoscimento di lutto.

 

Un bambino mai nato o nato morto è un figlio, questa è la legge del cuore.

 

Anche la perdita di un figlio in utero, anche quando avviene nelle primissime settimane di gravidanza, è un lutto (lutto perinatale): “Non c’è più battito”, invece, è la sentenza della morte che precede, riassume e chiude tutto per lasciare spazio a un dolore da “tra-passare”.

 

Quando non c'è più battito

Cause dell’aborto ritenuto.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

“Non c’è più battito”, perché il cuoricino del bimbo non batte più?

 

Nei manuali di medicina l’ aborto interno o ritenuto è definito come quella condizione clinica che si verifica quando l’embrione o il feto non è più vitale, pur rimanendo nell’utero. L’utero, cioè, non ha ancora registrato e risposto alla morte del suo ospite e il corpo della donna vive una condizione di mancata espulsione.

 

La mancata espulsione (feto o embrione ritenuto, ovvero tenuto dentro) determina anche la mancata perdita di sangue, laddove la donna, invece, associa l’aborto proprio al sangue.

Si parla di feto solo quando siano trascorse almeno 12 settimane dal principio della gravidanza.

 

Il perché dell’aborto ritenuto resta quasi sempre impossibile da rubricare, cioè non è quasi mai rintracciabile l’esatta causa della morte in utero dell’embrione o del feto.

 

Nelle primissime settimane di gestazione l’interruzione della gravidanza può dipendere da anomalie cromosomiche incompatibili con la vita o difetti nell’impianto all’interno dell’utero. Statisticamente è comprovato che un maggiore rischio di aborto ritenuto lo corrono le mamme over 40 o comunque dai 35 anni in poi, tuttavia ogni gravidanza è a sè e sono molte le nefaste circostanze capaci di impedire il miracolo della vita.

Non c'è più battito - i subdoli sintomi dell'aborto in utero.

Non c’è più battito – i subdoli sintomi dell’aborto in utero.
Fonte immagine 123RF.com

Non c’è più battito sintomi.

 

Accade spesso che il cuore della mamma si fermi dinnanzi alla diagnosi ecografia di assenza di battito; sovente la donna nemmeno poteva immaginare la tragedia che d’improvviso si trova a vivere. Spesso l’aborto ritenuto è, infatti, asintomatico proprio perché non è detto che il corpo inneschi subito un processo di espulsione del bimbo morto.

 

Quindi è possibile che, malgrado l’ aborto interno, la mamma non avverta dolori all’utero, contrazioni né crampi e nemmeno perdite di sangue.

I sintomi dell’ aborto interno possono essere sottili, subdoli e confondibili come, per esempio, una progressiva o repentina scomparsa dei sintomi di gravidanza o l’allentarsi della tensione al seno, un arretrare o non progredire del progressivo aumento di volume della pancia, una minore sensibilità agli odori o uno scemare della nausea.

C’è da dire, però, che diversi di questi stessi sintomi vivono, anche in gravidanza, fasi differenti ed è persino dannoso concentrarsi sulla loro modificazione ed evoluzione.

 

Altre volte, invece, i sintomi dell’ aborto interno sono palesi e accomunabili a quelli di una minaccia d’aborto, eventualmente solo meno evidenti e significativi, per esempio leggeri crampi addominali, piccole perdite di sangue di colore scuro e mal di pancia.

Il consiglio sempre valido è quello di rivolgersi prontamente a un medico quando si avvertano dolori o si riscontrino perdite anomale.

 

prime settimane di gestazione e ecografie precoci.

L’assenza di battito non corrisponde sempre ad un aborto, prime settimane di gestazione e ecografie precoci.
Fonte immagine 123RF.com con licenza d’uso.

L’assenza di battito corrisponde sempre a un aborto?

 

La prima ecografia andrebbe fissata intorno alla nona settimana di gestazione, questa data assicura la possibilità di individuare l’embrione all’interno della camera gestazione senza correre il rischio di diagnosi incerte.

Quando la prima ecografia della gravidanza viene eseguita precocemente, l’esito potrebbe essere incerto se nella camera gestazionale ancora non è visibile l’embrione. Una camera vuota, però, può riempirsi e di norma l’inquilino embrione compare ad una successiva ecografia eseguita con tempistiche più pazienti, ovvero solo qualche settimana più tardi.

 

Non c’è più battito, aborto: come si procede dopo.

 

In alcuni casi, prevalentemente quando l’aborto spontaneo ha avuto luogo nelle primissime settimane di gestazione, è il corpo stesso ad assorbire il materiale della gravidanza, il bimbo se ne va nel corpo della mamma da solo e ciò che l’utero deve espellere vien fuori sotto forma di ciclo liberando il grembo materno. Più spesso, però, è necessario intervenire con un raschiamento o con un’aspirazione, pratiche chirurgiche che servono a pulire l’utero per evitare che ne vengano compromesse le funzionalità future.

 


 

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