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Covid-19 a scuola: NON basta un banco a mettere i nostri figli al riparo

di Federica Federico

28 Luglio 2020

Non basta un banco a mettere i nostri figli al riparo dal Covid-19 a scuola.

A settembre le misure anti-Covid per preservare la salute degli studenti, peraltro senza scalfire la sicurezza scolastica sotto molti altri profili (vedi i piani di evacuazione anti incendio o anti terremoto), dovrebbero essere ben altre e la questione dei banchi monoposto sta facendo discutere non poco.

 

Covid-19 a scuola

Covid-19 a scuola a settembre, non si può risolvere con un banco.

La situazione banchi non va confusa con l’annosa e discussa esigenza di innovare il sistema scuola.

 

Quelli con le ruote non sono banchi anti-Covid. Per quanto la scelta della Ministra abbia sorpreso tutti, queste sedie (perchè tali sono e l’attribuzione del nome sedia si addice a questo strumento didattico meglio dell’attribuzione del nome banco) sono “vecchie” di 8 anni, i produttori lo rendono noto a mezzo stampa: questo articolo di arredo didattico è presente sui cataloghi scolastici da ben 8 anni e nasce come sedia per aule laboratorio, fa risparmiare spazio in detti contesti e aiuta i ragazzi a muoversi nel contesto laboratoriste alternando lavoro singolo a lavoro di gruppo.

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/07/27/scuola-i-produttori-contro-il-bando-per-banchi-innovativi-il-preside-giuliano-li-uso-da-8-anni-permettono-nuova-didattica/5880571/

Covid-19 a scuola: la sedia banco è nata per una funzione precisa, questa stessa è stata considerata?

Covid-19 a scuola: la sedia con le ruote non è studiata per accogliere i vocabolari di Greco e Latino, nasce per attività di laboratorio individuali e di gruppo pertanto entra a scuola, già da molto tempo, con una funzione specifica lontana dalla lezione frontale ancora tipica delle nostre scuola. La domanda è: la funzione di nascita della sedia-banco è stata valutata?

 

Il riferimento alla lezione frontale in relazione al banco con le ruote non è di Vitadamamma, lo fa un addetto ai lavori il preside Salvatore Giuliano, già ex sottosegretario all’Istruzione e oggi dirigente in carica di un istituto di scuola superiore di Brindisi: “Li uso da 8 anni, permettono nuova didattica”, dice.

 

Giuliano chiama questo arredo sedia e non banco e, declinando al femminile il suo discorso, dice: “La prima l’ho acquistata otto anni fa a 300 euro e ogni anno ho incrementato la quantità. Molti parlano in merito a questa questione senza averne mai provata una: in tutto questo tempo non ho mai visto un ragazzo fare gare in classe. Inoltre non si è mai rotta una rotella. La seduta innovativa consente una didattica nuova, favorisce la cooperazione, la composizione di gruppi eterogenei e inoltre garantisce un risparmio netto di spazio. Non è vero che non è utile alla pratica della didattica quotidiana”.

Ma l’asino casca sull’aula e sulla finalità a cui la sedia assolve, pertanto, come nessun altro discorso, le parole del dirigente scolastico non vanno decontestualizzate: “L’aula dev’essere un laboratorio – spiega il preside – La ministra Azzolina non ha imposto a nessuno questa soluzione ma si tratta di un’occasione per cambiare il nostro modo di fare scuola”.

 

Ed ecco che il Covid-19 a scuola torna ad essere un’occasione di innovazione come lo sarebbe stata la DAD se fosse stata potenziata e supportata da una più attenta acculturazione digitale.

La testimonianza di questo preside sembra dimostrare due cose:

  • quello che l’Azzolina propone come un banco non è tale, è una seduta che non sarà mai funzionale in ogni classe ordinaria se non si cambierà il modo di fare scuola e l’ “orientamento” della classe (noi ci stiamo ancora chiedendo come possa essere compatibile con i materiali ingombranti, quali sono i vocabolari o i materiali necessari per gli studi artistico o tecnico pratici);
  • la sedia con le ruote si addice ai laboratori e non serve a prendere le distanze di sicurezza ma ad alternare, in modo funzionale allo spazio, lavoro individuale e lavoro di gruppo. Il concetto di risparmio dello spazio con la sedia con le ruote sembra, almeno in quest’ottica, diverso da quello di distanziamento sociale.

 

Detto questo è evidente che la sedia con le rotelle, peraltro non nuova né economica, nasce per un fine preciso: è una sedia da laboratorio che, appunto, difficilmente si presterebbe a fare da sostituta al banco in una classica lezione frontale carica di libri.

Nelle foto raccolte in rete non ci sono mai libri sul piano d’appoggio, al massimo un tablet che nella maggioranza delle nostre scuole è ancora “uno sconosciuto”, forse anche uno sconosciuto guardato con sospetto.

 

Covid-19 a scuola:

Covid-19 a scuola: la soluzione dubbia della sedia con le rotelle.

 

La sedia con le ruote rischia di fare la fine della DAD, ovvero potrebbe essere il prossimo disastro della scuola italiana.

La situazione si aggrava in considerazione del fatto che alcuni produttori e le loro associazioni di riferimento già stanno facendo sentire la loro voce di dissenso: il Ministero pretende una mole di banchi con le ruote non producibile né smerciabile in 23 giorni.

 

Sono necessari 1,5 milioni di banchi monoposto tradizionali e 1,5 milioni di sedute monoposto innovative, cioè i famigerati banchi-sedia con le rotelle.

Produrre e distribuire così tanti arredi potrebbe essere impossibile e il rischio è quello che la gara d’appalto vada vinta a condizioni insostenibili, senza contare che nelle scuole potrebbero arrivare banchi e sedie non della stessa qualità di quelli presi a riferimento dal Ministero, ciò proprio per la fretta di procacciarsene così tanti e tanti.



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