Network
Deabyday Cure naturali Eticamente Crescita personale Sapere.it

 

Seguici:

Patrizia Coluzzi: perchè la mamma assassina ha ucciso Edith

di Federica Federico

15 Marzo 2021

Nulla può cambiare il corso nefasto del dolore e l’esito del male che questa donna ha inferto: per tutti Lei è e sarà per sempre quello che ha fatto, ovvero una mamma assassina che ha tolto la vita a una creatura innocente.

 

Patrizia Coluzzi, mamma assassina.

Patrizia Coluzzi, mamma assassina. Foto di repertorio,diritto d’autore : Tatyana Tomsickova ©123RF.com

 

Patrizia Coluzzi, mamma di Cisliano (Milano), ha ucciso Edith, la sua bambina di 2 anni, facendolo è diventata un’altra mamma assassina.

 

Il delitto si è consumato nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 Marzo. Come può una madre arrivare a tanto?

Se pochi giorni prima preparava cornetti con amore per i suoi tre figli, a poche ore dal delitto, invece, denunciava pubblicamente quel dolore di cui nessuno ha saputo intuire l’orrenda trasformazione.

 

La Procura la tiene in carcere, dov’è giusto che stia; per quanto annebbiata dal patimento, avrebbe premeditato l’omicidio della figlia e ciò, evidentemente, fa di Lei una madre e una donna pericolosa. Ma è pensabile che niente avesse suggerito tanto strazio e tanta latente aggressività?

 

Patrizia Coluzzi, 41anni, già un matrimonio finito alle spalle, già mamma di due gemelli, aveva ricominciato col papà di Edith, ma la loro storia non era destinata al “Per sempre” e su Facebook Lei urlava “Edith è la mia bambina”.

 

Patrizia Coluzzi ha riempito la casa di messaggi e poi ha ucciso la sua creatura di appena 2 anni. Perché tante parole liberate qua e là e destinate a tutti (ai figli prossimi alla peggiore solitudine, alla bimba prossima alla morte, all’ex prossimo alla più grande disperazione)?

 

Durante l’interrogatorio è rimasta in silenzio, ma sul suo profilo social no e nemmeno ha taciuto prima del folle gesto nelle telefonate al compagno e nei molti biglietti sparsi per casa. Nessuno potrà lenire il dolore del papà di Edith e quest’uomo merita giustizia.

 

Il perché dei biglietti potrebbe essere lo stesso dei messaggi liberati su Facebook: la donna rendeva pubblica la sua disperazione, ma non è stata capace di fermarla!

Iil giudice sottolinea l’ “assenza di ogni capacità di autocontrollo” della mamma assassina, ebbene qualcosa di simile si direbbe già leggendo i suoi lunghi sfoghi su Facebook.

 

Accuse, ira, rabbia, disperazione. E’ proprio in questi sentimenti che si radica il movente dell’infanticidio: Patrizia Coluzzi ha ucciso la prole per togliere al marito il bene più grande, è stata mossa dal rifiuto della separazione. Il marito di fatto l’aveva legalmente e formalmente chiesta.

Nei passi scritti rabbiosamente, Patizia, più come donna che come mamma, ha cercato le sue motivazioni, ha rincorso il suo amore e così ha fatto anche nei biglietti sparsi per casa:

Scusa piccola ma non potevo permettere che restassi nelle sue mani sola, ha scritto su uno di questi.

 

10 i biglietti che Patrizia Coluzzi ha sparso per casa, tutte dichiarazioni non di debolezza, come potrebbe sembrare, ma di quel rancore cannibale che mangia l’anima da dentro.

Dei diversi messaggi, la stampa riporta che due sono solo scarabocchi, altri sono destinati ai sui gemelli primogeniti, diversi sono per Edith e qualcuno è un’altra coltellata inferta all’ex marito:

L’ultimo viaggio con te piccolo amore indifeso. Scusa, scriveva per Edith

Eravamo così belle per te stasera e un’altra volta ci hai abbandonato;

Affonda la lama. Ormai non ci farai più male, scriveva per l’ex marito.

 

Com’è morta la piccola Edith?

 

Sebbene il pavimento dell’abitazione fosse disseminato di coltelli, la bambina è stata soffocata, giaceva sul letto e pareva come addormentata.

 

Poco prima del folle gesto, Patrizia Coluzzi aveva chiamato il suo ex e ancora lo aveva “minacciato”, la figlia era la sua arma, il suo cruccio, il suo scudo, ma in sintesi era la rappresentazione tangibile del suo dolore.

Edith era quello che Lei avrebbe voluto spazzare via con un soffio, ma non ha saputo farlo con amore; non ha saputo anteporre il bene di quell’anima fragile al suo dolore lacerante; non ha saputo guardare con oggettiva determinazione alla realtà e ha tradito tutto anche la sua natura di madre.

 

Dopo aver commesso l’irreparabile, la mamma assassina ha chiamato il papà della bambina è gli ha detto:

Sei libero, sei libero. Ora puoi dedicarti al tuo bar, alle tue cazzate. Edith non c’è più.

(Fonte delle dichiarazioni\testi biglietti IlMessaggero)

 

Se fosse stato un uomo a uccidere la piccola, se fosse stato il padre, avremmo pensato a Luigi Capasso, il papà assassino di Cisterna di Latina, o a Mario Bressi, il padre di Gorgonzola che ha ucciso nel luglio scorso i suoi due gemelli.

 

Scusate non sono abbastanza forte, non riesco a tollerare un altro abbandono da chi aveva promesso di proteggermi e invece mi ha fatto del male. Non ce la faccio.

Questo il contenuto di un altro bigliettino tra i tanti liberati come urla di dolore per casa

 

No agli arresti domiciliari per Patrizia Coluzzi, sussiste il pericolo di reiterazione del reato.

 

Quando la bara bianca di Edith se ne è già andata, mentre un padre piange un lutto che non si può sanare, dopo che le parole liberate sui social erano già specchio di un grande disagio, la parola reiterazione fa comunque male. E ciò non è lenito dal fatto che un’altra mamma assassina sia condannata e bloccata nella sua sventura. Meglio sarebbe stato intervenire prima che quella sventura si consumasse.

 

Ma ricordiamolo: restano altri due figli che dovranno fare i conti con un assordante silenzio, che si domanderanno perché e che un giorno scopriranno di essere rimasti soli quando la mamma era ancora con loro.

 

Probabilmente Patrizia Coluzzi ha subito una temporanea dissociazione della personalità, ma sicuramente andava fermata\aiutata prima che potesse fare del male. La salute mentale delle donne in condizione di fragilità va tutelate per il bene dei figli. E una separazione, una famiglia che si rompe, malgrado la società contemporanea voglia farla passare per una condizione comune, può facilmente rappresentare una circostanza di eccezionale vulnerabilità.



Iscriviti alla newsletter
Riceverai preziosi consigli e informazioni sugli ultimi contenuti, iscriviti alla nostra newsletter.

Seguici