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Sintomi anoressia: come riconoscere una persona anoressica

di Federica Federico

30 Aprile 2021

L’ anoressia nervosa è spesso definita sia come una patologia femmina, ha infatti un’incidenza maggiore nella popolazione femminile, che come una patologia della società moderna così ricca, industrializzata, orientata al possedere (più che all’essere) e fondata sull’apparire. I sintomi dell’anoressia sono subdoli proprio perché al loro esordio possono essere confusi con i moderni bisogni sociali (come l’apparire belle e perfette) divenendo percepibili e palesi quando il pericolo per la salute psicofisica è già concreto.

 

Ho paura che mia figlia sia anoressica”,

Mia figlia ha paura di ingrassare”,

Temo che mia figlia rischi di incorrere in un disturbo alimentare importante”,

Mia figlia è magrissima e continua a vedersi grassa e brutta”,

Mia figlia mangia male, poco o troppo; dimagrisce; fa più attività fisica del necessario, per lei è un’ossessione; si veste con indumenti larghissimi che ne camuffano il corpo”,

Mia figlia è ossessionata dalla forma fisica, dal peso corporeo e dalla magrezza”.

 

Se come madre ti sei posta queste domande o ritrovi tua figlia nella descrizione di questi atteggiamenti, continua a leggere questo articolo informativo e presta attenzione ai segnali spia e agli indicatori che ti suggeriamo di non trascurare.

 

Sintomi anoressia nervosa, come riconoscere i campanelli di allarme e come intervenire.

Sintomi anoressia nervosa, come riconoscere i campanelli di allarme e come intervenire.
©123RF.com
Diritto d’autore : Sergiy Tryapitsyn

 

Sintomi anoressia: primi segnali spia per riconoscere una persona anoressica dai comportamenti alimentari deviati, alla alterata percezione dell’ immagine corporea fino agli scarsi livelli di autostima.

 

Le ragazze (e in misura minore anche i ragazzi) a rischio anoressia manifestano una forte paura di ingrassare che può diventare una vera e propria ossessione.

 

Ecco come si comportano:

Pur di non ingrassare il soggetto esercita un controllo costante e ossessivo sulla quantità di calorie ingerite a cui consegue comunemente una sensibile limitazione del cibo assunto. Una assunzione di cibo maggiore equivale a una violazione dei cosiddetti comportamenti di controllo del peso e ingenera nell’ anoressico un profondo senso di colpa, qui può entrare in gioco anche il vomito autoindotto.

 

Se i comportamenti ossessivi verso il controllo del peso e la forma del corpo possono essere considerati sintomi precoci, il perdurare dell’ossessione rientra, invece, tra i segni fisici del disordine alimentare già avanzato, quando cioè l’anoressia determina la perdita di peso.

In altre parole, il ridotto peso corporeo è un sintomo importante della condizione: una volta che tua figlia sta perdendo peso il processo ossessivo è già radicato.

 

Sintomi anoressia nervosa, come riconoscere i campanelli di allarme e come intervenire.

I cambiamenti fisici delle ragazze anoressiche o a rischio anoressia. ©123RF.com con licenza d’uso.

I cambiamenti fisici dei soggetti anoressici

 

La perdita di peso prende il sopravvento sulla psiche delle ragazze e le induce:

  • a distorcere la visione del loro corpo fino a vedersi costantemente grasse, ciò anche alterando la realtà e la risposta che la bilancia e lo specchio restituiscono (poiché di fatto loro sono magre);
  • a nutrire intensi timori legati all’aumento di peso fino a confondere la forma fisica con la realizzazione personale: “Vado bene e sono brava se dimagrisco, non vado bene e non servo a niente se ingrasso”;
  • a perdere di autostima.

Tutto ciò mina le relazioni interpersonali, massimizza le emozioni negative, altera la percezione del mondo ed è così che le ragazze anoressiche incominciano a sentirsi brutte, cattive, sole, sbagliate e infelici.

 

Sono sintomi di anoressia già rilevanti, oltre ad essere sintomi tipici e campanelli d’allarme da non trascurare: l’ossessione per la dieta, il digiuno e la pratica sportiva eccessiva non finalizzata (per esempio non legata a uno sport praticato a livello agonistico già da tempo o a gare in procinto).

 

Ma l’ anoressia nervosa (così come è definita dai manuali si medicina) è un comportamento disfunzionale che non conosce solo la deprivazione del cibo e le condotte di contenimento del peso come l’eccesso di esercizio fisico. Gli anoressici possono anche cadere nella trappola delle abbuffate o in quella delle condotte di eliminazione del cibo che la loro psiche gli suggerisce di espellere. In questo senso un elenco di sintomi deve ricomprendere anche:

  • vomito autoindotto,
  • abuso di lassativi senza un’esigenza fisiologica,
  • uso spropositato di diuretici o ricorso persino ai clisreri.

 

Il compito di una madre è conoscere i sintomi dell’anoressia, prendere atto di comportamenti anomali con riguardo al cibo, valutare se la figlia o il figlio abbiano o meno un atteggiamento positivo con riguardo all’immagine del loro corpo, malgrado ciò non spetta ai genitori fare diagnosi di anoressia o altro disturbo alimentare. In questo senso lo scopo di questo articolo resta quello di supportare nell’individuazione di eventuali spie di un disturbo, indicatori di rischio e condizioni da attenzionare. Ma il consiglio valido è sempre quello di rivolgersi ad un esperto quando l’osservazione lo suggerisce:

i sintomi fisici dell’ anoressia possono aumentare di gravità, sono sintomi psicopatologici e quindi afferiscono all’anima e al cuore dei giovani anoressici.

 

Anoressia nervosa e bulimia nervosa sono condizioni psicogene, questo vuol dire che sono fenomeni ossessivi e morbosi che prendono avvio nei pensieri, cioè si annidano nella psiche. E’ importante valutarne il livello di gravità, ne va della salute fisica e psicologica del soggetto.

 

La ragazza (con prevalenza, ma eventualmente anche il ragazzo) acquisisce nella sua mente un’immagine di sé non corrispondente al vero e continua vedersi grassa, ciò anche se è già in fase di perdita di peso.

Associa il grasso al brutto, al cattivo e al male e lo rifiuta sino a rifiutare tutto il suo corpo. Per correggere queste deviazioni è spesso necessario un trattamento, si parla di terapia cognitivo comportamentale perchè le abitudini alimentari devono cambiare sulla base della rinnovata cognizione del proprio corpo, dei propri bisogni, delle proprie risposte emotive e, quindi, dei propri comportamenti.

 

Sintomi anoressia nervosa, come riconoscere i campanelli di allarme e come intervenire.

Il genitore cosa deve osservare nel figlio? ©123RF.com con licenza d’uso.

Sintomi anoressia nervosa e fattori di rischio

 

L’ anoressia rientra tra i disturbi alimentari, ha a che fare col cibo, ma può affondare le sue radici in un ambiente avversivo, caratterizzato da uno spiccato culto della bellezza o perfezionista.

Il temperamento del giovane può fare il resto, si è constatato, infatti, che un eccessivo perfezionismo, la presenza di un carattere rigido e facile alle ossessioni espongano maggiormente al rischio di cadere nel disturbo dell’anoressia. La bassa autostima è un’aggravante.

 

L’anoressia è una condizione della mente che si traduce in uno status fisico quando è sì radicata da produrre una sintomatologia capace di minare il corpo e provocare danni.

 

Senza voler incutere timore, è giusto sottolineare che, per quanto possa avere esordi relativamente subdoli o sommessi, questa condizione ha oggi un importante tasso di complicanze mediche serie. Ai comportamenti anoressici e ai comportamenti compensatori (come vomitare) possono conseguire ulteriori condizioni patologiche quali:

  • Disturbi a carico del sistema cardiovascolare;
  • Squilibri renali;
  • Disfunzioni ematologiche;
  • Disfunzioni ormonali;
  • Disturbi psichiatrici e neurologici;
  • Alterazioni dell’ Indice di Massa Corporea;
  • Fragilità del corpo e aumentato rischio di fratture;
  • Alterazioni cutanee;
  • Perdita di controllo negli eventuali episodi disfunzionali di abbuffate che in certi casi possono interessare anche il soggetto anoressico (oltre che la persona bulimica);
  • in età puberale sussiste anche il rischio di un ritardo del menarca.

 

Sintomi anoressia, cosa osservare:

 

Va osservato sempre il rapporto tra il bambino o l’adolescente e il cibo. Un rapporto disfunzionale è:

  • respingente,
  • non ha un approccio di godimento o di partecipazione,
  • è caratterizzato da una spiccata ritrosia e da un rigetto che si manifesta nel sezionare il cibo in pari piccole e nel mangiare pochissimo spizzicando, nel rifiutare di provare cibi nuovi prima ancora che nel rifiuto totale dell’atto stesso di nutrirsi (cioè il rifiuto di mangiare).

 

Nella sua fase conclamata l’anoressia induce il giovane a rifiutare il cibo anche se i morsi della fame attanagliano il suo stomaco, anche se la stanchezza fisica è debilitante, anche se la testa gira fino a svenire.

 

Va detto che nella fase iniziale, all’opposto, le cose vanno assai diversamente: il giovane si sente forte e fiero perché si convince di poter controllare la fame, non accusa gli effetti negativi del deperimento e pensa di avere acquisito un pieno controllo sul suo corpo.

L’onda del potente delirio di onnipotenza della primissima fase inibisce la reazione razionale: anche quando i sintomi si traducono in deperimento, gli anoressici negano l’importanza preoccupante della loro condizione.

 

Di fatto se tua figlia\o è a rischio anoressia non si renderà conto delle ricadute negative del suo dimagrimento e negherà di essere in pericolo per questo.

 

Decorso anoressia

Decorso del disturbo anoressico, sintomi anoressia. ©123RF.com con licenza d’uso

Sintomi minori e subdoli dell’anoressia: i campanelli di allarme che accompagnano o precedono il rifiuto totale del cibo. Decorso del disturbo anoressico.

 

Anche se il soggetto che presenta i sintomi è per te una persona amata, anche se respingi l’idea che la sua anima e il suo cuore possano stare così male, prima che sia troppo tardi, considera come campanelli d’allarme:

  • La selezione del cibo con il rifiuto di consumare determinati alimenti o categorie di alimenti (esclusione totale dei carboidrati o degli zuccheri o dei dolci o della pizza con la giustificazione che fanno ingrassare tout court);
  • Approcci anomali al cibo e comportamenti non consueti che si fanno spazio con sempre maggiore sistematicità, per esempio tendenza alla masticazione eccessiva, disposizione anomala del cibo nel piatto, tendenza a muoverlo continuamente, come sperando che qualcosa cambi o scompaia; sezione del cibo in micronizzi, ovvero tendenza a tagliare il cibo in pezzettini sempre più piccoli, come a giustificare l’ingestione di piccole quantità per sentirsi meno colpevoli;
  • Eccessiva attenzione alle calorie e al dosaggio delle porzioni in termini di peso e corrispettivo calorico;
  • Ossessione nel pesare gli alimenti e nel controllare gli apporti calorici in etichetta;
  • Tendenza a mangiare da soli, ovvero nascosti, rifiuto di mangiare al ristorante o prendere parte a cene con amici o a feste perché in questi contesti è difficile misurare le calorie o non mangiare abbastanza o affatto.
  • Tendenza a rifiutare la partecipazione a tavola con la scusa di avere già pranzato o cenato.

 

Se tua figlia o figlio (esistono anche i maschi anoressici) continua a dirti:

Non ho fame”;

Sono a dieta”;

Non mi piace“;

Non mi sento bene”;

Mangio da sola più tardi devo studiare o ho da fare”; probabilmente sta sfuggendo dal cibo e dal “pericolo” che gli adulti possano constatare che ha con esso e con l’azione di mangiare un comportamento anomalo, mutato, non funzionale, non sereno.

 

Sintomi anoressia osservabili lontano dalla tavola e dal cibo.

 

Oltre ad essere dimagrito e a sfuggire dal cibo, chi sta soffrendo di anoressia potrebbe:

  • Indossare vestiti capaci di camuffare il corpo, per esempio molto larghi;
  • Avere la pelle secca e disidratata;
  • Manifestare una maggiore sensibilità al freddo;
  • Nei casi gravi si sciupano i capelli e possono tender alla caduta;
  • Il colorito del volto si spegne e si può constare pallore, spesso indice di una carenza di ferro;
  • Quando la malnutrizione avanza subentra stanchezza, perdita di forza e tonicità muscolare, ma anche capogiri, vertigini e persino svenimenti;
  • Il letto unghiate può indebolirsi e le unghie possono tendere a spezzarsi per una sopravvenuta fragilità;
  • Dolori alle terminazioni degli arti e formicolio e torpore possono indicare un’incidenza gravosa sulla circolazione.
  • L’umore diventa fragile e altalenante dando luogo a cambiamenti repentini, crisi , d’ansia o attacchi di pianto sine causa.

 

Come comportarsi con una figlia o un figlio che manifestino sintomi di anoressia

 

Uno dei canali espressivi dei giovani è il web, inutile negare che può nascondere trappole e insidie. In quest’ottica, che non deve essere allarmista ma protettiva, è bene che i genitori siano consci dell’esistenza in rete di luoghi del web “pro-ana“, ovvero che gruppi allocati su portali e social che promuovono e supportano l’anoressia difendendo questa tragica condizione come se fosse un diritto di chi la patisce.

 

L’anoressia non si sceglie accade perché la mente e i pensieri cadono in trappola: è una patologia che compromette le funzionalità in primis del pensiero e mette a rischio la salute e il corpo.

 

Controllate se i vostri figli praticano la divulgazione di messaggi “thinspiration”. “Thin” si traduce in magro e “inspiration” vuol dire ispirazione, i membri dei gruppi pro-una fanno uso di questo proselitismo volto all’incitamento alla magrezza a ogni costo.

 

Non siate mai aggressivi, non provate a scuotere la consapevolezza dei vostri figli mettendoli dinnanzi a una realtà che non vedono, piuttosto indagate le cause e cercate aiuto professionale. Non costringeteli a mangiare con il ricatto; non mettete in primo piano il vostro dolore o il vostro amore ferito, coniugate l’aiuto alla seconda persona singolare Tu, ricordate che è il ragazzo il centro del suo stesso problema.

 

Se sei un giovane ragazzo o una ragazza e scopri che un tuo amico\a si trova in questa difficile situazioni non diventare complice del suo dolore e del pericolo che lo attanaglia: non promettergli mai di mantenere il suo segreto, cerca aiuto in un adulto (che sia genitore, insegnante o allenatore, per esempio).



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