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Che cos’è la meningoencefalite: la malattia del figlio di Kledi

di Redazione VitaDaMamma

25 Marzo 2022

Che cos'è la meningoencefalite
Che cos’è la meningoencefalite – Diritto d’autore: comzeal ©123RF.com

Il figlio di Kledi Kadiu e Charlotte Lazzari è malato, l’annuncio è stato dato direttamente dal ballerino via Instagram e Facebook, la scoperta della malattia del piccolo (la meningoencefalite) risale a poco dopo il parto: “ A  13 giorni dal parto Gabriel ha manifestato febbre e forti convulsioni, espressione di una diagnosi piuttosto complessa: meningo-encefalite. L’inizio di un calvario che ci ha davvero messi a dura prova. Gabriel è sopravvissuto e dopo aver riaperto gli occhi, passo dopo passo e con l’audacia di un eroe ha messo in campo tutta la sua forza per riappropriarsi di ciò che questo brutto imprevisto gli ha tolto”, scrive Kledi.

 

Il piccolo ha affrontato un mese e mezzo di ricovero in terapia intensiva prima di poter tornare a casa con la famiglia, restando salva la necessità di affrontare un lungo percorso riabilitativo (in questi casi, come sottolinea Kledi si fa affidamento sulla neuro plasticità, sulla riabilitazione precoce e sulla stimolazione finalizzata attraverso il gioco). 

 

I genitori hanno deciso di raccontare un pezzo della loro storia rivelando della malattia di Gabriel per essere d’aiuto alle mamme e i papà che stanno percorrendo un viaggio simile.

 

A distanza di un anno dalla scoperta della malattia: parla Charlotte, la mamma

“ll motivo per cui temevo così tanto l’arrivo dell’11 settembre non lo so nemmeno io. Forse, nella frenesia dei giorni, nel voler sotterrare emozioni che mi hanno fatto tremare per tanti mesi, avevo il timore che fermarmi e stare nel ricordo, fosse molto doloroso. In tutta sincerità ieri mattina non è stato facile. Ho obbligato me stessa a scorrere con il dito le foto di un album sul cellulare che ho chiamato “LELE 🏥“ per tuffarmi nuovamente nella terapia intensiva e in tutto ciò che ne fa parte. Ho lasciato scorrere mentre io, ho smesso di correre. Ho rivissuto paura, rabbia, tristezza e vulnerabilità perché in certi momenti del “sei forte mamma“ non te ne fai proprio niente.

 

Ma questo post è dedicato a tutti i genitori che in questi mesi ci hanno scritto e hanno condiviso con noi le loro storie, i loro timori e le loro battaglie… vi tengo per mano. Le battaglie si combattono con amore e molto spesso si vincono. E la vittoria può avere mille sfaccettature. La giornata di ieri si è magicamente trasformata quando dopo la pioggia è sorto il sole. Per me è stata una bellissima rivelazione. Un miracolo. Una vera Vittoria.”, queste le parole con cui Charlotte Lazzari accompagna il post su Instagram in cui si mostra con Gabriel appena nato e con Gabriel a un anno di vita.

 

Che cos’è la meningoencefalite

Come suggerisce il nome stesso, la meningoencefalite coinvolge due strutture del corpo umano: le meningi e l’encefalo. Scatena, infatti, un processo infiammatorio che interessa dall’encefalo alle meningi: 

 
  • come la meningite  determina un’infiammazione delle meningi, che sono le membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale (il cosiddetto sistema nervoso centrale); 
  • come l’encefalite causa un’infiammazione dell’encefalo, ovvero il cervello complessivamente considerato. Laddove la suddetta infiammazione si può estendere al midollo spinale.
 

Cosa causa una sindrome infiammatoria a carico dell’area delle meningi

La meningite può essere scatenata da diversi agenti patogeni: virus (meningite virale), batteri (meningite batterica) o funghi. Anche nello specifico della meningoencefalite il processo infiammatorio del sistema nervoso può essere scatenato, come per la meningite, da virus o batteri.

 

Gli esiti della malattia di origine virale sono comunemente meno funesti, è la meno pericolosa e tende ad avere esiti benigni. Mentre la meningite batterica risulta più violenta e la morte può esserne una conseguenza. 

 

La gravità di un’infezione del sistema nervoso centrale resta sempre molto variabile, dipende da una grande quantità di fattori che partendo dall’origine dell’aggressione (virale o batterica) arrivano a dipendere anche dalla risposta del corpo alle terapie. Il contagio (sia esso batterico o virale) avviene in diversi modi, le vie preferite da queste infezioni sono quella aerea e quella oro fecale. 

 

Come può un neonato contrarre una simile malattia? 

Una delle cause di meningite batterica nei neonati è il conteggio durante il parto, anche semplici tagli o punture possono essere il canale di accesso dei batteri nell’organismo del bambino, pertanto il conteggio può essere causato anche dagli strumenti utilizzati durante la nascita. 

 

In prossimità del parto, con lo scopo di evitare un conteggio durante la nascita, le future mamme vengono sottoposte a screening per gli streptococchi del gruppo B (GBS) nel tratto genitale. Un riscontro positivo viene arginato con una terapia antibiotica al momento del parto, un protocollo valido a prevenire la trasmissione dei batteri al nascituro.

 

Quali conseguenze può avere una infiammazione a carico del sistema nervoso centrale

Una pronta diagnosi è essenziale a bloccare il progredire della malattia e ad abbassare il rischio di morte. Tuttavia vanno monitorate sempre le funzioni cerebrali e la funzionalità complessiva del sistema nervoso. I medici prestano particolare attenzione all’accumulo di liquido in eccesso negli spazi endocerebrali aperti, il che potrebbe esporre al rischio di idrocefalo; vengono monitorate le funzioni uditive e quelle cognitivo-intellettive.

 

Quali sono i sintomi della meningoencefalite nei bambini e nei neonati

L’identificazione dei sintomi non è semplice poiché essi sono facilmente confondibili con altre patologie. La meningite, per esempio, si può inizialmente manifestare con sintomi equiparabili a quelli influenzali  come emicrania, spossatezza, inappetenza.

 

Ma, nel più vasto panorama dei sintomi comuni, possiamo definire la febbre alta ed improvvisa, la cosiddetta rigidità nucale e il vomito come i sintomi spia tipici dell’infezione. Altri sintomi spia sono una spiccata fotofobia, ovvero un’eccessiva sensibilità alla luce, una evidente alterazione dello stato mentale per cui il soggetto appare in confusione, possibili eruzioni cutanee nella forma di piccole macchie rosse e diffuse.

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Kledi Kadiu (@kledi)

Nei neonati la rigidità nucale è il sintomo centrale mancante o difficile da constatare, a questa età i sintomi possono essere aspecifici rendendo estremamente difficile una pronta diagnosi. Considerato che neonati e bimbi piccoli non sono in grado di comunicare il proprio stato di salute, a  cosa devono fare attenzione mamma e papà:

 
  • Convulsioni,
  • Vomito,
  • Pianto inconsolabile che non si placa nemmeno in braccio,
  • Irritabilità, 
  • Generale rigidità del corpo, 
  • Rigonfiamento della fontanella, sappiate, infatti, che una infiammazione menigica o cerebrale può determinare l’aumento della pressione del liquor intorno al cervello e questo fenomeno può rendersi palese in una protuberanza o in un  irrigidimento delle fontanelle.
 

Articolo aggiornato al 13 Settembre 2022 ore 10:34



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