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Fedez chiede aiuto alla community: “Vittoria fa i capricci”

Vittoria fa i "capricci" e papà Fedez chiede aiuto alla communiti: "Qualcuno mi aiuti". Ma Vittoria sta solo facendo esperienza sensoriale.

di Federica Federico

13 Maggio 2022

Fedez chiede aiuto alla community
Vittoria fa i “capricci” e papà Fedez chiede aiuto alla communiti: “Qualcuno mi aiuti”. Ma Vittoria sta solo facendo esperienza sensoriale.

Vittoria Lucia Ferragni è nata il 23 marzo 2021, ha quasi 14 mesi. Fedez chiede aiuto alla community Instagram perché, da buona la piccola esploratrice, Vittoria affonda le manine nel vaso di una delle piante di casa e ne estrae cortecce, fogliame e terriccio.

Fedez chiede aiuto alla community: riot (rivolta) Vittoria

Di fatto Vittoria manipola, appoggia il “risultato della sua esperienza” sul pouf del salotto e, al papà che cerca di redarguirla, mima il gesto del travaso. Il travaso è un’esperienza a cui l’approccio montessoriano consiglia di iniziare i bambini già intorno ai 18 mesi. È utile per stimolare un ampio ventaglio di competenze, dall’attenzione alla motricità fine.

Papà Federico le dice di “No” e, deciso ma rassicurante, la sottrae alla sua attività così la piccola reagisce piangendo.

All’età di Vittoria, e più precisamente tra i 13 e i 18 mesi,  i bambini fanno collezione di sfide! Complice una motricità globale in evoluzione (il bambino sta in piedi, incomincia a muoversi sulle sue gambe, coordina il gesto degli atri superiori e delle mani comandandolo con crescente precisione), i bimbi che hanno superato l’anno di vita sono degli esploratori in erba e ciò che indagano è la loro stessa destrezza. Mentre si destreggiano tra le cose del mondo fanno esperienza tattile, visiva, olfattiva, gustativa.

Quando un genitore interrompe un’esperienza che sta permeando il bambino la reazione del piccolo è di dissenso, non sapendo come altro manifestarlo, il bambino piange.

Fedez chiede aiuto alla community, Maria Montessori come gli risponderebbe? 

Il bambino ha bisogno di vivere naturalmente, e non soltanto di conoscere la natura. L’atto più importante risiede proprio nel liberare possibilmente il fanciullo dai legami che lo isolano nella vita artificiale, creata dalla convivenza cittadina.

Maria Montessori

Queste sono parole di Maria Montessori, ma cosa hanno che fare con Fedez e Vittoria in “rivolta”? La ribellione che il papà attribuisce alla bambina è figlia di un pregiudizio adultistico (per mutuare un altro termine montessoriano) che ci impedisce di recuperare una visione delle cose del mondo a misura di cucciolo d’uomo.

Se Vittoria fosse al parco nessuno la sgriderebbe per l’atto di toccare la terra e manipolare le foglie. Nella sua logica bambina l’attrazione verso quella maestosa pianta nel salotto di casa è equivalente all’attrazione verso le piante del parco. 

I bambini che assecondano un’attrazione agiscono in risposta a degli stimoli. Manipolare il terreno e percepirne al tatto l’esperienza, vivere una relazione profumata con la natura, sentire l’umidità della terra e constatare che la corteccia è ruvida, come che la foglia secca tende a decomporsi nella stretta della mano, sono tutte importanti esperienze sensoriali che il bambino vive con trasporto e concentrazione.

Come possiamo aiutare il rapporto bambino – natura

Siccome siamo a casa e non al parco, sul pouf del salotto possiamo appoggiare una bacinella e esortare Vittoria (o qualunque altro bambino) a spostare il fogliame lì. Inoltre è possibile mutuare questa esperienza raccogliendo altro fogliame al parco e giocando ai travasi a casa, bastano due ciotole stabili e capienti.

Anche a casa, soprattutto quando i bambini manifestano una naturale tensione verso la natura, si può incominciare ad avere cura delle piantine per creare, oltre la cementificazione in cui viviamo, una proficua relazione con la natura.

  • Possiamo fare delle piccole coltivazioni domestiche che illustrino il ciclo della vita, preferibilmente evitando l’ovatta.
  • Si può esortare il bambino a scegliere una pianta preferita tra quelle che abbiamo in casa e istruirlo alla cura, quindi annaffiarla insieme, potarla, se necessario, eccetera.
  • È possibile decidere di realizzare un piccolo orto domestico.

Insomma, quello che dobbiamo fare è concepire il mondo del bambino in maniera differente rispetto a quello dell’adulto! Dobbiamo guardare le cose inquadrandole nella dimensione del bambino. La mano del bambino è organo psichico (e anche questo lo diceva Maria Montessori), in quanto tale è un veicolo di spunti alla relazione col mondo e alla crescita largamente considerata.

Le attività che in modo impegnato e interessato vengono poste in essere dai bambini non dovrebbero, quindi, essere osservate solo dall’angolo visuale dell’adulto. Si pensi al bambino che durante lo svezzamento mangiando con le mani sporca ogni cosa. Quel bambino, dal suo piccolo punto di vista, non sta sporcando ma sta imparando a gestirsi, sta imparando a non sporcarsi in futuro e prima si sporcherà da piccolo meno lo farà da più grandicello. 



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